STORIA: Il 25 aprile8 Maggio 2013 di Costanza Caredio Che fare di questa ricorrenza che divide il popolo? Cercare gli elementi positivi oppure cancellarla? A favore c’è: la fine del conflitto, la conferma dell’UnitĂ , con il ruolo positivo del Re, che NON ha abbandonato il territorio nazionale e della Chiesa che ha provveduto ai soccorsi umanitari senza distinzione; il reinserimento nel quadro tradizionale di alleanze occidentali, con pesi e contrappesi: il contenimento degli Stati centrali (Germania), la conferma di quelli periferici, la posizione di attesa armata verso l’URSS. Ci fu la modifica del sistema di governo con il ritorno a forme rappresentative di mediazione dei partiti e freni all’esecutivo. Eravamo così reinseriti nella tradizione, sia millenaria di autogoverno (comuni e principati), sia pre-risorgimentale, con l’accogliemento e l’esame delle principali ideologie ottocentesche. Contro c’è: l’esito negativo della guerra con occupazione del suolo nazionale, stermini della popolazione civile – bombardamenti, vendette ideologiche, religiose e private, contrapposizioni sul territorio funzionali a sudditanze straniere, discredito e odio reciproco, ingiusto verso i Repubblichini che combattevano per valori ideali. Determinante in negativo il trattamento subìto dal Governo di Salò con a capo Mussolini, che si interponeva fra la potenza militare occupante (I Tedeschi) e la popolazione civile e le strutture territoriali. La barbara uccisione e il vilipendio del cadavere di un capo di governo italiano, sia pure provvisorio e ex-Primo Ministro del governo legittimo del Re, introduce nella storia dell’Italia unita e moderna, un elemento di barbarie non appartenente alla nostra civiltĂ e che va respinto. Di conseguenza il 25 aprile non può essere una festa nazionale. Letto 1268 volte.  Nessun commentoNo comments yet. RSS feed for comments on this post. Sorry, the comment form is closed at this time. | ![]() | ||||||||||