CINEMA: Montare il repertorio29 Novembre 2007 di Corrado Farina Per un regista, il momento-chiave del processo creativo è quello delle riprese ma il montaggio lo segue a ruota; e poiché sul set gravano spesso problemi (e conseguenti stress) di varia natura, la moviola finisce per essere il luogo in cui mi chiudo con maggiore gioia, perché mi ci trovo in solitudine con il materiale girato. Il materiale di repertorio può essere gestito in molti modi: da quello austero e poetico di Alain Resnais (Notte e nebbia) a quello magmatico e cialtronesco di Ghezzi & Co (“Blob”). Cavalcando da quarant’anni nelle praterie dell’audiovisivo, credo di averli sperimentati un po’ tutti anch’io: ma quello che mi ha dato e mi dà maggiori soddisfazioni è quello che si basa, in tutto o in parte, sull’utilizzo di sequenze di vecchi film. Poiché in più di un secolo di vita il cinema ha macinato di tutto, è mia opinione che non esista argomento (culturale, istituzionale o promozionale che sia) che non possa essere reso più facile da recepire e più coinvolgente ricorrendo a immagini ormai entrate nella memoria collettiva. La cosa sembra facilissima, e in effetti lo è se ci si limita a estrapolare sequenze in tema e attaccarle una all’altra a colpi di piccone e di vanga (come troppo spesso mi accade di vedere in video che accompagnano mostre o manifestazioni magari per altri versi molto più degne): ma poiché le sequenze di film sono già costruite secondo un’ottica di racconto mi sembra più stimolante cercare di smontarle e rimontarle rispettando il più possibile tutti i codici del linguaggio cinematografico (campi, controcampi, soggettive, dialoghi e via discorrendo). E’ una sfida molto particolare, che riunisce in una sola persona lo sceneggiatore, il regista e il montatore. Dal piacere di questa sfida nasce un mio percorso che incomincia negli anni Ottanta all’Istituto Luce con i video (ancora privi di colonna sonora) per l’Esposizione Internazionale di Vancouver, passa attraverso i documentari istituzionali per la Presidenza del Consiglio (in Cento di questi anni, del 1994, Vittorio Gassman celebra il centenario del cinema italiano raccontandone la storia agli attori di tutti i tempi e di tutti i Paesi, riuniti per l’occasione nella platea del teatro Argentina di Roma) e le venti puntate realizzate nel 1997 per Rai Educational (utilizzando esclusivamente scene e colonne sonore di film e cinegiornali degli anni Cinquanta), e conduce negli ultimi anni a ri-montaggi non più solo di immagini ma anche di dialoghi. Così, nel recente Motore!… (realizzato per il Museo del Cinema di Torino in occasione delle Olimpiadi invernali del 2006), dal materiale dell’Archivio Storico Fiat è nata una cavalcata un po’ demenziale, con Gregory Peck e Ingrid Bergman che sciano al Sestrière e una 1100 che nel corso di una Transafricana incontra Cary Grant, Verushka, Tarzan, Totò e Indiana Jones; e nel recentissimo Cinema… Cin Cin! ho utilizzato per la prima volta anche i dialoghi originali, oltre che le immagini. Difficile tradurre in parole quello che ho cercato di fare, ma forse un’idea la può dare il seguente frammento di sceneggiatura (desunta a posteriori): L’uomo si avvicina al letto con una coppa di champagne fra le mani. La donna, a letto, lo guarda con aria languida. L’uomo si china sul letto e abbraccia la donna. Allunga una mano a prendere una bottiglia dal secchio del ghiaccio. L’uomo versa da bere a un gruppo di donne. Donna: – Ma io forse ho ancora una bottiglia di champagne… Perché non l’apri mentre mi vesto…? Un altro uomo (un cameriere?) percorre un corridoio d’albergo con un secchio contenente una bottiglia di champagne. Da una porta si sente la voce di prima che conclude: Interno della stanza. Un uomo e una donna che parlano, seduti su un divano. L’uomo si avvicina alla porta e la spalanca la porta. Entra un’altra donna, con in mano una bottiglia di champagne e un pacchetto di patatine. L’uomo fa una faccia disgustata e tende alla donna una coppetta di fragole. L’uomo la rovescia a terra, abbracciandola e baciandola. Sulla soglia compare un’altra donna, con una bottiglia in mano. Letto 2710 volte.  Nessun commentoNo comments yet. RSS feed for comments on this post. Sorry, the comment form is closed at this time. | ![]() | ||||||||||