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Rivista d'arte Parliamone
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Una frase di Andrea Camilleri

20 Settembre 2009

Stamani l’Unità riporta qui una frase di Andrea Camilleri, il noto scrittore siciliano, che risponde ad una domanda del giornalista Miguel Mora del quotidiano spagnolo El Paí­s. Questa: «Crede che l’Italia può resistere quattro anni così? », chiede ad un certo punto l’intervistatore. E qui Camilleri dà un altro dei suoi affilati giudizi: «Non credo che l’Italia possa resistere ancora. Siamo sull’orlo di una implosione, ma non sarà la Chiesa a far cadere Berlusconi. Spero che saranno i cittadini ».

Se non chiarita, può essere una risposta sibillina.
Che cosa significa, infatti, “Spero che saranno i cittadini.”?

Mica si vuol pensare che una manifestazione di piazza dove ammettiamo pure che sfilino un milione di partecipanti con cartelli del tipo: “Berlusconi vai in galera”; “Berlusconi è il tuo 25 aprile”; “Berlusconi la festa è finita”; “Che il satrapo torni alle sue escort”, e via di questo passo, rappresenti la volontà dei cittadini? Una manifestazione, magari, condita dalle grida festanti e inconsapevoli di bambini tenuti in mano dalle mamme con ancora indosso i grembiulini della scuola o dell’asilo?

Mica si vuol far credere che qualche manovra di palazzo dei boiardi sia espressione della volontà dei cittadini?

Mica si vuol far credere che la campagna mediatica contro il governo rappresenti la voce dei cittadini?

Vediamo di finirla con queste storie. La voce dei cittadini ha un solo modo di esprimersi in un Paese democratico: attraverso libere elezioni.

Camilleri non legge ovviamente il mio blog. Ma mi piacerebbe che mi spiegasse meglio quella sua frase, poiché essa potrebbe essere offensiva nei confronti di tutti quei cittadini (si riducono sempre di più ad ogni tornata elettorale) che credono ancora che l’esercizio del voto sia un loro diritto, fondamentale per la vita democratica di uno Stato, e che la loro volontà sia testimoniata soltanto dal loro voto, liberamente e direttamente espresso, come vuole la Costituzione.

Qualunque governo debba cadere per mano del Parlamento (è il solo organo istituzionale che può farlo negandogli la fiducia) deve avere come sbocco il ritorno alle urne.
Nessun marchingegno può sostituire la volontà degli elettori.
Dobbiamo fermare questa nefasta tendenza a spregiare il voto degli elettori. E’ tempo che ci facciamo sentire. In piazza dovrebbero scendere tutti gli elettori a qualsiasi schieramento appartengano per pretendere il rispetto della loro volontà. Oggi per vie diverse dal voto si può far cadere un governo di destra, ma domani si potrà far cadere un governo di sinistra, come del resto è già successo, per una parte e per l’altra, in questa seconda Repubblica che speravamo diversa dalla prima.
E’ una battaglia unitaria che si dovrebbe avviare. La nascita della vera seconda Repubblica non dipende dai partiti, ahimé, ma è tutta nelle nostre mani. Ma siamo capaci di unirci per sconfiggere i boiardi?

Articoli correlati:

qui: Marcello Veneziani: “Le oligarchie che hanno potere”
qui ancora Marcello Veneziani: “Ora il Neuroparlamento processa il Cavaliere”

– Annotazione sul Lodo Alfano sulla cui legittimità sarà chiamata a pronunciarsi la Consulta il 6 ottobre prossimo.

Ho già scritto che sono favorevole al lodo Alfano. Esso non rappresenta affatto una novità nella nostra legislazione. Si pensi all’immunità parlamentare, sulla quale riporto quanto si legge qui:

“IMMUNITí€ PARLAMENTARE
Un parlamentare, nel periodo in cui svolge le sue funzioni, è circondato da una garanzia di impunibilità. Infatti, come afferma la Costituzione italiana all’art. 68, egli non può essere chiamato a rispondere delle opinioni espresse e dei voti che avrà dato. Perché si possa perquisire, arrestare, processare un parlamentare è necessaria l’autorizzazione (che, dopo la riforma costituzionale dell’ottobre 1993, non è invece richiesta per condurre un’indagine nei suoi confronti) della Camera a cui appartiene. Se l’autorizzazione viene negata, la magistratura non potrà procedere in alcun modo. Naturalmente, allo scadere del mandato parlamentare, il deputato o il senatore perdono il diritto all’immunità e tornano a essere come tutti gli altri cittadini, quindi perseguibili per i reati eventualmente commessi. Scopo dell’immunità parlamentare è quello di tutelare i membri del Parlamento nella loro libertà e indipendenza.”


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10 Comments

  1. Commento by Gian Gabriele Benedetti — 21 Settembre 2009 @ 00:31

    Camilleri ha già avuto in altre circostanze, spesso all’estero, (ancora Governo Berlusconi) espressioni decisamente scorrette, tendenziose e addirittura sconvenienti. In un’intervista (sempre Governo Berlusconi) ebbe a dire che si vergognava di essere Italiano. Perché non approfitta adesso, con un Governo che non gradisce, ad andarsene a stabilire all’estero. Io ne sarei felice e forse felice sarebbe pure lui.
    Lo faccia, esimio Camilleri! Espatri, altrimenti gli si avvelena il sangue, con questi Italiani che votano Berlusconi!
    Gian Gabriele

  2. Commento by Gian Gabriele Benedetti — 21 Settembre 2009 @ 00:38

    Nella fretta di scrivere, mi dimenticavo di ricordare all’esimio Camilleri, se ancora non l’avesse capito, che il voto espresso dagli Italiani è libero e democratico.
    Gian Gabriele

  3. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 21 Settembre 2009 @ 09:06

    Mi vien da ridere (si fa per dire, perché invece si dovrebbe piangere) quando, Gian Gabriele, si dice che Berlusconi ha in mano i media e li manovra a suo piacimento.
    Non ricordo di aver assistito mai ad un attacco così massiccio e concentrico su un nostro governo liberamente eletto con un’ampia maggioranza. Le forze del nostro Paese avverse a Berlusconi non solo si presentano agguerrite e senza museruola, ma sono appoggiate da quelle straniere con una concentrazione di fuoco che non ha precedenti. Mi domando chi abbia più potere: se il governo o l’opposizione. E da quel che si vede in questi tempi, la risposta è ovvia: l’opposizione, che gioca il suo ruolo in modo improprio e scorretto. Quando invia all’estero emissari come Camilleri ed altri a sparlare del nostro governo, diffonde nel mondo un’immagine dell’Italia falsa, e ci vorranno anni per recuperare un prestigio corroso dalla calunnia.
    Pensa, Gian Gabriele, che l’opposizione non ha esitato ad affiancarsi al magnate dei media, al numero uno, Murdoch, il quale, per interessi propri, fa la guerra anche lui a Berlusconi, e dopo il 2011 avrà sicuramente a disposizione altri spazi grazie ai quali (altro che i media attribuiti a Berlusconi!) sarà il padrone dell’informazione in Italia, come lo è già in tante parti del mondo. Vedremo se, quando arriverà il momento, qualcuno dell’opposizione si muoverà per contrastarlo, o invece si alleerà con lui, facendogli comodo il suo potere.

    Non appaia esagerato se sostengo che in questo momento l’Italia è in stato d’assedio, sottoposta al cannoneggiamento di vere e proprie potenti corazzate che ne stanno sgretolando la democrazia.

    Pensa, infine, che tutto ciò sta succedendo in relazione alla vita privata del premier, e non agli errori eventuali del suo governo. Di questi non si parla. Addirittura – tanta è la malafede – si arriva a sminuire l’importanza di quanto è stato fatto fino ad oggi dal governo per la ricostruzione in Abruzzo! Non dell’Italia c’è da vergognarsi, ma di questi uomini che hanno in spregio, in realtà, la democrazia, perché cercano di sovvertire con mezzi illegittimi il risultato di un voto libero e democratico. Per quanto potrò, desidero impedire che si ripeta quello che giustamente, a mio avviso, viene chiamato un colpo di Stato. Perché questo è. Il primo esempio fu la caduta del primo governo Berlusconi nel dicembre del 1994. Al posto della maggioranza eletta dal Paese, venne innalzata da Oscar Luigi Scalfaro a reggere il governo buona parte dell’opposizione, mentre quella scelta dagli elettori dovette andare lei all’opposizione, nonostante che protestasse e chiedesse immediate elezioni.
    Fu uno scandalo! Scrissi, per ricordarlo, “Cencio Ognissanti e la rivoluzione impossibile”. Oggi si cerca di ripetere quel primo colpo di Stato. Non voglio subirlo senza far sentire la mia flebile voce. Spero che ci siano altri pronti a prendere le difese del voto libero e degli elettori: una categoria di cittadini che rischia di diventare un guscio vuoto, senza volontà né anima. E’ una voce che avrei levato in difesa anche di un governo di sinistra eletto liberamente dai cittadini. Dissentii quando D’Alema prese, a metà legislatura, nell’ottobre del 1998, il posto di Prodi, scelto dagli elettori a guidare il governo. Ma in quel caso la maggioranza restò la stessa, mentre Oscar Luigi Scalfaro perpetrò nel gennaio del 1995 un vero e proprio colpo di Stato, sovvertendo il risultato elettorale.

    Nel mio “Cencio Ognissanti e la rivoluzione impossibile” (sotto forma di romanzo, la prima ed unica dettagliata testimonianza del primo colpo di Stato della seconda Repubblica), che si può scaricare gratis qui (attenti, sono 463 pagine in A/4!), ad un certo punto si legge questo dialogo:

    «Non ci scherzare su queste cose, Mela. Se i partiti non metteranno giudizio, si potrebbe anche avere un colpo di Stato. »
    «Lo abbiamo già avuto il colpo di Stato, dopo il 27 marzo 1994, e il golpista è proprio Scalfaro, che fai, lo gnorri? »
    «Bischerate, Piero, te dici sempre bischerate. »
    «C’è un bell’articolo di Carlo Pelanda su il Giornale, che fa per te. È intitolato “Oscar Luigi XVI contro il popolo.” » Questo era uno dei passaggi dell’articolo: “Probabilmente non esistono gli elementi formali per accusare il presidente della Repubblica di «colpo di Stato ». Tuttavia, nei fatti, di questo si tratta.”

  4. Commento by Gian Gabriele Benedetti — 21 Settembre 2009 @ 15:55

    Caro Bartolomeo, l’Italia avrebbe bisogno di una sinistra veramente seria e responsabile. Perché c’è bisogno anche di un’opposizione che controlla e che propone. Purtroppo non abbiamo questo tipo necessario di opposizione. Nel nostro paese, a sinistra, c’è una specie di accozzaglia che non ha ancora trovato la sua vera via. Allora “sbarroccia†in maniera pesante e scomposta, anziché proporre e porsi come alternativa credibile. L’unico scopo attuale di costoro è quello di abbattere in ogni modo Berlusconi, usando persino la menzogna, la calunnia, l’espressione violenta, la violazione della vita privata; aggrappandosi ad una Magistratura in gran parte politicizzata in un sol verso; appoggiandosi ad intellettuali ormai stantii e non più credibili, confidando in politici del vecchio stampo (cariatidi-volponi), servendosi di industriali invidiosi di Berlusconi…
    C’è mancanza di libertà in Italia? Non c’è libertà di stampa? Ma mi si faccia il piacere! Mai come ora, come tu giustamente dicevi, la stampa spazia ampiamente e scrive ciò che vuole ed anche più, compreso il falso. Ma è mai stato attaccato così violentemente un Governo, quando c’erano i democristiani al potere? O quando ci sono stati i vari Prodi, D’Alema, ecc.? Ed allora l’importante per questa sinistra è mistificare e gridare contro “il tirannoâ€, augurandosi che qualcosa accada in loro favore (sperano nel solito ribaltone, vecchio stampo). Questo fanno, anziché organizzarsi seriamente, tentare di divenire una vera indiscutibile alternativa, realizzare programmi credibili da sottoporre agli Italiani che democraticamente votano e scelgono.
    Gian Gabriele
    P.S.
    Ho letto ed apprezzato il tuo bel romanzo “Cencio Ognissanti e la rivoluzione impossibileâ€. È e rimarrà, tra l’altro, una chiara documentazione della schifezza perpetrata da Osacr Luigi Scalfaro, il cattolico(?).

  5. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 21 Settembre 2009 @ 19:16

    Seguiamo, Gian Gabriele, con attenzione la politica di questi giorni. Ottobre e novembre (Lodo Alfano e congresso Pd) potrebbero soffiare sul fuoco del tanto peggio tanto meglio.

  6. Commento by Carlo Capone — 21 Settembre 2009 @ 20:02

    Io sono contrario a una caduta del governo Berlusconi, pur non condividendone le alleanze e certe impostazioni.
    Ma credo che la violenta campagna a suo danno non abbia come scopo la sua immediata caduta. Secondo me guarda lontano.
    Ritengo inoltre che la gravità della crisi economica mondiale non offra spazi per governi di avventura e penso che lo stesso Napolitano, indispensabile artefice di un’eventuale operazione del genere, non abbia alcuna volontà di agire.
    Il Premier dovrà dunque abituarsi a convivere con questo clima, per altro innescato dalle dichiarazioni della moglie. E’ già successo in Paesi più importanti e non sembra siano originati sfracelli. Il guaio però è che Berlusconi vuol piacere, e questo è un suo sacrosanto diritto, ma in questa fase della vita del Paese ciò è materialmente impossibile. Dovrà dunque rassegnarsi a vivere questa sua stagione con una certa personale sofferenza.
    Per il bene dell’Italia.

  7. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 21 Settembre 2009 @ 21:38

    Credo, Carlo, che Napolitano non sia così scadente e golpista come Scalfaro, e confido anche in lui per evitare il “colpo di stato”.

    Come ho già scritto in più di un’occasione, sono convinto che Berlusconi abbia capito la lezione e non commetterà più certi errori (magari ne farà altri, conoscendo l’effervescenza dell’uomo).

  8. Commento by giuliomozzi — 22 Settembre 2009 @ 11:40

    Ma: la mia impressione è che sarà Silvio Berlusconi a fare fuori la chiesa italiana.

  9. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 22 Settembre 2009 @ 12:06

    Non credo che lo faccia, Giulio. La Chiesa fa gola a molte parti politiche.

    Approfitto, Giulio, per dirti che dalle 10 di stamani ho in mano il tuo ultimo libro di racconti: “Sono l’ultimo a scendere” e fra un momento ne darò l’annuncio sulla rivista.
    Per chi mi legge qui, voglio dire che Giulio Mozzi è tra i migliori raccontatori in Italia.
    Il libro è già da stamani presso tutte le librerie.

  10. Commento by Felice Muolo — 22 Settembre 2009 @ 18:24

    Giulio, se mi permetti, impressione errata. Berlusconi non è tanto scemo da capire che la Chiesa da sempre è l’impero più potente del mondo e potrebbe schiacciarlo con un dito se solo pensasse di operare quello che dichiari.

    Di nuovo auguri per la tua nuova pubblicazione.

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