Pratolini, Vasco7 Novembre 2007 “Metello”Forse molti, quando sono ragazzi, vorrebbero diventare scrittori. Ciò era senz’altro vero fino alla metà del Novecento, e forse anche qualche anno dopo, e, ovviamente, non lo si diventava facilmente. Pratolini fu uno di quelli che lo volle ardentemente e lo diventò. Una pervicacia che aveva la sua radice nella voglia di raccontare di questo toscano verace, che si adattò a tutti i mestieri anche i più umili, pur di coronare il suo sogno. E grazie a questa vocazione noi oggi possiamo gustarci, tra i suoi libri, due capolavori quali “Metello” e “Cronaca familiare”. Qui mi limito a segnalarvi il primo, che è anche quello più famoso. È la storia di un operaio in cerca di emancipazione, ma lo stile così robusto, fresco e vivace, ed anche originale, ne fanno un’opera unica, non certo decadente, come in un primo tempo qualcuno si è affrettato a bollare, ma vigorosa, corale. Si vedano le belle pagine dedicate alla descrizione della prigione di Firenze: le celebri Murate, nel capitolo VIII. In questo libro Firenze, coi suoi umori popolani, è anch’essa vigorosa protagonista.Riassunto della trama: Metello Salani, orfano e figlio di un anarchico, viene cresciuto in una famiglia di contadini, finché a quindici anni torna a Firenze e lavora come manovale. Viene aiutato da un amico del padre, anarchico pure lui, Betto, il quale lo introduce a poco a poco alle idee socialiste che comparivano in quegli anni: la storia è ambientata nel periodo che va dal 1875 al 1902. Per queste idee finirà in carcere, ma, alla morte di Berto, Metello si sentirà sicuro di poter procedere da solo per affermare e difendere le nuove idee. Conosce una maestra, Viola, con la quale consuma la sua prima esperienza sessuale, ma sarà dopo il servizio militare e un nuovo arresto, che lo riporterà in carcere, che conoscerà la figlia di un muratore morto in un incidente sul lavoro, Ersilia. La sposerà e sarà la sua compagna di lotte. Nel 1902 un grande sciopero, lungo ed estenuante, porterà Metello a conoscere una bella ragazza, Ida, con la quale avrà un’avventura amorosa che rischia di compromettere l’unità della sua famiglia. Non succederà , e quando, di nuovo arrestato, uscirà dal carcere riprenderà la sua vita con Ersilia. “Cronaca familiare”Il registro narrativo qui è differente da quello che incontriamo in “Metello”. Attraverso la memoria, Pratolini ricostruisce i suoi affetti familiari, e in particolare ricorda il fratello, al quale lamenta, ora che è morto, di non aver dato tutto il calore umano che doveva. La prosa si fa poesia, e il libro si segnala per la misura sempre controllata e vigile che l’autore sa dare alla sua narrazione vibrante. Raramente s’incontra un libro di tale intensità . Ecco alcune frasi significative: “Il tempo compone nella memoria gli episodi salienti, cancella le righe fitte dei giorni in cui i gesti e le parole sono fatti per durare da un’alba a un tramonto.”; “l’uomo è come un albero e in ogni suo inverno levita la primavera che reca nuove foglie e nuovo vigore.”; “Il vero amore è dei poveri… Ma l’amore dei poveri è il più fragile.”; “penso sia ridicolo dire, scrivere e dimostrare di non credere in Dio. Bisogna che un uomo si sia trovato di fronte alla morte. Se in quei momenti, allorché non può sperare più nulla dal mondo degli uomini, sarà capace di fare a meno di Dio, solo allora potrà dire di non crederci.” Letto 2704 volte.  Nessun commentoNo comments yet. RSS feed for comments on this post. Sorry, the comment form is closed at this time. | ![]() | ||||||||||