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La carta Renzi per il Pd

29 Novembre 2012

Ormai è di tutta evidenza. Se Matteo Renzi fosse il candidato premier del centrosinistra, attirerebbe assai più voti di Pierluigi Bersani.
C’è una massa consistente di elettori moderati che è da tempo in attesa di qualcuno che sappia rappresentarla difendendo in particolare quel ceto medio tartassato dal governo Monti, e sostenuto da quella strana maggioranza di cui è componente rilevante il Pd di Bersani.
Come dall’altra parte Berlusconi e Alfano non possono tirarsi fuori dalla responsabilità di questa autentica barbarie perpetrata ai danni di chi ha sempre pagato le tasse e non ha nessuna scappatoia per evaderle, come accade ai ricchi, del tutto o quasi scampati alla strage, così è per Bersani. Egli è responsabile dell’accanita pauperizzazione di una parte consistente dell’elettorato rappresentata dal ceto medio.

Renzi, almeno stando alle promesse (che non bisogna mai prendere per oro colato come l’esperienza insegna), mostra di voler invertire la rotta, non solo, ma di avere idee chiare su come fermare la macchina devastatrice rappresentata dalla casta e dai suoi enormi ed ingiustificati privilegi.
Non v’è dubbio che se il Pd presentasse Renzi quale candidato alle politiche della primavera prossima, supererebbe da solo quantomeno il 30/35%. E forse anche di più, se si pensi che il sottoscritto, da anni elettore di centrodestra, sarebbe disposto a votarlo e quindi a passare dalla parte del centrosinistra.
Come me, chi sa quanti altri!

Quasi sicuramente, invece, vincerà Bersani, e dunque quella massa di elettori non entrerà nel gioco politico e si asterrà. Già questa conseguenza è colpevole ed è a carico di tutte le forze politiche, ma è soprattutto a carico del Pd, poiché è l’unica forza politica che si trova nelle condizioni di assorbirla e farla entrare in gioco.
Qualcuno ipotizza che Bersani giocherà la sua carta chiamando al governo Renzi, affidandogli un dicastero importante se non addirittura la vicepresidenza. Ma potrà essere possibile tutto ciò se la più ridotta percentuale prevista per il Pd che designi Bersani alla presidenza del consiglio ha bisogno della coalizione determinante con Vendola? Il quale Vendola non accetterà mai (stando alle sue dichiarazioni, ma in politica, si sa, tutto va preso con le molle) di governare con un Renzi ministro?
Renzi – da ciò che si è visto finora – è un politico destinato a farsi strada e a contare. Prima o poi sarà leader o del Pd o di una nuova compagine di centrosinistra da lui fondata che raccoglierà molti voti da tutte le aree, di centrodestra, di centro e di centrosinistra, raschiando anche il barile del Pd. E forse diverrà la prima forza politica del Paese.

Bersani è da una vita che sogna di occupare la poltrona di palazzo Ghigi, ed è comprensibile la sua aspirazione. Purtroppo gli è spuntata accanto una stella imprevista, che già ha un successo presso gli italiani superiore al suo. Un cavallo di razza, insomma, che il centrodestra gli invidia.
Relegarlo in una posizione impropria, oppure creargli intorno un ambiente ostile, sarebbe l’infausto aborto di una speranza che potrebbe garantire al Pd una governabilità durevole, radicata nel cuore della maggioranza degli elettori.

La primazia di Bersani aprirebbe invece una fase di incertezza nel conto della quale potrebbe anche mettersi l’uscita dal Pd di Renzi per dare vita ad una formazione tutta sua, con le conseguenze pesanti per tutte le forze politiche, Pd compreso.
Ci sta riflettendo il Pd?


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6 Comments

  1. Commento by Giulio Mozzi — 30 Novembre 2012 @ 08:59

    Bartolomeo, scrivi:

    Non v’è dubbio che se il Pd presentasse Renzi quale candidato alle politiche della primavera prossima, supererebbe da solo quantomeno il 30/35%. E forse anche di più…”

    Non so come faccia tu a non avere dubbi.

    Dal lontano 1982 mi diletto di statistiche elettorali, e ho conservato qualche amicizia nel settore. In questi mesi, come puoi immaginare, vengono commissionati ed eseguiti numerosi sondaggi d’opinione, anche molto accurati. I risultati dettagliati (es: collegio per collegio, ecc.) circolano solo all’interno delle organizzazioni interessante, ma da qualche chiacchierata ho imparato quel che segue.
    Ci sono delle tendenze:

    – l’elettore Pd favorevole a Renzi prevede che non voterà Pd se Bersani vincesse le primarie (soprattutto se le vince con l’apporto dei voti di Vendola);

    – l’elettore Pd favorevole a Bersani prevede che voterà Pd chiunque vinca le primarie, ma anche è tentato dall’astensione;

    – gli “indecisi di centro” prevedono che non voteranno Pd se Bersani vincerà le primarie, perché Bersani è “comunista”; e non voteranno Pd se Renzi vincerà le primarie, perché se uno vuole votare al centro c’è già l’Udc, che è un partito serio e continuista.

    – il “voto di protesta” preferisce largamente le liste Cinque Stelle (i “grillini”) a Renzi.

    Ovvero: Renzi sposta voti all’interno dell’elettorato del Pd. Non ne tira da fuori.

    Su tutto questo, l’incognita delle astensioni. Se il Pd farà un grande successo in percentuale, ciò sarà più probabilmente dovuto all’astensione dell’elettorato di destra che alla vittoria di Bersani o Renzi nelle primarie.

  2. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 30 Novembre 2012 @ 09:23

    Intanto, ciao Giulio. E’ un piacere e un onore rileggerti qui. Quanta acqua è passata sotto i ponti, soprattutto per me, berlusconiano sfegatato (volevo la riforma dello Stato, che illusione!) ed oggi mi ritrovo a dover scegliere tra Renzi, Grillo e un insulto da scrivere sulla scheda ove la legge elettorale favorisse la scelta del presidente del consiglio e del governo dopo il voto.

    La mia valutazione, personalissima, nasce dal fatto che quando Renzi venne a Lucca, migliaia furono i Lucchesi ad ascoltarlo e le lodi furono sperticate.
    Poi ho sentito i miei amici sia di centrodestra che di centrosinistra, i quali sarebbero tutti disposti a votare Renzi, almeno a parole.
    Renzi sa benissimo che può acqquisire questo elettorato, tanto è vero che sta cercando di ottenere uno strappo al regolamento, strappo che anch’io condivido facendo bene alla democrazia, di cui il Pd questa volta ha dato un esempio ammirevole.

    Ho letto poco fa questo interessante articolo di Luca Ricolfi.

  3. Commento by Giulio Mozzi — 30 Novembre 2012 @ 10:35

    La tua valutazione è impressionistica, Bartolomeo. Io ho riferito quanto mi è stato raccontato da persone che, di professione e con strumenti scientifici, elaborano dati (e previsioni) elettorali.

    Questa è la differenza.

  4. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 30 Novembre 2012 @ 12:44

    Ok. Purtroppo non potremo verificare giacché  le previsioni sono tutte per  Bersani.

  5. Commento by Felice Muolo — 30 Novembre 2012 @ 17:57

    Saluti a entrambi. Il piacere di vedere che  vi ‘siete trovati’  per me è grande. Voglio aggiungere il mio punto di vista sulla questione. Penso che Bersani (che mi è parso stanco e sfiduciato nel confronto con Renzi) dovrebbe farsi da parte e offrire la ‘poltrona’ al suo avversario.  Prima o dopo il ballottaggio. Nel secondo caso, che vinca o meno. Con Bersani come presidente del consiglio vedremo cose già viste che non vogliamo più vedere. In più avremo certamente D’Alema come futuro presidente della repubblica. Con Renzi, sempre che riesca a ‘far fuori’ D’Alema ( ma è più facile  che  lo sostenga nel raggiungere la più alta carica delle Sato), rimane la speranza che qualcosa di nuovo accada.  Qualunque cosa sia.    

  6. Commento by Felice Muolo — 30 Novembre 2012 @ 17:59

    correggo: nel secondo caso: anche se vince.

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