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CINEMA: I MAESTRI: La divina Eleonora sul video

6 Gennaio 2012

di Piero Nardi
[dal “Corriere della Sera”, giovedì 4 settembre 1969]

Nel luglio del ’34, la bellissi ­ma artista cinematografica Ma ­ria Korda chiedeva d’essere ri ­cevuta da D’Annunzio al Vittoriale, per esporgli il proget ­to di un film sulla Duse. Ella, che poteva vantare una straor ­dinaria somiglianza fisica con l’attrice, sarebbe stata la pro ­tagonista. D’Annunzio rispon ­deva, tra l’altro: «Non so da chi, non so come, or è poche settimane, la figlia di Eleono ­ra Duse, Enrichetta Angelica Bullough, ebbe notizia del vo ­stro disegno ‘di profanazione e di sacrilegio’. Si partì da Cam ­bridge per venire al Vittoriale e per chiedermi di proteggere la grande memoria… Non com ­prendo in quali modi Voi pos ­siate rappresentare per imagini uno spirito imperscruta ­bile, inconoscibile come quello di Eleonora… Giova che noi ne parliamo, già avversari senza scampo? ».

Finiva tuttavia col ricevere la postulante, e aveva con lei un colloquio, del quale è facile indovinare la carica tempesto ­sa da questi passi della lette ­ra che ne seguì: « Il basso me ­stiere (questa parola fu da Voi proferita più volte, con basse ciglia) e l’usuraia cupidigia vi hanno condotto a me… Vi ho accolta con una cortesia che perfin maravigliava la vostra villania nascosta. Guardandomi avevate negli occhi mal chiari il vostro cinematografico turbi ­ne dell’oro, la vostra goffa imi ­tazione del mito di Danae… Scrivo con inchiostro indelebile, questo: il vostro disegno di film (parola barbarica commer ­ciale che Vi tien luogo di ani ­ma) è una diffamazione di Eleonora Duse e di Gabriele d’Annunzio.La Vostrainfamia non uguaglia, se nonla Vostrastupidità… Io mi opporrò, da oggi, con tutti i mezzi, con tut ­te le armi al Vostro tentati ­vo… Partite senza indugio. Vi proibisco di rispondermi. Il co ­mandante Vi comanda di par ­tire e liberare della Vostra infezione l’aria tenue del Garda ».

Fallito quel tentativo, altro ne spuntava quattro anni do ­po, di un film per il quale, a impersonarela Duse, veniva officiata addirittura Greta Gar ­bo, ch’ebbe però il buon sen ­so, e il buon gusto, di dichia ­rarsi convinta di non poter essere all’altezza. Poi, nel ’40 era la volta di Isa Miranda. In ­terpellata, ella obiettava: « Imi ­tare la inimitabile, cioèla Du ­se in quanto artista? ». Se ne concludeva che il film avreb ­be potuto riguardarela Dusenella sua vita di donna, non d’attrice. Ma che interesse po ­teva avere, nei confronti di una Duse, soltanto la sua vita di donna? Intorno al progetto di ­lagò la polemica sui giornali i più combattendolo, mentre sulla illegalità del film in ge ­nere, si pronunciava l’avvoca ­to di Enrichetta. Avversa a ogni iniziativa destinata, inevi ­tabilmente secondo lei, ad ab ­bassare il livello del ricordo della madre e a violarne la riservatezza, Enrichetta arrivava fino a far interessare l’allora ministero della cultura popola ­re, ottenendo che il film non si facesse.

Due anni dopo, però, ecco al ­l’orizzonte un nuovo progetto, di un film da intitolare La grande tragica, tratto da un libro di Nino Bolla sulla Du ­se: ed ecco nuovo intervento dell’avvocato di Enrichetta, con il risultato di un nuovo in ­sabbiamento.

Viene il ’46: questa volta è Edoardo Schneider, che ha ri ­cevuto l’incarico da Hollywood di redigere lo scenario di un film sulla Duse. E’ stato mol ­to amico dell’attrice, ha scrit ­to un lavoro teatrale per lei e un libro su di lei il quale gli ha fruttato una commo ­vente lettera da parte di En ­richetta. Ma a sentir parlare di film, Enrichetta s’inalbera e nega il consenso.

Non passa un anno, e si dif ­fonde la notizia che a Roma stanno girando un film con Elisa Cegani nella parte della Duse, il quale chiama in cau ­sa anche D’Annunzio e Arrigo Boito. L’avvocato di Enrichet ­ta invoca, e ottiene, questa volta, anche gli interventi del commissario del Vittoriale (è appunto di questo momento la pubblicazione nell’Europeo, per iniziativa di Eucardio Momi ­gliano, della più violenta delle due lettere di D’Annunzio alla Korda) e degli eredi di Luigi Albertini, al quale Boito aveva lasciato, morendo, il proprio carteggio con la Duse. Poiché la legge non permette utiliz ­zazioni pubblicitarie se non col consenso di chi rappresenta jure hereditatis la persona o le persone in causa, altro insab ­biamento.
Potrei continuare. E citar per esempio da una lettera dell’av ­vocato di Enrichetta la preoc ­cupazione per un film sul pa ­dre di Sacha Guitry, in cui Ludmilla Pitoëff avrebbe imper ­sonatola Duse.

Tutto questo che ho raccon ­tato, è documentabile sulle car ­te del lascito dusiano venuto in dono alla Fondazione Gior ­gio Cini, del quale si è tanto parlato in questi ultimi tem ­pi, dopo l’informazione datane da Vittore Branca su queste colonne. E l’ho raccontato in vista delle due trasmissioni te ­levisive sulla Duse alle quali assisteremo tra poco.

Non mi risulta che ad esse siano venuti divieti da chi po ­tesse farli jure hereditatis. Mor ­ta Enrichetta, morto anche il figlio di lei, non resta, dei di ­scendenti dell’attrice, che una domenicana la quale vive lon ­tano dal mondo e dalle sue vie. Da parte del Vittoriale (l’azio ­ne televisiva, a quel che si dice, s’accentrerà sul binomio Duse-D’Annunzio), non so se un’op ­posizione sarebbe proprio a suo luogo, entrato ormai D’Annun ­zio, comela Duse del resto, nel mito della storia.

Il problema, oggi, è se mai quello del decoro, del grado di eccellenza che l’evocazione riu ­scirà ad acquistare sul video. Olga Signorelli, autrice di una ben nota biografia della Duse;ha raccontato di una visita fat ­tale, nell’ottobre del ’37, dal re ­gista Rouben Mamoulian, per avere da lei qualche notizia sul ­l’attrice. Egli la ascoltava at ­tentissimo, s’interessava oltre ­modo a fotografie e lettere del ­la Duse ch’ella gli mostrava e commentava. E alla fine, visibilmente commosso, si congeda ­va dichiarando d’essere venuto con l’idea di raccogliere dati per proporre a Greta Garbo un film sulla Duse, ma che dopo quan ­to aveva udito e visto, rinuncia ­va al progetto: « Gli sembrava che nessun’altra donna, forse neppurela Garbo, avrebbe po ­tuto impersonare quell’alta spi ­ritualità ». Questo il punto. E ne siamo resi pensosi nell’atte ­sa di vedere alla prova Lilla Brignone, la quale si prepara al cimento d’impersonare sul vi ­deola Duse. Non facile anche il compito di Giancarlo Sbragia nella parte di D’Annunzio. La massima difficoltà sembra però dover essere perla Brignone, s’ella si presenterà anche in ruo ­lo d’attrice, impegnata, voglio dire, a imitare quella inimitabi ­le donna di teatro che fu Eleo ­nora Duse.


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Bart