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CINEMA: I film visti da Franco Pecori

21 Gennaio 2012

[Franco Pecori dal 1969 ha esercitato la critica cinematografica – per Filmcritica, Bianco & Nero, La Rivista del Cinematografo e per il Paese Sera. È autore, tra l’altro, di due monografie, Federico Fellini e Vittorio De Sica (La Nuova Italia, 1974 e 1980). Nel 1975, ha presentato alla Mostra di Venezia la Personale di Jean-Marie Straub e Danièle Huillet; e alla Mostra del Nuovo Cinema di Pesaro, con Maurizio Grande, una ricerca su Neorealismo: istituzioni e procedimenti (cfr. Lino Miccichè, Il Neorealismo cinematografico italiano, Marsilio). Dal 2002, ha tenuto per 4 anni, sul Televideo Rai, la rubrica settimanale Film visti da Franco Pecori. Noto anche come poeta, Pecori può vantare la stima di Franco Fortini]

Benvenuti al Nord

Benvenuti al Nord
Luca Miniero, 2011
Fotografia Paolo Carnera
Claudio Bisio, Alessandro Siani, Angela Finocchiaro, Valentina Lodovini, Nando Paone, Giacomo Rizzo, Paolo Rossi  Nunzia Schiano, Salvatore Misticone,  Fulvio Falzarano, Gianmarco Pozzoli, Katia Follesa, Teco Celio.

Quadri di varietà, il vecchio Varietà che non muore mai. Ora è al servizio delle caratterizzazioni nelle commediole descrittive del costume italiano e la mano che dà è decisiva. A volte un solo quadro vale tutto un film. Prendete il duetto tra il napoletano Scapece (Salvatore Misticone), amico di Mattia (Alessandro Siani) e la milanese Erminia, la canuta madre di Silvia (Angela Finocchiaro, più brava che mai, nel doppio ruolo femminile): scatta il ritmo e non diciamo i due dialetti ma le due espressioni, i due mondi si contestano al volo in un appassionato e irresistibile controcanto del disaccordo e del funiculà. È anche lo spirito del film nel suo complesso, la Napoli stereotipa e la Milano risaputa che hanno l’occasione – col trasferimento di Mattia al Nord – di misurare le possibilità di incontro benevolo, in un Paese che in fondo non deve poi faticare troppo a trovare punti di fusione. Alberto (Claudio Bisio) lo introduce nel “terribile†meccanismo lavorativo delle Poste Italiane. Il giovane, già depresso per la crisi con la moglie Maria (Valentina Lodovini) che ha dovuto lasciare sola al Sud, attingerà alle doti di “napoletano†per adattarsi e risolvere a proprio vantaggio le maniacali istanze di efficienza, rapidità, puntualità, energia e sorriso (e.r.p.e.s. !) del capo riformatore Palmisan, pennellato da Paolo Rossi a somiglianza di un recente ministro della Repubblica. Il film diverte nonostante una certa macchinosità della sceneggiatura e l’ovvietà della “morale†conciliatoria, prevedibilissima specie considerando che va a chiudere il cerchio apertosi col primo film, Benvenuti al Sud (2010).


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A chi dovesse inviarmi propri libri, non ne assicuro la lettura e la recensione, anche per mancanza di tempo. Così pure vi prego di non invitarmi a convegni o presentazioni di libri. Ho problemi di sordità. Chiedo scusa.
Bart