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Chi la fa, l’aspetti

17 Dicembre 2012

Stamani su “La Stampa, (anche Teresa Bartoli su “il Mattino”, qui)  un autorevole commentatore, Federico Geremicca, rileva quanto Napolitano sia rimasto deluso – e forse perfino irritato – dall’intenzione di Mario Monti di scendere in campo, ponendo fine alla sua terzietà.

Di questo, personalmente ancora dubito, come ho già scritto, convenendo a Monti di garantire la continuità della sua agenda salendo al colle per esercitarvi tutti i nuovi poteri di comando assunti motu proprio da Napolitano, il quale ha praticamente aperto la strada ad una repubblica presidenziale. Quel posto, se scegliesse in questa direzione, è più che assicurato da una larga maggioranza che glielo affiderebbe senza alcuna esitazione.

Sembra però che Monti si accinga a compiere quello che io ritengo il più grosso errore della sua vita. Scendere in campo, infatti, non vuole affatto dire che egli vincerà il confronto con Bersani, anche se potrà sottrargli qualche voto. Bersani, almeno a me, appare come un vincitore sicuro e sulla sua vittoria scommetterei come si fa per una corsa di cavalli.

Lo scontro (giacché alla fine risulterà una guerra senza prigionieri) ne danneggerà, a causa della sconfitta, l’immagine sia nazionale che internazionale, e i poteri forti non conteranno più sulla sua affidabilità e sul suo carisma. Lo abbandoneranno ad un destino di oscuro burocrate, quale, in fin dei conti, è stato fino alla chiamata Merkel-Napolitano.

Se scenderà in campo, inoltre, sarà un esempio vivente di come l’ambizione e la vanità possano confondere la mente e indirizzare un individuo   ad un vero e proprio suicidio politico, mentre, se le avesse saputo dominare, sarebbe salito ad una carica istituzionale che è la prima e la più prestigiosa del nostro Paese.

In ogni caso, bando alle repliche. Ho già scritto più di una volta queste cose ed ora non manca che una manciata di giorni per conoscere le decisioni del premier, e una manciata di settimane per conoscere se il cammino che avrà deciso di intraprendere lo condurrà alla meta o lo perderà per sempre.

Ciò che mi preme qui dire, invece, è che Federico Geremicca ha intuito ciò che scrissi ieri, anche se non lo ha scritto esplicitamente. Ossia: Napolitano si è visto tradito dal suo pupillo. Gli aveva perfino preparato il posto quirinalizio, ma ha dovuto con amarezza scoprire di essersi allevato una serpe in seno, non solo, ma potrebbe essere proprio Napolitano, con il suo errore di puntare sulla fedeltà di Monti, a mettere a rischio la vittoria, che fino ad ieri appariva più che sicura, del suo partito alle prossime elezioni.

Ciò che successe ad Achille Occhetto nel 1994 con la discesa in campo di Silvio Berlusconi, potrebbe dunque succedere a Pierluigi Bersani con la discesa in campo di Mario Monti. Ma chi ha spianato la strada a Monti, ponendolo all’attenzione della politica italiana? Lui, Napolitano. Altrimenti Monti sarebbe rimasto nell’ombra da cui era stato avvolto fino a quell’inquietante (per la democrazia) giorno di novembre allorché la Merkel e Napolitano decisero di convogliare su di lui tutte le luci della ribalta.
Dice un vecchio proverbio: Chi la fa, l’aspetti.

P.S. Ancora odore di casta

Leggo questa notizia e resto basito. Tra la Fieg e il parlamento si è raggiunta un’intesa per cui la rassegna stampa sarà fruibile in internet solo dai parlamentari e da non meglio identificati soggetti istituzionali interessati.
La domanda è: Perché lorsignori sì e i cittadini no? La risposta è scontata: L’accesso ai cittadini riduce le vendite della carta stampata. L’accesso alla casta, essendo questa numericamente insignificante, non produce danni economici.
Osservazione: Non stiamo parlando di costi, ma di diritti. Il cittadino ha gli stessi diritti di informazione su ciò che accade nel Paese e fuori. Dunque: il cittadino per essere informato deve pagare, la casta no. Come per i voli in aereo, per i viaggi in treno, per le auto blu, e così via, ora si inventa un altro privilegio che dà il segno di quanto il popolo sia considerato gleba al servizio del privilegio. Spero che qualcuno, più autorevole di me, elevi la sua protesta.


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2 Comments

  1. Commento by Giuseppe — 17 Dicembre 2012 @ 13:24

    Sono disposto a concordare con gli editori, ma a una tassativa condizione:che vengano contestualmente aboliti i contributi statali all’editoria. Altrimenti i cittadini verrebbero a trovarsi, more solito, nella assurda condizione di …cornuti e mazziati.

  2. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 17 Dicembre 2012 @ 14:28

    Ottima osservazione. Grazie.

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A chi dovesse inviarmi propri libri, non ne assicuro la lettura e la recensione, anche per mancanza di tempo. Così pure vi prego di non invitarmi a convegni o presentazioni di libri. Ho problemi di sordità. Chiedo scusa.
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