CINEMA: I film visti da Franco Pecori4 Dicembre 2010 [Franco Pecori dal 1969 ha esercitato la critica cinematografica – per Filmcritica, Bianco & Nero, La Rivista del Cinematografo e per il Paese Sera.  È autore, tra l’altro, di due monografie, Federico Fellini e Vittorio De Sica (La Nuova Italia, 1974 e 1980). Nel 1975, ha presentato alla Mostra di Venezia la Personale di Jean-Marie Straub e Danièle Huillet; e alla Mostra del Nuovo Cinema di Pesaro, con Maurizio Grande, una ricerca su Neorealismo: istituzioni e procedimenti (cfr. Lino Miccichè, Il Neorealismo cinematografico italiano, Marsilio). Dal 2002, ha tenuto per 4 anni, sul Televideo Rai, la rubrica settimanale Film visti da Franco Pecori. Noto anche come poeta, Pecori può vantare la stima di Franco Fortini] Tornando a casa per NataleHjem til Jul Il ferroviere Odd Horten (Il mondo di Horten, 2009) “tornava a casa†per la pensione, dopo una vita di lavoro. Entravamo nel suo intimo, guardavamo intorno con i suoi occhi, le cose normali alludevano a una dimensione altra, un mondo dove non succedeva “niente†diventava una realtà piena di sorprese. Il norvegese Hamer (Kitchen Stories, 2003, Factotum, 2005) non ha saputo ripetere il miracolo O’Horten. Ha preferito affidarsi alla letteratura, attingendo ai racconti di Levi Henriksen (Only Soft Presents Under the Tree) per mettere insieme diverse situazioni che si compongono in un quadro natalizio un po’ dolciastro. La piccola città di Skogli fa da scenario per le storie “morali†di personaggi in cerca del proprio destino (e della coscienza di sé). Il filo conduttore è affidato al viaggio di un ex calciatore, Jordan (Sørensen),  finito barbone, il quale per Natale vuole tornare a casa. La sua solitudine fa da referente, anche per contrasto, alla mozione degli affetti che caratterizza il tessuto narrativo. Frammenti di “umanità †estratti da alcune storie rappresentative compongono una trama metaforizzante, come per un pudico recupero di innocenza, in occasione della festa che celebra la Nascita. Per una nuova vita, per una speranza non impossibile. L’angoscia di un padre separato (e cacciato) che si veste da Babbo Natale per “rubare†un momento con i suoi figlioli, la vana speranza di una donna di avere tutto per sé l’uomo (sposato) che ama, il medico che ritrova il senso della vocazione aiutando a partorire un’albanese rifugiatasi col suo uomo in fuga dall’Est, il ragazzino di famiglia protestante che preferisce non-festeggiare con la compagna di classe musulmana: raccontini che fanno bene ai buoni. Il cinema di Hamer, però, resiste soltanto per alcuni minuti, sguardi e osservazioni iniziali che fanno sperare in una “continuazione†dell’Horten. Invece poi la penna prevale. «Buon Natale in ogni caso ». Incontrerai l’uomo dei tuoi sogniYou Will Meet a Tall Dark Stranger Verrebbe da dire sgradevole, se solo si potesse, in questo caso, evitare di dare alla parola il significato negativo che gli viene dalla s iniziale. Il peggior servizio che si possa fare a un autore come Woody Allen è di attribuire ai suoi film connotazioni sul versante della gradevolezza; e specialmente a quest’ultimo lavoro, anagraficamente senile ma “a venire†rispetto al tremendo contesto attuale, caratterizzato dall’oscena invasione di ciarpami e frattaglie rimasticate alla moviola senza ritegno. Tremenda, quando parliamo di una commedia di Allen, anche la parola sinossi, veicolo di omogeneizzazioni specialmente insopportabili se riferite all’arte del racconto e della rappresentazione. Diremmo, se mai, che a Londra c’è una matura signora, Helena (Jones), la quale paga l’affitto della casa in cui vive la figlia Sally (Watts), sposata a Roy (Brolin), romanziere mediocre, e vogliosa di cambiare vita con il suo capo Greg (Banderas), proprietario d’una galleria d’arte. Helena, dopo che il marito Alfie (Hopkins), illuso com’è di potersi permettere amori più giovani, l’ha lasciata, si perde nei sogni fraudolenti d’una cartomante indovina, le cui balle finiscono per proiettarsi attorno, sul presente e sul futuro di tutti, distruggendo progetti matrimoniali e incoraggiando novità improbabili – mentre Roy, invece di scrivere capolavori, si fissa a guardare dalla finestra una giovane indiana (Pinto), chitarrista dirimpettaia e promessa sposa dalle nozze incerte, Sally vagheggia relazioni rigeneratrici, ignara del disinteresse di Greg verso di lei. Più probabile, garantito dalle intuizioni della veggente, l’incontro di Helena con Jonathan (Ashton-Griffiths). Sarà l’uomo dei suoi sogni?  Nel quadro di false attrazioni e di risaputi inganni, il più “vero†è Alfie, preda designata di un feroce destino marcato Viagra, di un risarcimento non conveniente e ridicolo come la bionda Charmaine (Punch), profittatrice ignara di se stessa. Diciamo “vero†per tornare allo sgradevole di Allen, all’umorismo dei dialoghi nervosi e singhiozzanti, con cui si esprime la lotta feroce tra tipicità e vita. «Rumore e furia, come facciamo a tirare avanti? »  Un cerchio si stringe, paradosso quotidiano attorno a noi che restiamo terrorizzati dall’ipotesi di essere già , o di poter diventare anche noi, un po’ così. Letto 2697 volte.  Nessun commentoNo comments yet. RSS feed for comments on this post. Sorry, the comment form is closed at this time. | ![]() | ||||||||||