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Collegamento Fini-magistratura

24 Gennaio 2011

Se ci fosse stato un solo dubbio sull’esistenza di un coordinamento (eversivo?) tra il presidente della Camera e la magistratura, esso viene fugato dalla nuova richiesta di dimissioni del governo avanzata dalla terza carica dello Stato.
Tutto torna per filo e per segno.

Il sospetto comincia a prendere consistenza a partire da quella famosa conversazione tra Fini e un giudice sorpresa da un giornalista. Ricordate? Doveva scoppiare una notizia bomba a carico di Berlusconi che avrebbe mandato a carte quarantotto il suo governo. Erano le rivelazioni di Spatuzza poi andate regolarmente a vuoto.

Quindi si arriva alla P3, anch’essa agitata per creare una falla nel Pdl, e anch’essa una delle tante inchieste italiche che nel tempo hanno coinvolto uomini politici di tutti i colori e di tutte le specie.
Poi arriva la richiesta di dimissioni che Fini proclama in piazza, a Bastia Umbra.
Poi c’è il karakiri di Fini con la batosta del 14 dicembre, che aveva tentato di far passare come una sconfitta semplicemente numerica, ed è mancato poco che lo seppellisse.

Fini, dopo il 14 dicembre, era rimasto sott’acqua, un sommozzatore che aveva scaricato la sua bombola d’ossigeno.
Ma ecco che la magistratura, in questo caso quella di Milano, corre a soccorrerlo con lo scandalo, tutto da dimostrare, della minorenne Ruby.

Fini prende fiato e di nuovo ieri torna a chiedere le dimissioni del governo. Spregiando di nuovo la funzione super partes che la sua carica gli imporrebbe, ma che Fini calpesta sicuro della sua impunità.
Perché chi nel nostro Paese gode di impunità è proprio lui, il tullianos dipendente.
Ormai le prove sono consolidate. Mettiamole in fila.

Il pm romano chiede di archiviare lo scandalo di Montecarlo, non potendo però non far rilevare che la svendita del patrimonio c’è stata, e ad opera proprio di Fini. La sua responsabilità però deve farsi valere in sede civile e non in sede penale, scrive. Ovviamente Fini non si sente moralmente toccato da questa sua colpa. Gli accusatori hanno presentato una memoria ben documentata respingendo la richiesta di archiviazione del pm. Tuttavia a distanza di mesi il gip competente non ha ancora preso una decisione. Ci si domanda perché, anche in relazione alla celerità che i pm milanesi pongono, invece, nel voler processare Silvio Berlusconi.

La mia interpretazione dei fatti è che il gip romano si trovi in grande difficoltà. Le prove di un arzigogolio con molte devianze di legge ci sono tutte. Documenti ufficiali dimostrano che la proprietà è, o perlomeno è stata al momento della prima vendita, di Giancarlo Tulliani, il quale (privilegio raro, ove si pensi all’interrogazione celerissima di Nadia Magrì per lo scandalo Ruby) non è mai stato sentito dai magistrati. Come non esistesse. Eppure bastava fargli un domanda molto semplice: È o è stato il proprietario dell’appartamento di Montecarlo? Non ci voleva un’intelligenza speciale per fare una domanda simile. Ma non è stata fatta perché la risposta la si conosceva già e avrebbe messo in difficoltà il presidente della Camera.

Dunque, il gip romano tergiversa. Probabilmente attende solo il momento in cui l’opinione pubblica sia distratta da qualcos’altro per archiviare senza clamore.
Ma credo che tanto La Destra di Storace quanto alcuni giornali vicini al centrodestra faranno buona guardia e   ci terranno aggiornati sulle mosse della magistratura capitolina.

E questo è il primo riscontro di un collegamento sospetto tra Fini e la magistratura. E il secondo è ancora più scandaloso.
Testimoni diretti (il dirigente Rai Paglia) hanno dichiarato che Fini raccomandò, perfino con una certa prepotenza, che ai suoi familiari (i Tulliani) fossero dati contratti adeguati (ossia sostanziosi).

Mentre per il caso Ruby è bastato il sospetto su di una telefonata del premier alla questura di Milano per accusarlo di concussione (e non vi è il concusso, badate) per Fini, la cui pressione in Rai andò a buon fine, nessun magistrato si è mosso per aprire un’indagine. Eppure l’azione di Fini fu messa in atto nel suo ufficio di Montecitorio e quindi non vi è nemmeno da mettere in dubbio che non lo fece approfittando della sua carica. E non solo: l’operazione andò a buon fine e il concusso in questo caso, a differenza che per Berlusconi, c’è: la Rai, attraverso la testimonianza, mai smentita, del dirigente Paglia che fu l’uomo Rai convocato da Fini, il quale Fini, avuto il diniego di Paglia, si mosse a livelli più alti finché non raggiunse lo scopo.

Non vi pare strano che nessun magistrato abbia aperto un’indagine? Sì, se siete dei cittadini onesti. No, se siete accecati dall’antiberlusconismo.
La verità è che Fini gode di impunità. E se volete un altro esempio, andiamo a cercarlo nel silenzio di Napolitano.

Interviene sempre puntualmente quando c’è di mezzo Berlusconi, ma ha taciuto e tace sugli scandali di Fini. Ma non basta. Quando ieri Fini, tornato a rialzare la cresta, ha chiesto le dimissioni di Berlusconi, ciò che non può fare per gli obblighi che comporta la sua carica, Napolitano si è ben guardato dal richiamarlo ai suoi doveri.

Quando, dunque, Berlusconi, parla di un tentativo di golpe, non parla a caso. Questo tentativo c’è. Si vuole instaurare a palazzo un governo non eletto dal popolo, un governo che ripristini tutti i vizi e tutti i privilegi della prima Repubblica.

Il Pdl faccia attenzione a non arretrare. Gli elettori del centrodestra hanno capito il gioco e sono convinti anch’essi che è in atto un tentativo di sovvertimento del risultato elettorale.
Dunque, i parlamentari del centrodestra siano compatti di fronte a questo duro assalto. Non cadano nei tranelli e nelle sirene dell’opposizione. E se il palazzo stesse per ottenere il capovolgimento della volontà degli elettori, la maggioranza di centrodestra faccia una cosa sola. Respinga duramente il tentativo e faccia in modo, con una ferma azione, che si torni al voto.
Come ho già scritto, ci penseremo noi a sistemare le cose.

P.S. Non si smetta inoltre di osservare i comportamenti di Gianni Letta, di cui chi mi legge sa che diffido da tempo.

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“Caro Cav., c’è un’unica risposta al golpe: il contro-golpe” di Milton. Qui. Da cui estraggo:

“Presidente Berlusconi, c’è una sola risposta a un golpe: un contro-golpe. Lei deve a coloro che l’hanno eletta e a chi in questi giorni è irriso e sbeffeggiato dai numerosi servi sciocchi che albergano in TV e sui giornali, una riforma della giustizia dura e senza sconti, a cominciare dalla responsabilità civile dei magistrati (per la quale il popolo italiano si è già per la verità espresso) fino alla separazione delle carriere, dall’abrogazione dell’obbligatorietà dell’azione penale alla reintroduzione dell’immunità parlamentare, per finire con una legge che limiti lo stillicidio delle intercettazioni e la loro pubblicazione sui media Il tutto va fatto senza indugio e a colpi di maggioranza (se veramente c’è), mobilitando il popolo del PdL pronto a circondare, se serve, la Procura di Milano.
E poi dritti alle elezioni.”

“La ricetta dei pm? Tanti sospetti, zero prove” di Vincenzo Vitale. Qui.

“L’ultima follia di Fini: Berlusconi si dimetta” di Paolo Zappitelli. Qui.

“Operazione Craxi” di Mario Sechi. Qui.


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3 Comments

  1. Pingback by Collegamento Fini-magistratura | Politica Italiana — 24 Gennaio 2011 @ 06:46

    […] via  https://www.bartolomeodimonaco.it/?p=16799 AKPC_IDS += “26097,”;Popularity: unranked [?] Posted by admin on gennaio 24th, 2011 Tags: Fini-Tulliani Share | […]

  2. Pingback by Collegamento Fini-magistratura | Politica Italiana — 24 Gennaio 2011 @ 09:46

    […] via  https://www.bartolomeodimonaco.it/?p=16799 AKPC_IDS += “26107,”;Popularity: unranked [?] Posted by admin on gennaio 24th, 2011 Tags: Crisi di governo, Elezioni, governo berlusconi Share | […]

  3. Commento by Franco — 24 Gennaio 2011 @ 19:35

    A questo aggiunga che i PM di Roma indagano per diffamazione e tentata estorsione la escort che dichiarò di aver avuto una relazione sessuale con Gianfranco Fini.

    Indagine doverosa e giusta.

    Mi chiedo però se i magistrati mostreranno la medesima solerzia nei confronti della escort Macrì le cui dichiarazioni contro il premier, ogni giorno che passa, sono sempre meno credibili per non dire ‘false’.

     

    Non ci resta che attendere…

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