Acqua. Il quesito referendario14 Giugno 2011 Non sono andato a votare, perciò scrivo queste cose in dubitativo. Ho letto che il primo quesito referendario sull’acqua pubblica recita: “Vo lete voi che sia abro gato l’art. 23 bis (Ser vizi pub blici lo cali di ri le vanza eco no mica) del de creto legge 25 giu gno 2008 n.112 “Di spo si zioni ur genti per lo svi luppo eco no mico, la sem pli fi ca zione, la com pe ti ti vità, la sta bi liz za zione della fi nanza pub blica e la pe re qua zione tri bu ta ria” con ver tito, con mo di fi ca zioni, in legge 6 ago sto 2008, n.133, come mo di fi cato dall’art.30, comma 26 della legge 23 lu glio 2009, n.99 re cante “Di spo si zioni per lo svi luppo e l’internazionalizzazione delle im prese, non ché in ma te ria di ener gia” e dall’art.15 del de creto legge 25 set tem bre 2009, n.135, re cante “Di spo si zioni ur genti per l’attuazione di ob bli ghi co mu ni tari e per l’esecuzione di sen tenze della corte di giu sti zia della Co mu nità eu ro pea” con ver tito, con mo di fi ca zioni, in legge 20 no vem bre 2009, n.166, nel te sto ri sul tante a se guito della sen tenza n.325 del 2010 della Corte costituzionale?”. Se questo è il quesito (e non mi pare di trovare riferimenti ad abrogazione di commi particolari, ma dell’intero art. 23 bis), qui troverete la legge che contiene l’art. 23 bis che gli elettori del Sì hanno abrogato (ho messo il link perché l’articolo è lunghissimo). “Testo del decreto-legge 25 settembre 2009, n. 135 (in Gazzetta Ufficiale – serie generale – n. 223 del 25 settembre 2009), coordinato con la legge di conversione 20 novembre 2009, n. 166 (in questo stesso supplemento ordinario alla pag. 1), recante: «Disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi comunitari e per l’esecuzione di sentenze della Corte di giustizia delle Comunità europee ».” Scorrete il testo fino ad arrivare all’articolo 15, il quale contiene – lo trovate subito sulla colonna destra – il chilometrico art. 23 bis, ora abrogato. Avverto: ci vorrà forza e coraggio per leggerlo tutto. Il 23 bis come vedrete non tratta solo dell’acqua pubblica ma anche di altri servizi pubblici). La mia prima domanda è, nonostante quanto leggo qui: l’abrogazione vale anche per gli altri servizi pubblici regolati dall’art. 23 bis? La seconda è: come ha fatto la Cassazione ad autorizzare un quesito che abroga un articolo così complesso e, dico la verità, poco chiaro? La terza è: quante aziende dovranno chiudere, e non per colpa loro? La quarta: quanti lavoratori si troveranno entro pochi mesi disoccupati grazie a questo Sì? La quinta: perché nessuno ha spiegato tali conseguenze agli elettori? Avrei preferito che il Sì degli elettori fosse stato un po’ più consapevole circa la partita in gioco e la politica avesse meglio illustrato a sostegno del Sì le alternative e i rimedi veri ai disastri attuali circa la gestione dell’acqua. Nonché se tale abrogazione coinvolgesse anche gli altri servizi pubblici. Invece è passata solo la voce che con il No sarebbe stato necessario, per accedere alle fontane pubbliche, inserire una monetina come si fa nei parcheggi pubblici. Ahimè… Altri articoliLe conseguenze del voto, viste da Il sole 24 ore. Qui, qui, qui. Estraggo: “I numeri dicono che hanno perso quanti si opponevano a questi referendum sostenendo che fossero basati su mistificazioni. Ma con i numeri le mistificazioni sono venute alla luce del sole: le cose non sono più semplici, ma almeno sono più chiare.” “C’è anche un effetto performativo dei referendum. Ha perso il centrodestra. L’onda dell’antistatalismo che l’aveva portato al potere era innanzitutto rigetto del sistema partitocratico, consapevolezza che la proprietà pubblica dei mezzi di produzione produce inefficienza e metastatizza in corruzione, a livello municipale perfino peggio che a livello nazionale. Il referendum è stato perso perché gli italiani non si ricordano più che gestione pubblica è gestione dei partiti, e i partiti sono quello che sappiamo.” “Per acqua, rifiuti e trasporto locale si apre una nuova stagione: il ritorno al predominio dell’in house. O, se si preferisce, il mantenimento del predominio attuale. Un predominio che nelle risorse idriche riguarda il 60% delle attuali gestioni, con prospettive di nuove espansioni future della macchina pubblica, a scapito dei concessionari privati e delle spa miste che hanno bisogno di una gara per poter acquisire la gestione. La gara non è più obbligatoria. “Sono le aziende pubbliche controllate al 100% dagli enti locali e affidatarie del servizio senza alcuna gara i veri vincitori del referendum: tutte le attuali gestioni vengono salvaguardate fino alla loro scadenza naturale. Anche per dopo, un trionfo del pubblico: con il voto referendario il divieto di affidamento in house è saltato. Anche per la ‘casta’ è un bel successo: poltrone e assunzioni garantite ai sistemi politici locali per i prossimi decenni. “Sarà quindi necessaria una nuova legge per capire se e quanto si debba remunerare il capitale investito: dovrà stabilire criteri diversi da quelli di oggi, ma senza banche e capitali privati esiste solo lo Stato. E lo Stato oggi non ha risorse per finanziare questi investimenti. Il rischio è quello di ridimensionare notevolmente i programmi che prevedono lavori per ridurre le perdite nella rete acquedottistica e per realizzare gli impianti di depurazione necessari per adeguarci agli standard europei.” “Acqua, ora inizia la sfida” di Carlo Clericetti. Qui. “Veronesi: “Mi inchino ai cittadini, ma così non si pensa al futuro” intervista a cura di Egle Santolini. Qui. “Passano i referendum Ha trionfato la paura, il governo non rischia” di Vittorio Feltri. Qui. “Ecco quanto ci costano le favole ambientaliste” di Nicola Porro. Qui. Da cui estraggo: “Continuiamo così: tutti felici. I cittadini festanti votano per la loro condanna fiscale e i politici altrettanto festanti brindano per il mantenimento delle loro 24mila poltrone nei consigli di amministrazione delle società pubbliche locali (fonte Corte dei conti). Quello che non vedremo nelle tariffe, lo troveremo in maggiori imposte e affideremo il tutto ai nostri abilissimi politici locali. Bell’affare.” “quest’anno le nostre bollette della elettricità sono aumentate del 3,9 per cento, di cui il 3 per cento per i sussidi a vento e sole (fonte Authority per l’Energia). Gli italiani hanno votato per aumentare il loro «debito pubblico elettrico » per cento miliardi di euro. E si trovano le centrali alle porte di casa. Questa più che un’illusione finanziaria, sembrerebbe una truffa.” “Bersani esulta, ma il Pd ammette “Se il Cav lascia siamo nei guai” di Laura Cesaretti. Qui. “Dopo Fini servivano le urne” di Fraancesco Perfetti. Qui. “La crisi di credibilità del centrodestra è, con ogni probabilità, iniziata quando, dopo il tradimento di Fini e del Fli e dopo l’inverecondo assalto giudiziario e mediatico cui è stato sottoposto, Berlusconi non ha avuto la lucidità necessaria per imporre, con un colpo d’ala, il ricorso anticipato alle urne e si è imbarcato in una campagna tesa ad acquistare consensi parlamentari e si è visto costretto a creare posti di sottogoverno per contentare gli appetiti dei sostenitori dell’ultima ora. È stata una strategia devastante che lo ha costretto a scendere a compromessi e a cedere a ricatti, più o meno manifesti.” “La diabolica analogia con Craxi” di Francesco Damato. Qui. “Berlusconi non ha più tempo: cambi passo e rimetta in gioco il Pdl” di Gennaro Malgieri. Qui. Da cui estraggo: “Non è certo consolante concludere dicendo che è bene tenersi ciò che è stato prodotto, compresa la spocchia e l’ingratitudine di sindaci e presidenti di regioni, oltre che di parlamentari sprovveduti, che non hanno compreso la strumentalizzazione dell’occasione referendaria ed hanno ripagato chi li ha sostenuti facendo vincere coloro che hanno messo in piedi l’ignobile sceneggiata che produrrà danni incalcolabili al Paese. No, non è consolante affatto. Ed è anche un po’ vergognoso attraversare le lande desolate e depresse del centrodestra ricavandone la sensazione che coloro i quali dovrebbero reagire sono in realtà rassegnati. Per quanto? Per un anno, due anni, o soltanto fino alla verifica parlamentare che ci sarà tra pochi giorni? Letto 1335 volte. Nessun commentoNo comments yet. RSS feed for comments on this post. Sorry, the comment form is closed at this time. | ![]() | ||||||||||