Berlusconi. La cassazione ha fatto il guaio e solo la cassazione può rimediare27 Agosto 2013 Ieri si è avuto notizia che la cassazione ha acquisito presso il quotidiano il Mattino la registrazione della telefonata di oltre mezz’ora intercorsa tra il giornalista Antonio Manzo e il giudice Antonio Esposito, una telefonata che conterrebbe indiscrezioni sulla sentenza le cui motivazioni non sono ancora note, almeno ufficialmente. I membri dell’organo disciplinare ascolteranno ciò che il giudice Esposito ha detto e assumeranno le decisioni opportune al riguardo. Come scrissi, non c’è da aspettarsi granché, poiché tra la casta dei magistrati vige di fatto la regola che cane non morde cane, per cui si troverà il modo per dare un piccolo rabbuffo al collega troppo chiacchierone, e tutto finirà lì. Ma come per le telefonate tra Napolitano e Mancino è rimasto il forte sospetto che qualcosa di “scottante” sia intercorso tra i due, così al cittadino sorge il sospetto, viste le testimonianze emerse circa la inquietante personalità del giudice Esposito, che anche il contenuto delle sue telefonate sarà custodito gelosamente e poco trapelerà per conoscere qualcosa di più delle suggestioni e del chiacchiericcio circolati. Ovviamente il quotidiano il Mattino e il suo giornalista sanno bene come stanno le cose, ma ormai in Italia siamo abituati a rimanere esclusi da certe informazioni. Ingroia non ci dice nulla delle telefonate di Napolitano, Pontone si tiene ben custodito il segreto di quanto Fini c’entri con l’oscuro caso della casa di Montecarlo, ed ora il giornalista Manzo si guarda bene da sbobinare la registrazione per adempiere ad un dovere verso i suoi lettori che la sua professione gli imporrebbe. Io appartengo alla categoria dei sospettosi, specialmente se mi avvedo che vengono messe in atto manovre sotterranee affinché tutto cada nell’oblio. Se non si ha il coraggio di far conoscere subito la verità ai cittadini su ciò che accade nelle istituzioni, l’esperienza dimostra ad abundantiam che quel coraggio non si manifesterà mai più, e la verità a poco a poco scivolerà nell’oblio. Ci sono, nelle nostre istituzioni, marpioni che sanno il fatto loro, e si muovono in modo felpato ma deciso affinché un tale coraggio resti affossato per sempre. Promesse, ricatti? Forse. L’ho già scritto: la nostra è una democrazia malata, che va assomigliando sempre più alla peggiore delle anarchie: arruffona e dissoluta. Il collegio giudicante, presieduto da Antonio Esposito, accecato dall’odio contro l’imputato, ha comminato una condanna che ha tutti i sintomi dell’aberrazione giuridica. È diffusa presso molti strati della popolazione, e soprattutto presso i milioni di elettori del Pdl, la convinzione che il giudice Esposito abbia operato in difformità ai principi costituzionali del giusto processo, e che quella sentenza sia fortemente gravata dal fumus persecutionis. Letto 5029 volte. | ![]() | ||||||||||
Commento by zarina — 27 Agosto 2013 @ 12:33
Mi auguro che il giornalista prima di consegnare la registrazione alla cass. ne abbia fatto qualche copia,… non si sa mai che per qualche strano incidente possa andare distrutta… e non si sa mai che prima o poi recuperi un po’ di coraggio di far conoscere la verità . Ma il coraggio è una virtù dei forti e per il momento mi pare di vedere una variegata presenza di “pulpitielli e’ paranza” . L”unico ad avere coraggio è proprio il cav .
Che ci sia fumus persecutionis lo sanno tutti, a cominciare dagli avversari che però ne gioiscono, come i tifosi di una squadra che vince con un calcio di rigore palesemente inesistente regalato dall’arbitro.
Credo che questo intervento della cass. faccia parte della sceneggiata, cui non seguirà alcun effetto concreto e riparatore dell’obrobrio. Non torneranno indietro, l’obiettivo era, è e rimane quello di far fuori il personaggio, (anche fisicamente se riterranno necessario), le sue aziende, il movimento politico e forse anche i suoi sostenitori.
Ma c’e davvero chi crede che nell’ambiente giudiziario non fossero a conoscenza del curriculum, del carattere, delle opere, dei pregiudizi, dei sentimenti e orientamenti politici di quel settantenne magistrrato chiacchierone?
Commento by Bartolomeo Di Monaco — 27 Agosto 2013 @ 22:47
Cara zarina, nutro pure io il sospetto che quel giudice ci sia stato messo proprio perché si sapeva bene del suo maligno antiberlusconismo.