Quella pallottola per Silvio Berlusconi14 Ottobre 2009 Gli anni di piombo, ossia la lezione del terrorismo è già dimenticata, non dagli italiani, ma dai politici, a dimostrazione dell’infimo livello a cui una parte significativa di essi è pervenuta. “Nessun allarme preciso, ma il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi potrebbe essere bersaglio di gesti violenti e per questo i servizi segreti gli hanno consigliato di evitare i contatti con il pubblico. A riferirlo è stato il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Elio Vito, rispondendo al question time alla Camera a un’interrogazione di Emanuele Fiano.” Costui si è servito di Facebook per diffondere il messaggio. Sono notizie da brivido. Vado dicendo da tempo che il clima arroventato instauratosi in Italia (complice anche la stampa straniera) non può portare a niente di buono. L’antiberlusconismo diventato viscerale e vero e proprio odio sta portando in superficie il marcio della nostra politica. Esso galleggia maleodorante e infetto. Qualcuno, reso ottuso e cieco dall’antiberlusconismo, comincia a pensare che, se lo scandalo delle escort non è servito a niente, se la sentenza del giudice Raimondo Mesiano (il quale ha condannato la Fininvest ad un risarcimento da capogiro e oggi improvvidamente è stato promosso ai massimi gradi della magistratura dal CSM: sembra più una ricompensa che una promozione), non ha fatto versare lacrime di sangue a Berlusconi, se la maggioranza di governo resiste – un po’ traballando – a tutte le lusinghe di chi vuol prendere il posto dell’attuale presidente del consiglio, forse è il momento di passare a qualcosa di più drastico, che non consenta difese e reazioni e metta a tacere per sempre. Voglio sperare che i goliardi e gli immaturi della politica, come ad esempio Franceschini e Di Pietro, si rendano conto di ciò che hanno seminato nel Paese. Ricordo bene che Veltroni, il quale desiderava impostare un rapporto di correttezza tra le due coalizioni avversarie, è stato tolto di mezzo (anche se è vero che le sue capicità di governo erano vicine allo zero), perché ciò che non andava in lui era proprio il suo proposito di stabilire una contesa basata sui fatti. Lo si è fatto fuori, senza mezze misure, e al suo posto, non a caso, è stato insediato il vessillifero dell’antiberlusconimo più acceso, un figlio di Oscar Luigi Scalfaro che dell’antiberlusconismo fu l’antesignano. In democrazia deve sempre valere una regola ferrea. Chi è stato eletto a governare deve poterlo fare; chi è stato destinato all’opposizione deve tendere a mostrarsi migliore di chi è al governo. Chi è giovane, forse non sa di che cosa stiamo parlando quando ci preoccupiamo della democrazia. Legge forse sui libri di storia che cosa sia stato il terrorismo politico. Ma chi ha vissuto quegli anni, non intende ritornarci. Articoli correlatiQui. “Minacce a Berlusconi, Bossi e Fini”. Qui. “Aspiranti Killer sul web. Qui. Qui. Letto 2361 volte. | ![]() | ||||||||||
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