ARTE: LETTERATURA: I MAESTRI: John Ruskin artista e letterato14 Novembre 2012 di Alberico Sala John Ruskin: si colma quest’anno il secolo e mezzo dalla sua nascita; cent’an ni dalla sua nomina alla cattedra d’arte nell’Univer sità di Oxford. Il nove è un numero capitale nella sto ria dell’artista e letterato inglese: nel 1919, infatti, il suo più grande ammirato re d’Europa, Marcel Proust, pubblicava i suoi studi su Ruskin in Pastiches et mélanges. Memorabili sono la traduzione proustiana deLa Bibbia d’Amiens, e l’in troduzione in cui si riflette la sua condivisione del bi nomio ruskiano di sensibi lità e intelligenza, gli stes si valori che avrebbero pre sieduto, in misura suprema alla stesura della Recherche. Il consenso di Proust (che lo considerava «uno dei massimi scrittori d’ogni tempo e d’ogni paese »). an ticipava, contro le perplessità dei contemporanei, la rivalutazione dell’opera di Ruskin affermatasi ai no stri tempi, non tanto per il rigore estetico, la vali dità delle teorie artistiche, guanto per la fermezza mo rale, le qualità poetiche del la sua pagina, la nettezza dello stile, la sua influen za nell’elaborazione della moderna prosa letteraria. Nel giro di questi rinver diti interessi, Mario Vinci guerra, ha dedicato un esemplare « quaderno », al l’insegna dell’Osservatore politico-letterario » diretto da Giuseppe Longo, a John Ruskin ed i preraffaelliti (pp.113, l. 1500). Vinci guerra, con un lavoro scru poloso ed acuto, confuta le idee errate circolanti, die tro biografie disinvolte, sul conto dello scrittore ingle se: « che ebbe la gloria e la sventura di partecipare, in sieme con Tolstoi e con Ibsen, ad un triunvirato tra sacerdotale e profetico su quasi tutti ì circoli intel lettuali d’Europa ». Il rac conto della vita s’intreccia con l’analisi delle opere, de gli interessi dei suoi viaggi (fu assiduo dell’Italia: ne Le pietre di Venezia, affer ma che la severità del gotico coincide con lo splen dore civile della repubbli ca), dei suoi «hobby », (so prattutto la botanica), del la sua ossessione morale, e dei suoi furori sociali. Sui rapporti fra Ruskin e i preraffaelliti, Vinciguer ra, pur riconoscendo che il movimento, sull’abbrivo, su bì l’influenza dei primi due volumi dei Pittori moderni, è del parere che essi non costituiscano « niente di fondamentale e di vitale ». L’amicizia che durò più a lungo fu quella con Ros setti. Poi, per i più, Ru skin divenne oggetto di ironia; un fissato e un can dido, un « pedagogo non desiderato e fastidioso ». Letto 5105 volte. Nessun commentoNo comments yet. RSS feed for comments on this post. Sorry, the comment form is closed at this time. | ![]() | ||||||||||