Quel ragazzo ha il futuro già prenotato29 Novembre 2012 di Mario Sechi Il confronto tra Bersani e Renzi ha mostra to la differenza tra i due candidati. Finché erano in cinque e Vendola svolgeva il ruo lo del «sinistro », le parole si annacquava no e non emergevano con forza le distan ze tra il segretario del Pd e il suo sfidante. Ma ieri sera il confronto tv è stato una lezione di comu nicazione. Da una parte il giovane e dall’altra il vecchio. Il salto generazionale s’è visto tutto, enorme. Ogni volta che parlava Bersani, si av vertiva nettamente la sensazione di un ritorno nel passato, mentre appena Renzi prendeva la parola c’era un viaggio nel futuro, quello della contemporaneità, il Ventunesimo Secolo nel quale l’Italia fatica aentrare con piena consape volezza dei suoi problemi e delle sue capacità. Quando Renzi ha ricordato minuziosamente il numero di giorni (2547) del Bersani ministro ha mostrato non solo come si parla in televisione, ma soprattutto che c’è un passato di governo del centrosinistra che non può essere coperto usando sempre il mantello del Cavaliere. Sul fisco, l’evasione, la politicaindustriale, il conflit to di interessi, il finanziamento pubblico dei partiti, le riforme sbagliate e le marce indietro della sinistra old style, Renzi ha picchiato duro, con il sorriso da bravo ragazzo, ma con la deter minazione di chi sta scalando la montagna di un partito che non prevedeva l’ascesa del ragaz zo di Firenze. Bersani vincerà il ballottaggio, ma da ieri sera è stato rimesso al suo posto: nel passato. Attenzione, il segretario del Pd ha svol to bene il suo compito: ha difeso l’orgoglio di partito, non si è mai sbilanciato al centro, ha tenuto ben presente che la sua affermazione dipende dal voto dei vendoliani e – piaccia o meno – ha mostrato di essere una persona che sa quel che vuole (Palazzo Chigi) e pensa di otte nere il risultato accarezzando l’immaginario di chi si sente insicuro e pensa alla mamm ella del lo Stato come soluzione del problema italiano. Renzi ha mostrato il linguaggio di una «nuova sinistra », un discorso che ha le sue origini dalla lezione di Tony Blair: pragmatica, innovativa, progressista senza la zavorra plumbea del pas satismo ideologico della sinistra italiana. Renzi è il candidato vincente di domani, Bersa ni l’uomo che deve organizzare in maniera sag gia la transizione della sinistra italiana verso quel Partito Democratico ben immaginato da Walter Veltroni e mal realizzato da una classe dirigente inadeguata rispetto all’idea del suo fondatore. Il ruolo più delicato, in questa parti ta decisiva per la democrazia italiana, sarà quel lo di Bersani. Qualche anno fa il segretario si definì un «uomo di fiume », subito dopo le ele zioni politiche del 2013 vedremo se saprà stare a galla e svolgere il ruolo di traghettatore di una famiglia abituata a risolverei problemi rompen do i piatti. Bersani governerà l’oggi, ma Renzi si è già messo in tasca il domani. Lo scatto di una paralisi Belle e avvincenti queste primarie. Un Bersani bravo, come del resto lo è sempre stato, ma ancora più bravo perché durante la corsa gli è bastato sentirsi affiancato dal validissimo e altrettanto bravo Matteo Renzi, nuovo cavallo di una sinistra a lui allergica, da cui Bersani ha ricavato la forza per sferrare il suo giovane scatto e vincere la prima tappa. Anche se poi l’ultima parola la diranno i ballottaggi. Davvero una bella corsa quella dei due contendenti e anche per Vendola, devo dire. Ma i veri vincitori sono stati quei quasi quattro milioni di persone che con grande senso di responsabilità hanno affrontato ore di coda, quasi come a voler dare ai partiti (nessuno escluso) un avvertimento: «Noi siamo pronti al gioco, ma attenti a quello che fate! ». Non c’è un partito, grande o piccolo che sia, caduto in disgrazia o meno, che non cavalchi, prima e dopo i pasti, la parola «cambiamento ». Una parola così inflazionata attraverso la quale si fa sempre più insistente il SOSPETTO che nessuno di questi partiti abbia la minima idea del peso che ESSA ha assunto. A tal punto che la si può benissimo sostituire con RIVOLUZIONE. Perché è di questo che ha bisogno la gente. Un programma dai contenuti rivoluzionari. Per esempio, il ritorno massiccio all’agricoltura. La difesa per l’ambiente. L’arte e, ridare alle città quel volto che gli immobiliaristi hanno orrendamente SFREGIATO senza alcuna pietà. Non tagliare, ma aumentare la spesa sulla SCUOLA e la RICERCA. Una legge contro l’omofobia e la violenza sulle donne. Una SANITí€ che permetta a chi non ha i soldi di ottenere una risonanza magnetica entro 24 ore, mentre adesso questo è valido solo per i ricchi e chi invece non può deve aspettare anche otto mesi. Perché solo i poveri devono morire, secondo il malevolo e oscuro pensiero dei ricchi. Un governo dunque, che non abbia paura di abolire gli inceneritori e quindi combattere chi inquina e avvelena la gente, come a Taranto, dove i lavoratori non hanno alternative: «Se vuoi lavorare devi anche morire, altrimenti se proprio vuoi vivere, sei disoccupato ». Un governo che abbia il coraggio di non chiedere ai cittadini la crescita se prima non abbassa le tasse a un terzo di quello che uno guadagna, in modo che nessuno può avere convenienza a evadere o a portare i soldi in Svizzera. Un governo che aumenti il netto della busta paga dei lavoratori e abbassi invece gli stratosferici stipendi dei parlamentari. Un governo che abbia il coraggio di mettere in riga le banche, obbligandole a un atteggiamento più benevolo verso le piccole imprese. Un governo insomma, che abbia il coraggio di rifare l’Italia da capo e che cominci lui a scendere nelle piazze contro quegli italiani che pur di non cambiare, accettano il gioco di scambio con la ‘ndrangheta. Sono queste le cose principali che chiedono gli italiani. Ma Bersani e Renzi avranno il coraggio di fare tutte queste cose?… Dalla simpatia che i due emanano, si è quasi propensi a pensare che ce la potrebbero fare. Però… se scaviamo nel loro background, ci viene il dubbio che per fare un SALTO così grande, bisogna essere allenati e aver attraversato, almeno in MOSCONE, lo stretto di Messina… altrimenti non è più un salto, ma lo scatto di una paralisi. Non c’è dubbio che Bersani e Renzi faranno bene. Ma è quel bene che se non parte dalle radici e non ci si dimentica di cambiare la terra che le avvolge (ormai asfittica) con una terra nuova di cultura, poco per volta «la pianta Italia » ritornerebbe ad ammalarsi e in modo sempre più grave. Cari Bersani e Renzi, non è meglio che vi soffermiate a riflettere un pochino, prima di avventarvi su un qualcosa di così malconcio come è l’Italia oggi?… Storace: “Monti è un criminale, ha asservito la nazione alle banche “Bella Ciao è una canzone diseducativa, non mi piace per niente. Sotto la doccia canticchia Faccetta Nera, “come molti italiani”. Tra Bersani e Renzi sceglierebbe il primo, perché “in fondo è uno dei nostri perché ormai è diventato antimontiano pure lui, è un uomo di partito e non andrebbe alle cene dei banchieri del Bilderberg come Renzi. Che però farebbe il cameriere, anzi è già lì che apparecchia la tavola”. “Ho la tentazione di andare a votare, anche se non mi sono iscritto. Però il Pd si illude di scegliere il candidato premier, ma in realtà hanno già deciso per Monti”, afferma Storace. Che poi spara a zero sul presidente del Consiglio: “È un criminale, anzi molto peggio di un criminale, andrebbe arrestato per tradimento alla nazione, ha asservito questo paese alle banche. Dovrebbero andarlo a prendere i carabinieri. Ha consegnato l’Italia a una potenza straniera, la Germania, che di questi tempi non mi sta più simpatica”. Finita qui? Macché. Storace tuona pure contro Giorgio Napolitano: “Delegittima ogni giorno il Parlamento che lo ha eletto. Anzi, è stato eletto col Porcellum che adesso odia. Però non posso dire quello che penso fino in fondo, ho già avuto problemi con Napolitano”. Primarie Pd, anche Bersani ha comprato una pagina di un quotidiano Il regolamento per le primarie del centrosinistra, all’articolo 7, spiega che “ai fini della sobrietà della campagna elettorale e della riduzione dei costi della campagna elettorale e della riduzione dei costi della politica, è fatto divieto ai candidati e ai loro sostenitori di ricorrere a qualsiasi forma di pubblicità a pagamento come, ad esempio, spot su radio, televisioni, giornali, itnernet o affitto di spazi su cartelloni pubblicitari”. L’esposto – Oggi, giovedì 29 novembre, una società riconducibile ai comitati che sostengono Matteo Renzi ha acquistato su diversi quotidiani nazionali un paginone in cui a caratteri cubitali (“Si decide il futuro dell’Italia”) si invita il lettore ad andare al voto al ballottaggio delle primarie del Pd, la prossima domenica. Apriti cielo. Tra i “Fantastici 5” del Pd (i cinque candidati alle primarie) è guerra. Una guerra impari: quattro contro uno. Bersani, Vendola, Puppato e Tabacci hanno infatti presentato un esposto contro Renzi per la violazione del regolamento. Il precedente – Peccato però che solo qualche giorno fa – l’aneddoto è stato ricordato dall’Huffington Post Italia – su La Stampa, edizione di Cuneo di giovedì 22 novembre, campeggiava una enrome pubblicità a favore del segretario Bersani. “Comitati X Bersani”, recitava la pagina. E ancora: “Dalle primarie un nuovo governo per l’Italia”. Infine: “Tutti per Bersani”. Putacaso, i vari Vendola, Puppato e Tabacci non hanno detto nemmeno una parola sull’iniziativa di Bersani, figurarsi un esposto. Qualcuno ci può spiegare perché Bersani può farsi pubblicità, e Renzi invece no? E per finire, va sottolineata una differenza sostanziale tra le due inserzioni che potete vedere nell’immagine: quella inserita dai renziani non invita a votare nessuno ma semplicemente a recarsi a votare; quella dei bersaniani, invece, è un clamoroso spottone pro-Pierluigi. Renzi: “Basta una email per votare”. L’esposto ai garanti: “Regole violate” Bersani e gli altri candidati alle primarie contro Renzi. Il segretario del Pd, Nichi Vendola, Bruno Tabacci e Laura Puppato hanno presentato un esposto al collegio dei garanti delle primarie contro le pagine riconducibili alla fondazione Big Bang del sindaco di Firenze, comparse oggi suLa Stampa, Quotidiano nazionale e Corriere della Sera, secondo cui, anche per chi finora non si è iscritto, basta soltanto una mail per potere partecipare al secondo turno. “Anche chi non ha votato al primo turno può farlo al ballottaggio richiedendo la registrazione”, si legge, sottolineando che è possibile scrivere al coordinamento provinciale o in alternativa “inviare la richiesta tramite il sito domenicavoto.it“, ideato ad hoc. Insomma, secondo i renziani basta un messaggio di posta elettronica. Per questo i comitati del sindaco hanno annunciato il mail-bombing, che Matteo Renzi rivendica: ”Significa semplicemente utilizzare gli strumenti della rete – afferma il sindaco di Firenze a Repubblica.tv – Mandando una email si chiede di poter votare e se votano più persone di domenica scorsa è un bene per tutti”. Al rottamatore i candidati che hanno presentato l’esposto imputano di avere “violato tutte le regole del codice di comportamento che aveva sottoscritto e che vieta la pubblicità sui giornali”, ha spiegato Paolo Fontanelli, rappresentante di Bersani. Non solo. “C’è evidentemente uno sfondamento del tetto delle spese e una violazione delle regole di trasparenza”, ha assicurato. Il regolamento e le pagine sui giornali per Bersani – Di fatto l’articolo 7 delle primarie del centrosinistra esprime “ai fini della sobrietà della campagna elettorale e della riduzione dei costi della politica” il divieto esplicito “ai candidati e ai loro sostenitori di ricorrere a qualsiasi forma di pubblicità a pagamento, come, ad esempio, spot su radio, televisioni, giornali, internet, o affitto di spazi su cartelloni pubblicitari”. Peccato che il divieto non sia stato rispettato nemmeno dai comitati di Bersani dove nell’edizione di Cuneo de La Stampa, come scrivono l’Huffington Post e il giornalista del Foglio Claudio Cerasa, è stato pubblicato un “messaggio autofinanziato dai sottoscrittori in elenco”. Pochi i dubbi sull’origine dei finanziatori, visto che la pagina riporta in calce la scritta “Tutti x Bersani“. Bersani: “Oggi cose sgradevoli” – Sull’esposto interviene lo stesso segretario del Pd che nel corso della registrazione a Porta a Porta insiste sul rispetto delle regole e chiarisce di non volere chiudere “perché non avrei niente da perderci, ma le regole rigorosamente si rispettano. Vale per il Paese. Sono troppi anni che abbiamo accettato l’idea che il consenso viene prima delle regole”. Ma oggi, aggiunge, “sono successe cose sgradevoli”. Poi si augura che “la cosa si possa rimettere in un solco accettabile” perché “fra il primo e il secondo tempo di una partita non si cambiano le regole”. Alla fine “decideranno i garanti – continua Bersani – ma cerchiamo di stare in questo alveo di regole e cerchiamo di non sfregiare questa cosa meravigliosa”. Ma Giuliano da Empoli, responsabile del programma del Comitato Renzi, replica: ”Ci siamo addormentati negli Usa con questo bel confronto in tv; ci risvegliamo in Bulgaria con questo esposto di 4 candidati, di cui tre già trapassati. Da una parte un appello per il voto; dall’altro questo esposto bulgaro”. Berlinguer e la “platea degli elettori” – Salgono dunque le tensioni tra bersani e renzianiall’indomani del faccia a faccia, tra ammissioni ‘discrezionali ‘ al ballottaggio e ‘mail bombing’ annunciato dallo staff del sindaco di Firenze. Al centro il regolamento per il voto del secondo turno, che Luigi Berlinguer, presidente del comitato dei garanti, interpreta in maniera restrittiva. “Le regole delle primarie non sono cambiate – ha detto – La platea elettorale non può essere modificata se non per casi eccezionali”. Che, tuttavia, saranno valutati dai singoli comitati provinciali. A infiammare la polemica si aggiunge la pagina comprata dallo staff del rottamatore su alcuni quotidiani nazionali. Ma il presidente dei garanti non ci sta. ”C’è chi sta provando ad inquinare l’informazione e a disinformare. Ma questo – sostiene Berlinguer – non è quello che abbiamo deciso insieme”. Poi specifica: “Ai comitati stanno arrivando una serie di richieste di registrazioni, non singole ma seriali, e questo inganna gli elettori e turba il sereno svolgimento del ballottaggio”. Berlinguer ricorda che “al secondo turno abbiamo previsto qualche deroga per chi non ha potuto votare al primo turno per ragioni indipendenti alla sua volontà. Sono casi eccezionali ed individuali e le richieste di votare vanno motivate perché i comitati provinciali devono valutare la motivazione”. Duro anche l’affondo di Alessandra Moretti, portavoce del comitato Bersani che su twitter, oltre a sottolineare che non si cambiano le regole in corsa, scrive: ”I renziani sanno di perdere e vogliono buttarla in caciara deligittimando il partito democratico e il vincitore del ballottaggio”. E chiarisce: “La platea dei votanti non si cambia. Votano solo gli elettori che si sono registrati entro il 25. I renziani disinformano”. Rincara la dose anche Davide Zoggia, componente della segreteria del Pd: ”Renzi continua a parlare a vanvera di giustificazioni per chi non si è registrato per le primarie. Cambiare la platea degli elettori tra il primo e il secondo turno costituirebbe una frode per chi si è iscritto in tempo e ha partecipato al primo turno. L’unico a doversi giustificare è Renzi: dovrà rispondere a tutti i votanti delle primarie di domenica scorsa del perché manda in giro informazioni sbagliate e fa pressioni per cambiare le regole democratiche accettate da tutti, secondo la migliore tradizione di certa destra italiana”. Deputati renziani: “Propensione all’interpretazione restrittiva” – Per parte sua, per il deputato renziano Mario Adinolfi ”limitare la partecipazione sarebbe un atto molto grave”. Eppure, precisa, “l’impressione è che dal comitato Bersani provenga un tentativo di lettura restrittiva. E’ come se il segretario avesse paura degli elettori”. E mentre il parlamentare democratico Salvatore Vassallo ricorda che “in Francia al secondo turno delle primarie vinte da Hollande ha partecipato almeno il 15% degli elettori in più del primo, senza vincoli, come è ovvio quando il risultato finale è incerto”, Andrea Sarubbi, altro deputato renziano, conferma: “Da parte di Berlinguer c’è una propensione alla linea restrittiva. Cosa succede a uno che aveva la febbre alta domenica scorsa e ha perso il primo turno? Lo fai votare o no? Questo spetta all’interpretazione del comitato provinciale” che “purtroppo è discrezionale”. Quel che è certo è che nello staff di Bersani “c’è molto nervosismo. Io al posto suo, non sarei serenissimo. Lui è quello che ha più da perdere, al massimo Renzi torna a fare il sindaco”. Intanto, anche su facebook cresce la perplessità degli elettori che non hanno votato al primo turno e non si sono registrati. Chi, ad esempio, ha mandato la mail ai comitati di Torino e Milano, si è visto recapitare questa mail: “A causa dell’alto numero di richieste non sarà possibile rispondere direttamente – si legge nel messaggio -. In caso di mancata risposta la richiesta deve considerarsi non accolta. Ci scusiamo per il disagio”. Letto 1183 volte. Nessun commentoNo comments yet. RSS feed for comments on this post. Sorry, the comment form is closed at this time. | ![]() | ||||||||||