VARIE: LETTERATURA: Come immagino le librerie del futuro
3 Marzo 2020
di Bartolomeo Di Monaco
Intorno agli anni Novanta del secolo scorso, quando in Italia compariva per la prima volta il libro digitale (e-book), sostenni in un dibattito (tra i miei interlocutori c’era anche quello che io considero un grande narratore di racconti non valorizzato adeguatamente, Giulio Mozzi) che per ragioni economiche, la formula del libro digitale avrebbe dato il via a grandi trasformazioni.
Il libro digitale, infatti, consente all’editore di annullare completamente il magazzino cartaceo compreso il sistema distributivo, con risparmi incalcolabili. Conservando semplicemente un solo file per libro, egli è in grande di renderlo disponibile in tutto il mondo.
Già questo è straordinario.
Ma c’è di più.
Poiché l’interrogativo che pone questa evoluzione riguarda la fine che farebbero le librerie, ho pensato che, anche qui, il genio di qualcuno potrebbe dare una risposta ancora più straordinaria.
Quello che segue è ciò che mi frulla nella testa da quel tempo.
Le librerie del futuro, secondo la mia previsione, non avranno più bisogno di tanto spazio, non essendoci più gli scaffali per esporre i libri. Basterà una dignitosa stanza.
E i libri?
Ci saranno vari schermi (a disposizione della clientela, come succede con le slot machine) su cui scorreranno le copertine dei libri. Il programma consentirà al cliente di ordinare i libri per genere, per autore, per lingua, per prezzo, e così via. Quando il cliente avrà trovato il libro desiderato, farà clic sulla copertina è il libro andrà automaticamente in stampa su una delle macchine che la libreria mette a disposizione del lettore.
Il genio che invoco, dovrà per forza inventare questa macchina (mi sembra di essere Jules Verne), e credo che non sia impossibile arrivarci per una mente doviziosamente dotata. Essa potrà costare all’inizio un bel po’ di soldi, ma, secondo quanto si è visto succedere ai prodotti tecnologici, con i successivi inevitabili perfezionamenti, diverrebbe un prodotto dal costo non più proibitivo.
La stampa (rilegatura compresa) dovrebbe poter richiedere pochi minuti (dieci?).
Non appena questo portentosi genio avrà partorito la macchina della ‘conoscenza’ (o anche la macchina della ‘sapienza’), la rivoluzione del libro sarà compiuta.
E, per di più, acquistare il libro diverrebbe anche un piacevole divertimento: a tutto vantaggio delle vendite, e dunque del libraio.
Succederà ?
Credo proprio di sì. Magari non nell’arco della mia poca vita restante, ma in un futuro non troppo lontano, tale da far godere la novità alle giovani generazioni.
Ed io che l’ho sognata?
Me la godrò dal luogo (se esiste) dove il Padreterno avrà deciso di farmi accomodare.
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