Verdini e Fini: due modi diversi di reagire1 Settembre 2010 Stando a quanto rivelato da Libero sembra che nella rete della famigerata cricca sia caduto pure il presidente della Camera. Il come lo racconta l’inviato Franco Bechis, ripreso anche da Francesco Cramer del Giornale (qui). Se le intercettazioni di quella che è definita dalla stampa una nuova P3 sono state considerate, non soltanto pubblicabili, ma attendibili, per le intercettazioni tra l’imprenditore Piscicelli, uno della cricca, e la segretaria particolare di Fini, Rita Marino, non si può che usare lo stesso metro. Altrimenti chi accusa Verdini ed altri, cadrebbe – ma ormai ci siamo abituati – nell’ipocrisia. Così, se si applica la stessa unità di misura, almeno la segretaria Marino è da considerare, a quanto sembra, implicata fino al collo nello scandalo, avendo sbloccato un pagamento di 1,5 milioni di euro a favore dell’imprenditore sotto accusa presso la magistratura fiorentina. Si cercherà di sostenere che Fini di tutto questo non sapeva niente, come si è tentato di fare per la casa di Montecarlo, dove lo scaricabarile ha rischiato di seppellire il cognatino Giancarlo Tulliani. Che in effetti è sparito dalla circolazione, dopo aver cercato di balbettare qualcosa a sua difesa, aumentando con ciò i sospetti sul presidente della Camera. Ora di “Elisabetto†non si sa più niente e perfino il Corrierone finge di averlo perso di vista. Ma la tesi che di ciò che stava accadendo tra la Marino e Piscicelli il povero Fini fosse del tutto ignaro, è tesi per gonzi. Non credo che la Marino abbia ancora ritrattato l’intercettazione o abbia rilasciato dichiarazioni. Probabilmente è trattenuta sotto campana, come sta accadendo a Giancarlino. Ebbene, quando il nome di Verdini apparve sulle cronache dei giornali, Verdini non si peritò di tenere una conferenza stampa, sottoponendosi alle domande dei giornalisti, alle quali rispose punto per punto. Invece Fini che fa? Dopo aver querelato il Giornale ora ci riprova con Libero. Pensate: è lo stesso Fini che si è battuto contro la legge del bavaglio! E ora che la pubblicazione di intercettazioni pare coinvolgere anche la sua persona, reagisce querelando. Lui che, a differenza di Verdini, ricopre la terza carica dello Stato, e dovrebbe fugare da sé, subito, ogni sospetto! A lui spetterebbe infatti, prima ancora che affidarsi alla magistratura, rispondere tempestivamente ai cittadini,  convocando una conferenza stampa aperta, ovviamente, alle domande dei giornalisti. Come ha fatto il parlamentare Verdini, e come fece il ministro Scajola. Una conferenza stampa sulla quale si stanno addensando molte ombre da diradare: dalla casa di Montecarlo, alle pressioni sulla Rai a favore dei familiari, fino ai favori concessi, pare, a Piscicelli. E chi sa se la lista finirà qui. Ho l’impressione che più passa il tempo, più si addenseranno altre ombre a carico di Fini, se risulterà provato che egli abbia trasformato i suoi uffici di Montecitorio in una vera e propria sede di affari, anche personali. Naturalmente per Napolitano tutto ciò non fa una grinza, e ancora non sente, non vede e non parla. Articoli correlati“La linea del premier: basta attacchi a Fini” di Marco Galluzzo. Qui. “Gaucci: “Basta bugie, ora querelo Elisabetta” di Gian Marco Chiocci. Qui. «Il premier deve liberarsi di Fini » Riccardo Pelliccetti intervista il politologo Marco Tarchi. Qui. Da cui estraggo: «Per quanto sia un azzardo, a mio parere Berlusconi avrebbe un vantaggio a stanare Fini portandolo alla prova delle urne. Il logorio serve a Fini, non a Berlusconi » “I diktat di Fini al Cav per salvare il governo. Ecco la lista-capestro” di Francesco Cramer. Qui. “Processo breve, Berlusconi e la fuga dall’assedio” di Francesco Cramer. Qui. “Processo breve, piano B del premier” di Ugo Magri. Qui. “Processo breve: ecco cosa può far saltare la maggioranza”. Qui. “Storace sta con Libero: “pronti a sottoscrivere tutti gli articoli su Fini”. Qui. “Cavaliere, non è più il tempo delle colombe” di Milton. Qui. Da cui estraggo: “L’obiettivo è ormai chiaro: fargli fare la fine di Craxi. I mandanti sono gli stessi: i signori delle rendite, i veri conservatori, e i loro galoppini: ex/post-comunisti e magistrati, fiancheggiati dalla famosa stampa indipendente pagata dai patti di sindacato. Il tutto benedetto dal Colle. “Ma la mazzata finale è arrivata dal Colle. Con una loquacità puntigliosa e leggermente arrogante, il Presidente della Repubblica è intervenuto più volte nella calura ferragostana. L’apice l’ha però toccato dando un’intervista al giornale del suo vecchio partito, lui arbitro neutrale, nel quale ha attaccato chi chiede le elezioni anticipate e ha detto basta agli attacchi al Presidente della Camera. Non si ricorda la stessa veemenza nel difendere il Presidente del Consiglio, anch’egli istituzione mi pare, quando non più di un anno fa, fu persino tacciato di pedofilia. Silenzio assordante, come silente rimane in questi giorni, di fronte agli attacchi alla seconda carica dello Stato, infangata da certa spazzatura giustizialista.” “Attenzione Presidente Berlusconi, questi sono gli eredi, per rimanere ai comitati di liberazione nazionale, della feccia di Piazzale Loreto, hanno persino cambiato i termini della prescrizione per il caso Mills, per riuscire a metterla al gabbio, una volta per tutte. “Il Pd critica il Porcellum. Ma lo difende nella sua Toscana” di Paolo Armaroli. Qui. Casa di Montecarlo. Rassegna stampa del 1 settembre 2010. Qui. Letto 1669 volte. | ![]() | ||||||||||
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