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Che cosa mai pretende Gianfranco Fini?

8 Gennaio 2010

 

[Pubblico questo post dal pc di mio fratello perché sono senza linea. Tenetene conto, se non mi vedete intervenire. dmb]

Ha sbagliato Gianfranco Fini a mandare una confezione di calmanti a Vittorio Feltri. Sono sicuro che in questi giorni se n’è reso perfettamente conto e se potesse tornerebbe indietro. Ma ormai lo ha fatto e ne deve pagare le conseguenze. È chiaro, infatti, che Feltri se l’è legata al dito ed ha intenzione di scoperchiare i nervi del presuntuoso presidente della Camera per costringerlo a richiedergli indietro la confezione per farne uso personale.

Che non sia davvero questa la vera ragione degli attacchi sempre più concentrici che Feltri sta muovendo a Fini?

I colonnelli dell’ex presidente di An, quelli che sono definiti i fedelissimi, nonostante siano ridotti al lumicino, vanno chiedendo che Feltri la faccia finita e lo chiedono a Berlusconi, come se lui potesse comandare a bacchetta il permaloso direttore del Giornale, che non è affatto, checché si voglia lasciar intendere da parte delle opposizioni, un quotidiano di partito, come sono invece, ad esempio, Il Secolo d’Italia e l’Unità.

La verità è che Fini ha ben poco da esigere da Feltri e molto da chiarire con gli elettori del Pdl.

I suoi fedelissimi, anziché pretendere la testa di Feltri, dovrebbero chiedere al loro leader che dica chiaramente, ad esempio, se è ancora favorevole all’elezione diretta del capo del governo.

Ieri abbiamo letto le parole esplicite pronunciate dal presidente del Senato Renato Schifani. Egli ha   detto che tra le riforme istituzionali deve rientrare anche l’elezione diretta del premier.

Che faccia altrettanto Fini!

Ieri abbiamo pure letto l’accusa che Marcello Veneziani gli rivolge circa il suo mutamento da fautore del presidenzialismo, a sostenitore del parlamentarismo, ossia di quel tipo di prima Repubblica che tanti danni ha provocato al Paese.

Fini preferisce tacere, dopo che tante dichiarazioni successive a quella del luglio 2009 con la quale ancora sosteneva il presidenzialismo, hanno fatto e fanno dubitare che egli si sia convertito alla democrazia degli inciuci, rinnegando quella democrazia da lui tanto sbandierata fino al luglio scorso, che ha nella sovranità popolare il suo caposaldo.

Italo Bocchino, che è un parlamentare che stimo, dovrebbe fare a Gianfranco Fini questa domanda: Sei d’accordo che tra le riforme costituzionali ci sia anche quella relativa all’elezione diretta del premier?

La risposta di Fini dovrebbe essere data però a voce alta, perché ad ascoltarla non dovrebbe essere solo Italo Bocchino, ma almeno tutti gli elettori del Pdl.

Allora capiremo se Fini meriti gli attacchi di Feltri.

E li meriterà, e ancora più duri, se avrà fatto dietro front, voltandoci le spalle.


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3 Comments

  1. Commento by Ambra Biagioni — 8 Gennaio 2010 @ 11:57

    Intanto l’editoriale di Belpietro da Libero di oggi 8/01

    In quanto a Fini, io credo che sia abbastanza intelligente da capire che, dovunque vada, fuori dal PdL, non potrà mai essere primo e, come secondo, sarà meglio che lo sia di Berlusconi, il vero PRIMO.

  2. Commento by Ambra Biagioni — 8 Gennaio 2010 @ 12:25

    I commenti sul Legno

  3. Commento by Felice Muolo — 9 Gennaio 2010 @ 17:24

    Quello che vado sostenendo da tempo: Fini cerca solo visibilità.

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Bart