Quei cattivi maestri che armano le folle17 Ottobre 2011 di Luigi Mascheroni Antonio Tabucchi, marzo 2002: «Le elezio Âni sono regolari, certo. I regolamenti di conti lo sono meno. Quello berlusconiano è un meto Âdo che appartiene al cartello di Medellin della Colombia, a Paesi trafficanti di dro Âga ». Furio Colombo, ottobre 2004: «Quel premier assomiglia a un de Âspota ». Giorgio Bocca, gennaio 2005: «Non diciamo che questa nuova destra berlusconiana è fasci Âsta, è qualcosa di peggio: il fasci Âsmo attaccava lo Stato liberale per ricostruirlo più forte e autoritario, il berlusconismo lo disgrega per ave Âre mano libera nel saccheggio e nel Âl’uso delle istituzioni ». Alberto Asor Rosa, agosto 2008: «Il governo Berlusconi rappresenta senza om Âbra di dubbio il punto più basso nel Âla storia d’Italia dall’Unità in poi. Più del fascismo? Inclino a pensar Âlo ». Alberto Asor Rosa, ottobre 2009: «Da tutti i punti di vista il ber Âlusconismo è peggio del fascismo ». Andrea Camilleri, novembre 2010: «Sotto il fascismo ero più libero di quanto lo siano i giovani di oggi ». Paolo Flores d’Arcais, gennaio 2011: «Del fascismo il berlusconismo è l’equivalente funzionale e postmoderno, fondato sulla “legalizzazione” del privi Âlegio e sul dominio dell’immagine ». Umberto Eco, febbraio 2011: «Berlusconi uguale a Mubarak e Gheddafi? Il paragone, intellettualmente parlando, potrebbe essere fatto con Hitler: anche lui giunse al potere con libere elezioni ». I cattivi maestri ci sono sempre stati, in ogni epoca e sotto ogni istituzione. Ma essendo ap Âpunto «maestri », non imparano mai niente. Continuando impune Âmente a fare disastri. Ottimi presenzialisti e pessimi maitre à pen Âser, gli intellettuali di ri Âferimento della piazza armata non smettono di inneggiare alla liber Âtà di parola, perdendo Âne tragicamente di vista il peso. Le parole sono pietre, uccidono più del Âla spada, armano la ma Âno più delle idee. Facilis Âsime da pronunciare, e impossibili da fermare, acquistano una «veri Âtà » pari all’autorevolez Âza di chi le ha pronuncia Âte. Con lo spiacevole corollario che le cose peg Âgiori, dette dal «miglior » professore diventano l’automatica giustificazione intellettuale e morale di qualsiasi azione. Anche violenta. La regola è «aurea », anzi di piombo. Se tu, grande vecchio e venerato maestro, delegitti Âmi a parole un governo o un politico, allora io, allievo confuso, ho tutto il diritto a contrastar Âli, combatterli, persino rovesciarli con la forza. Se tu mi insegni che Berlusconi è un dittatore, che l’Italia berlusconiana è come l’Italia fasci Âsta, che l’attuale repubblica è un «regime suda Âmericano », perché stupirsi se poi noi, oltre che indignarci, ci armiamo di sampietrini, spran Âghe, e bombe carta? Voi ce lo avete detto! Il passato di piombo e di sangue del nostro Paese non ha insegnato nulla a chi pretende tutti i giorni di insegnarci cos’è la democrazia. E così i cattivi maestri, puntualmente se Âguiti da eccellenti discepoli, prima soffiano sul fuoco, poi tacciono quando è divampato l’incendio. Sempre ostentando un rancoroso disprezzo per il Nemico e chi lo  vota. I cattivi filosofi, travestiti da tutori della democrazia, con la loro equa Âzione «berlusconismo uguale fasci Âsmo » – falsa dal punto di vista stori Âco, stupida da quello logico e vergognosa da quello morale – stanno cal Âpestando addirittura l’Idea Antifa Âscista pur di attaccare l’«illiberale » Italia berlusconiana. Negare l’esi Âstenza di una reale democrazia basata su un’opinione pubblica consape Âvole e un’effettiva libertà , così come il far crede Âre ai nostri ragazzi (?) che l’Italia del Duce, del Âla polizia politica, delle leggi razziali, dell’alle Âanza con Hitler e della guerra (!) fosse un’Italia più libera dell’attuale, è mostruoso. E altamen Âte pericoloso. Perché distorce la verità ela Sto Âria, e soprattutto perché alimenta l’odio. Che poi incendia la piazza. Altri articoli | ![]() | ||||||||||