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STORIA: I MAESTRI: Il convoglio dannato

5 Luglio 2009

di Enzo Passanisi
[dal “Corriere della Sera”, giovedì 16 ottobre 1969]  

Disastri sul mare durante la seconda guerra mondiale. Gli italiani ricordano Capo Matapan, i tedeschi l’affon ­damento della Bismarck e quello dello Scharnhorst, i giapponesi la battaglia dì Midway e quella del golfo di Leyte. La pagina più nera, per gli inglesi, fu la perdita della corazzata Prince of Wales e dell’incrociatore da battaglia Repulse, a nord di Singapore, da parte degli aerei giappo ­nesi. Ma c’è un altro tragico capitolo, nella storia della « Royal Navy », che è rimasto pressoché ignorato, un capi ­tolo che riguarda non le pos ­senti navi da combattimento, ma i mercantili, le indifese « carrette » che costituivano la linfa dei rifornimenti alleati. La tragedia ha un nome, «bat ­taglia dei convogli », sulla rot ­ta per i porti settentrionali dell’Unione Sovietica.
Il convoglio della morte di David Irving (per la serie « Presadiretta », ed. Mondado ­ri, pp. 370, L. 2000), ci porta, appunto, nelle gelide acque dell’Artico. Siamo nel giugno 1942 e gli inglesi stanno va ­rando la più infausta spedi ­zione nella storia della mari ­na alleata. E’ un momento assai difficile per la causa del ­le   democrazie.   Nel deserto Rommel ha appena iniziato l’ultima offensiva che lo por ­terà alle soglie di Alessandria. I russi si apprestano a soste ­nere la seconda, immancabile offensiva d’estate di Hitler, che giungerà fino a Stalingra ­do. Zio Joe tempesta gli ami ­ci occidentali di messaggi che invocano in termini sempre più pressanti il secondo fron ­te. Ma uno sbarco nella fortez ­za europea sarebbe, allora, un suicidio; l’operazione Torch, l’invasione dell’Africa Occi ­dentale è soltanto un piano nebuloso.

Rotta Murmansk

Per aiutare l’Armata Rossa, gli alleati non hanno che un mezzo, i convogli, lungo l’infi ­da rotta che porta a Mur ­mansk. Ne hanno mandati se ­dici, con perdite sempre più gravi. Ora, alle soglie del ­l’estate, parte dall’Islanda il diciassettesimo, il convoglio PQ17, appunto. «I convogli sono un colossale errore stra ­tegico » hanno sostenuto fin dal primo momento gli am ­miragli inglesi. La via per Murmansk passa pericolosa ­mente vicino alla costa set ­tentrionale della Norvegia. E lì i tedeschi sono appostati con sommergibili, con aerei, con navi da battaglia, fra le quali fa paura la Tirpitz, ge ­mella di quella Bismarck che, prima di colare a picco in Atlantico di fronte a tutta la flotta inglese, ha affondato con un colpo solo la Hood, or ­goglio della Home Fleet.
Parte dall’Islanda il PQ 17 â— trentacinque mercantili sti ­vati di carri armati, aeropla ­ni, autocarri e altro materiale bellico per un miliardo di dol ­lari â— e l’ammiragliato deci ­de di farne un’esca per salda ­re il conto, finalmente, alla Tirpitz. Non si possono ab ­bandonare i russi, ha decre ­tato Churchill, facendo preva ­lere il motivo politico su quel ­lo puramente strategico pro ­spettato dall’ammiragliato. Il convoglio delle vecchie « car ­rette », per due terzi ameri ­cane, avanza lentamente ver ­so l’isola degli Orsi, mentre a distanza è pronta a inter ­venire la Home Fleet dell’am ­miraglio Tovey. Ma la Tirpitz non abbocca, esce, torna in ­dietro, poi rimane acquattata fra i fiordi.
Giunta al limite del raggio d’azione degli aerei di base in Norvegia, la flotta da bat ­taglia inglese deve prendere la via del ritorno, trascinandosi appresso la scorta dei caccia ­torpediniere del convoglio, uti ­li in caso di scontro con le corazzate tedesche e arrivati quasi al margine dell’autono ­mia. Così i mercantili riman ­gono soli; ricevono l’ordine di « sbandarsi » abbandonando la formazione in convoglio e di raggiungere i porti russi ciascuno per conto suo. Sulle «carrette » si scatenano i som ­mergibili, gli aerosiluranti, i bombardieri in picchiata.

Eroi e codardi

Una strage, fra episodi di eroismo e di codardia â— navi difese fino all’ultimo dagli equipaggi e altre abbandona ­te prima ancora di essere sta ­te colpite â— che l’autore ha ricostruito uno per uno attin ­gendo alle testimonianze di ­rette e alla documentazione dei comandi impegnati nella azione. Fino a sollevare com ­pletamente il velo su una pa ­gina nera per la marina al ­leata, una pagina il cui se ­greto era stato sempre gelosa ­mente custodito. Delle trenta ­cinque navi da carico partite dall’Islanda, soltanto nove ar ­rivarono in Russia.


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Bart