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VARIE: Gregoretti nave della marina italiana. L’artificio del governo

13 Febbraio 2020

di Bartolomeo Di Monaco

Un altro degli artifici fasulli messi in atto dall’attuale maggioranza riguarda il fatto che la Gregoretti era una nave militare italiana alla quale non poteva essere negato lo sbarco.
Innanzitutto va ricordato che anche la nave Diciotti era una nave della marina italiana, perciò stesso caso.

Per la Gregoretti si deve precisare che fu il governo italiano a spedire la nave militare Gregoretti a soccorrere i migranti fermi nelle acque di Malta, e dunque è un controsenso sostenere che il governo si è opposto all’approdo di una nostra nave, la quale è regolarmente rientrata in porto. Come si può parlare, perciò, di sequestro di persona, quando, dopo che la nave è regolarmente entrata in porto, i migranti sono stati assistiti da un medico salito a bordo e sono stati fatti scendere donne e bambini e persone cagionevoli. Il governo non si è opposto all’ingresso di una nave della marina militare Italiana, ripeto, giunta regolarmente in porto. Si è opposto allo sbarco di migranti illegali, in attesa della ripartizione degli stessi nell’UE. Si deve perciò focalizzare la questione da discutere non sulla nave italiana, ma sul fermo (a mio avviso regolare e, anzi, dovuto) posto allo sbarco di migranti illegali.

Questo per chiarire.

Qui troverete il verbale della seduta di ieri al Senato. Leggetelo, così potrete annotarvi gli interventi pretestuosi e rinunciatari dei diritti del Parlamento, che dovrete mandare a memoria per il futuro.

Sottolineo ancora una volta l’intervento di Giulia Bongiorno, poiché nella prima parte ha ben sottolineato la confusione che si stava facendo in punto dei diritti del Parlamento. Lucida esposizione, di cui metto qui in evidenza uno stralcio:

“Lo dico anche a Salvini: non si faccia provocare. Non si faccia provocare. Perché qui nessuno di noi può, in qualche modo, scavalcare i giudici. Perché, forse, quello che non è chiaro è che, in questo momento, c’è, da un lato, un Ministro e – pensate a una bilancia – sull’altro piatto della bilancia c’è il potere giudiziario, che vuole processarlo. Ma la legge dice che, quando ci sono questi due poteri (immaginate due piatti della bilancia: uno si abbassa e uno si alza), ci vuole un terzo giudice.

La legge sceglie come giudice, in questo momento, noi senatori. Siamo noi i giudici. O capiamo questo, o non abbiamo capito nulla! (Applausi dai Gruppi L-SP-PSd’Az e FIBP-UDC).

Ma voglio dirvi un’altra cosa. Ho sentito, nel dibattito di oggi e dei giorni scorsi: ma perché dovremmo essere noi i giudici? Facciamo fare ai giudici il loro dovere. Trasferiamo ai giudici questa decisione. Forse non è chiaro il concetto: quello che si giudica in quest’Aula, che è l’interesse pubblico, non sarà mai giudicato in un secondo momento dai giudici. L’avete capito o no che questa è l’unica sede in cui si può valutare? È questo il punto. (Applausi dai Gruppi L-SP-PSd’Az e FIBP-UDC).

L’unico quesito, allora, che ci dobbiamo porre è questo. Questa Assemblea deve giudicare: quando Salvini era Ministro dell’interno, il rallentamento dello sbarco dei migranti, in attesa di alcune risposte sulla redistribuzione, che stava gestendo la Presidenza del Consiglio, lo ha operato nell’interesse pubblico? Una corretta e ordinata organizzazione dei flussi e della redistribuzione dei migranti è interesse pubblico?

Qualcuno potrebbe dire, il Partito Democratico ad esempio: ma noi non condividiamo affatto la politica di Salvini durante il suo Governo. Ecco, non dovete votare in base alla condivisione della politica del Governo. (Applausi dai Gruppi L-SP-PSd’Az e FIBP-UDC).

Quello che stabilisce la legge è altro. Attenzione: se l’atto è stato compiuto nell’interesse pubblico e io, senatore, ho una diversa e opposta opinione sulla politica dell’immigrazione, con senso di orgoglio, con senso di responsabilità, devo avere il coraggio di dire no. È questo che prevede la legge. (Applausi dai Gruppi L-SP-PSd’Az, FIBP-UDC e dal Gruppo FdI).”.


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