Vogliono stanare Fini11 Novembre 2010 E fanno bene. Alla fine Di Pietro c’è riuscito a convincere Bersani. Fini è un furbetto, diceva; Fini tieni il piede in due staffe; staniamolo. Di Pietro da qualche giorno cantava la messa a Bersani e finalmente ce l’ha fatta. Ieri il segretario del Pd ha annunciato che è cominciata in Parlamento la raccolta di firme per sfiduciare il governo. Naturalmente a far decidere Bersani è stata anche la promessa che Berlusconi ha fatto a Bossi di completare il federalismo entro Natale. Bersani vuol far capire a Bossi che la promessa non potrà essere mantenuta perché questo governo a Natale non ci arriverà . Quindi, se vuole il federalismo deve trattare con il Pd e compagnia bella (anzi brutta), compreso Fini. Se Bossi appoggerà , anche standone fuori, il governicchio, quest’ultimo metterà nel suo programma, oltre la riforma elettorale, anche il completamento del federalismo, magari sempre entro Natale. Non so che cosa oggi combinerà Bossi nell’incontro con Fini, ma spero che non voglia togliere le castagne dal fuoco a colui che questa situazione di conflittualità permanente l’ha eretta a sistema della legislatura. Male gli incoglierebbe, poi, se fosse irretito dalle lusinghe di Fini, il quale potrebbe anche proporgli di abbandonare Berlusconi, come fece Scalfaro nel 1994. Voglio sperare che Bossi non cada nella trappola. Dopo il governo Dini si accorse di aver sbagliato e tornò con Berlusconi. Accadrebbe la stessa cosa. Invece, oggi, importa stanare Fini.  Sbandierare ai quattro venti il suo vero volto, quello del traditore e del voltagabbana, ormai certificato con tanto di pedigree. Se Bossi uscirà dall’incontro confermando la lealtà a Berlusconi, Bersani e Di Pietro andranno a chiedere anche ai finiani di firmare la richiesta di sfiducia. E questi si troveranno di fronte al bivio. Come reagiranno? Se firmeranno la richiesta di sfiducia il governo cadrà . Se non la firmeranno il governo resterà in piedi e i finiani potranno continuare a logorarlo. Ma il popolo del Fli sarà d’accordo che, di fronte ad una allettante richiesta di sfiducia, i suoi dirigenti si tirino indietro e, dopo tante grida di battaglia, se la facciano addosso? Se non firmeranno la mozione di sfiducia saranno considerati dei felloni. Tanto rumore per nulla, si dirà . A Bastia Umbra sembrava lanciato l’assalto definitivo a Fort Apache, ed invece ci si è fermati a bivaccare davanti alle mura del fortino. E Berlusconi potrà agire con una carta vincente in più: la fellonia dei finiani. Se Bossi non farà lo sbaglio di offrire una chance a Fini, il presidente della Camera scalfirà ancora di più il suo prestigio, già minato dagli errori compiuti da Bastia Umbra in poi. Berlusconi deve solo mantenere la calma. Non accettare alcuna mediazione che lo porti a formare un governo-bis con i finiani e l’Udc. Sarebbe un governo inconcludente e litigioso, un’armata brancaleone di centrodestra destinata a durare lo spazio di un mattino, in tutto simile all’armata brancaleone agognata dall’opposizione per mettere in piedi il governicchio. Una trappola, che servirebbe a far guadagnare a Fini e a Casini posizioni di maggior forza per pugnalare alle spalle, al momento opportuno, il Cavaliere. Articoli correlati“Ultima offerta, il Berlusconi bis” ma Fini dice no all’amico Gianni” di Claudio Tito. Qui. “Berlusconi pensa al bis, ma teme Fini Napolitano parla già di nuovo governo” di Adalberto Signore. Qui. Intervista a Vittorio Feltri a cura di Luca Telese. Qui. “Bossi: «Fini mi ha detto le stesse cose che ha detto dal palco di Perugia »”. Qui. “Governo, da Fini porta in faccia a Bossi “Ancora fermo al discorso di Perugia”. Qui. “Fumata nera al vertice tra Bossi e Fini”. Qui. “Napolitano critica i tagli. “Grande buio sulle scelte”. Qui. “Mettono il bavaglio a Feltri per 3 mesi E lui: “Condanna alla disoccupazione”. Qui. Letto 1784 volte. | ![]() | ||||||||||
Commento by cletus — 11 Novembre 2010 @ 07:25
Bart, converrai che per una delle maggioranze più forti mai uscite delle urne negli ultimi anni, lo spettacolo  è desolante. Mi limito a registrare che (nell’ambito del mio lavoro) il mercato è fermo, aumentano gli insoluti, non c’è fermento. In più la pressione fiscale è alle stelle e c’è gente che si indebita per pagarle regolarmente.
Non è un bel quadro. Mi chiedo cosa ha trattenuto fin qui il Governo dal mettere mano a questa situazione. Va anche bene sostenere, come fanno, che la crisi è globale, che non riguarda solo l’Italia ect. ect. Ma credo che chi ha prestato il fianco ai balletti di Fini sia stata proprio questo montante malumore nella pancia del paese reale (e non parlo di chi è antiberlusconiano per definizione). Tutto qui. Temo che non se ne uscirà facilmente. saluti.
Commento by Bartolomeo Di Monaco — 11 Novembre 2010 @ 09:28
Se non ho capito male, dopo la fase della stabilità dei conti, avrebbe dovuto partire (così disse Tremonti qualche settimana fa) la fase del rilancio dell’economia.
Purtroppo Fini, che tresca da quasi un anno, intralcia questa azione, e addirittura ha chiesto un nuovo governo con una maggioranza che non può stare in piedi, per un conflitto di obiettivi grande come una montagna.
Inoltre, mi attendevo le riforme dello Stato, soprattutto l’elezione diretta del premier e una riforma della giustizia.
Sono deluso anch’io dallo spettacolo che la maggioranza sta dando di sé. Però l’alternativa del governicchio di Bersani sarebbe un male peggiore.
Ecco perché  la parola deve tornare agli elettori. Sperando che facciano loro pulizia.
Commento by Mario Di Monaco — 11 Novembre 2010 @ 10:11
Sembra di capire che la possibilità di proseguire la legislatura debba essere decisa dall’esito di una partita che si sta giocando fra due schieramenti. Da una parte, la coppia Berlusconi-Bossi, che vorrebbe convincere Fini a continuare secondo quanto era stato concordato nel patto elettorale proposto ai cittadini; dall’altra, la coppia Fini-Casini, spalleggiata da altri potenziali giocatori pronti a sedersi al tavolo in caso di bisogno, che pretenderebbe un segnale forte di discontinuità attraverso le dimissioni del premier e la rinegoziazione del programma di governo.
La differenza sostanziale fra le due proposte, che segna il discrimine fra due diversi modi di concepire la democrazia, è il rispetto o meno della sovranità popolare.
Nel primo caso, si vuole affermare l’esistenza di uno stretto legame fra ciò che ha espresso la volontà popolare, le decisioni del parlamento  e l’azione di governo.
Nel secondo caso, si preferisce sostenere  che il parlamentare, una volta eletto, è libero da ogni vincolo e può agire anche in difformità da quanto deciso dal popolo.
Spero che Berlusconi tenga duro e ci rispetti.