di Enzo Passanisi
[dal “Corriere della Sera”, giovedì 16 ottobre 1969]
Disastri sul mare durante la seconda guerra mondiale. Gli italiani ricordano Capo Matapan, i tedeschi l’affon damento della Bismarck e quello dello Scharnhorst, i giapponesi la battaglia dì Midway e quella del golfo di Leyte. La pagina più nera, per gli inglesi, fu la perdita della corazzata Prince of Wales e dell’incrociatore da battaglia Repulse, a nord di Singapore, da parte degli aerei giappo nesi. Ma c’è un altro tragico capitolo, nella storia della « Royal Navy », che è rimasto pressoché ignorato, un capi tolo che riguarda non le pos senti navi da combattimento, ma i mercantili, le indifese « carrette » che costituivano la linfa dei rifornimenti alleati. La tragedia ha un nome, «bat taglia dei convogli », sulla rot ta per i porti settentrionali dell’Unione Sovietica.
Il convoglio della morte di David Irving (per la serie « Presadiretta », ed. Mondado ri, pp. 370, L. 2000), ci porta, appunto, nelle gelide acque dell’Artico. Siamo nel giugno 1942 e gli inglesi stanno va rando la più infausta spedi zione nella storia della mari na alleata. E’ un momento assai difficile per la causa del le democrazie. Nel deserto Rommel ha appena iniziato l’ultima offensiva che lo por terà alle soglie di Alessandria. I russi si apprestano a soste nere la seconda, immancabile offensiva d’estate di Hitler, che giungerà fino a Stalingra do. Zio Joe tempesta gli ami ci occidentali di messaggi che invocano in termini sempre più pressanti il secondo fron te. Ma uno sbarco nella fortez za europea sarebbe, allora, un suicidio; l’operazione Torch, l’invasione dell’Africa Occi dentale è soltanto un piano nebuloso.
Rotta Murmansk
Per aiutare l’Armata Rossa, gli alleati non hanno che un mezzo, i convogli, lungo l’infi da rotta che porta a Mur mansk. Ne hanno mandati se dici, con perdite sempre più gravi. Ora, alle soglie del l’estate, parte dall’Islanda il diciassettesimo, il convoglio PQ17, appunto. «I convogli sono un colossale errore stra tegico » hanno sostenuto fin dal primo momento gli am miragli inglesi. La via per Murmansk passa pericolosa mente vicino alla costa set tentrionale della Norvegia. E lì i tedeschi sono appostati con sommergibili, con aerei, con navi da battaglia, fra le quali fa paura la Tirpitz, ge mella di quella Bismarck che, prima di colare a picco in Atlantico di fronte a tutta la flotta inglese, ha affondato con un colpo solo la Hood, or goglio della Home Fleet.
Parte dall’Islanda il PQ 17 â— trentacinque mercantili sti vati di carri armati, aeropla ni, autocarri e altro materiale bellico per un miliardo di dol lari â— e l’ammiragliato deci de di farne un’esca per salda re il conto, finalmente, alla Tirpitz. Non si possono ab bandonare i russi, ha decre tato Churchill, facendo preva lere il motivo politico su quel lo puramente strategico pro spettato dall’ammiragliato. Il convoglio delle vecchie « car rette », per due terzi ameri cane, avanza lentamente ver so l’isola degli Orsi, mentre a distanza è pronta a inter venire la Home Fleet dell’am miraglio Tovey. Ma la Tirpitz non abbocca, esce, torna in dietro, poi rimane acquattata fra i fiordi.
Giunta al limite del raggio d’azione degli aerei di base in Norvegia, la flotta da bat taglia inglese deve prendere la via del ritorno, trascinandosi appresso la scorta dei caccia torpediniere del convoglio, uti li in caso di scontro con le corazzate tedesche e arrivati quasi al margine dell’autono mia. Così i mercantili riman gono soli; ricevono l’ordine di « sbandarsi » abbandonando la formazione in convoglio e di raggiungere i porti russi ciascuno per conto suo. Sulle «carrette » si scatenano i som mergibili, gli aerosiluranti, i bombardieri in picchiata.
Eroi e codardi
Una strage, fra episodi di eroismo e di codardia â— navi difese fino all’ultimo dagli equipaggi e altre abbandona te prima ancora di essere sta te colpite â— che l’autore ha ricostruito uno per uno attin gendo alle testimonianze di rette e alla documentazione dei comandi impegnati nella azione. Fino a sollevare com pletamente il velo su una pa gina nera per la marina al leata, una pagina il cui se greto era stato sempre gelosa mente custodito. Delle trenta cinque navi da carico partite dall’Islanda, soltanto nove ar rivarono in Russia.