CINEMA: I film visti da Franco Pecori31 Maggio 2014 [Franco Pecori dal 1969 ha esercitato la critica cinematografica – per Filmcritica, Bianco & Nero, La Rivista del Cinematografo e per il Paese Sera. È autore, tra l’altro, di due monografie, Federico Fellini e Vittorio De Sica (La Nuova Italia, 1974 e 1980). Nel 1975, ha presentato alla Mostra di Venezia la Personale di Jean-Marie Straub e Danièle Huillet; e alla Mostra del Nuovo Cinema di Pesaro, con Maurizio Grande, una ricerca su Neorealismo: istituzioni e procedimenti (cfr. Lino Miccichè, Il Neorealismo cinematografico italiano, Marsilio). Dal 2002, ha tenuto per 4 anni, sul Televideo Rai, la rubrica settimanale Film visti da Franco Pecori. Noto anche come poeta, Pecori può vantare la stima di Franco Fortini] MaleficentMaleficent Il Male? Non sarà poi tanto male. Prendiamo La Bella Addormentata, la fiaba tradizionale risalente alla fine del Seicento. La troviamo nella raccolta dell’accademico francese Charles Perrault, “I racconti di mamma Ocaâ€, dove sono anche altre fiabe, Cenerentola, Cappuccetto Rosso, Pollicino. Non è un caso che sia stata possibile una rilettura tendente al “risvoltoâ€, come quella proposta ora dal film d’esordio alla regia di Robert Stromberg. Già Perrault partecipò, tra l’ ’88 e il ’92 del proprio Secolo, alla “Querelle des Anciens et des Modernesâ€, schierandosi dalla parte di coloro che sostennero l’evoluzione allora vincente della letteratura del tempo (regnava Luigi XIV). Può accadere quindi che una ditta come la Walt Disney ritorni sul film del 1959,  Sleeping Beauty  di Clyde Geronimi, per tentare un recupero anche d’immagine, visto il disastro al botteghino di quel lontano tentativo – per i successivi trent’anni Disney in persona non volle più saperne di realizzare adattamenti da fiabe! E a distanza di oltre cinque decenni, Stromberg, scenografo già esperto di effetti speciali (Amore e magia  1991,  Memorie di una geisha, 2005,Avatar  2009,  Alice in Wonderland  2010,  Il grande e potente Oz  2013) si è preso l’incarico di dare alla strega Malefica il corpo di Angelina Jolie. Anche la Principessa Aurora apparirà “in carne e ossa†(Elle Fanning) e così pure gli altri personaggi. L’animazione riguarderà le possibilità di trasformazione dei corpi: le larghe e potenti ali di Malefica, la doppia forma di corvo e di  bel giovane assunta dal servitore Fosco (Sam Riley), la configurazione delle tre Fatine dei Fiori (Giuggiola/Imelda Staunton, Fiorina/Lesley Manville, Verdelia/Juno Temple) e la capacità della strega di dominare e utilizzare a proprio piacimento il bosco in cui vive. Sarà proprio il bosco a rappresentare, sul piano emozionale-affettivo, il dato decisivo del rivolto “benefico†del Male. Malefica verrà attratta e profondamente coinvolta in un sentimento quasi-materno verso Aurora. La principessa che ha subìto il malvagio incantesimo della strega si mostra così “incantata†dalla vita paradisiaca del bosco da rendere impossibile a Malefica l’esercizio della propria cattiveria. L’ingenuità della giovane, il suo trasporto verso la beatitudine e l’armonia della Natura, portano la strega a un quasi-comune sentire, a un “umano†riavvicinamento. Sarà proprio la stessa Malefica, con il prescritto bacio, a liberare Aurora dal blocco inflittole inizialmente per la vendetta di un tradimento. Si badi bene, anche l’impulso d’origine è infatti diverso dalla fiaba di Perrault, non più soltanto l’offesa per il mancato invito al battesimo della figlia del re, ma il tradimento subìto dall’amico d’infanzia Stefano (Sharito Copley) dopo la strenua difesa del bosco dall’esercito degli invasori. Sicché le scelte di Aurora, bambina cresciuta nell’armonia dei fiori e tra le cure delle fate/contadine, non saranno poi tanto scontate. Il Male di Malefica avrà dato i suoi frutti benefici. Suggestivo, nell’insieme, l’ambiente in cui si svolge la vicenda, soprattutto per il fascino della naturale beatitudine del bosco contrapposta alle contraddizioni del Regno, agli opportunismi dei nuovi arrivati, ai loro intenti secondi. Nera ma non oscura la funzione della strega, benedicente il volto della Jolie, stavolta elemento unico ed efficace dell’espressione caratteriale.
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