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Come Fini, anche il cognato balbetta

23 Agosto 2010

Se leggete qui, vi renderete conto che anche Giancarlo Tulliani, nel momento che decide di parlare, balbetta e si confonde. Oppure afferma qualche verità differente da quella del presidente della Camera, il quale, se ricordate, ha messo in capo a Giancarlo Tulliani l’avvio dell’operazione Montecarlo. Fini dichiarò, infatti, che fu Giancarlo Tulliani a parlargli di un acquirente per la casa lasciata ad An dalla nobildonna Colleoni.

Invece al Corriere della Sera, il quale, chi sa come mai, unico tra i giornali, è riuscito a scovare il suo rifugio, Tulliani afferma:

«lo non ho mai avuto nessun ruolo in quelle società, né ufficiale e tanto meno occulto. Chi insi ­nua il contrario lo fa in mala ­fede ».

Eppure un ruolo deve averlo avuto se, come dichiara Fini, fece da mediatore, e grazie a ciò – come affermò alcuni giorni fa il Tulliani stesso – è stato ricompensato dalla Timara Ltd con la concessione in affitto dell’immobile.

Che poi è un’altra delle contraddizioni. Infatti: se l’acquisto fu fatto dalla Printemps Ltd, perché la Timara Ltd, che non ha acquistato da Tulliani ma dalla Printemps, avrebbe dovuto ricompensare Giancarlo Tulliani per la mediazione? Forse Tulliani ha anche mediato tra la Printemps e la Timara? Oppure la Printemps e la Timara sono sostanzialmente la stessa cosa?

Come si vede, Giancarlo Tulliani, proprio sulla base delle sue dichiarazioni, c’è dentro fino al collo.
Se ne accorge lo stesso intervistatore, il quale però, anziché dare l’affondo, usa i guanti bianchi:

“In famiglia, un paio di gior ­ni fa, era circolata una versio ­ne mai diventata ufficiale ma nemmeno mai smentita: Giancarlo avrebbe spiegato che l’affitto di Montecarlo sarebbe una sorta di «provvigio ­ne » per l’intermediazione svolta per la vendita dell’appartamento monegasco. Una specie di favore, un riconosci ­mento per la sua opera di me ­diatore. Lui cercava una casa in affitto per mettere radici e aprire un’attività nel settore immobiliare a Montecarlo e la Timara lo avrebbe aiutato affidandogli quell’apparta ­mento un tempo appartenu ­to ad Alleanza Nazionale e per il quale «viene pagato un regolare e congruo affitto », come spiegarono i suoi avvo ­cati all’inizio dello scandalo.”

Da questa intervista, chi ancora avesse dei dubbi, si evince quanto il Corriere della Sera cerchi di mettere il silenziatore sulla vicenda, evitando ogni approfondimento. Per esempio, non precisa che l’acquisto da An non fu fatto dalla Timara Ltd, bensì dalla Printemps Ltd, per cui non si capisce perché la prima abbia ritenuto di favorire Tulliani nella locazione. A meno che, ripeto, Tulliani non entri in gioco anche nel secondo passaggio, ben conoscendo i contraenti.

A mio avviso, Giancarlo Tulliani è stato incauto e ha messo ancor di più il presidente della Camera con le spalle al muro.

Visti i legami stretti tra il parentado, e vista l’influenza che Elisabetta ha sul fratello e su Fini, quest’ultimo non poteva non sapere di ciò che stava succedendo alla vecchia proprietà di An. Del resto che sull’operazione ci fossero contatti tra Elisabetta e il fratello è stato testimoniato dall’ambasciatore di Montecarlo.

Fini sta preparando una nuova dichiarazione, e il mio presentimento è che quanto prima ci troveremo ad uno scontro familiare, in cui ciascuno cercherà di difendere se stesso e mandare a fondo gli altri. Uno squallido scenario, destinato a diventare repellente per le Istituzioni.

Intanto Napolitano continua a non vedere, a non sentire e a non parlare. Sta lì e non si muove. Ha provato a mettere il bavaglio alla stampa, però: il tentativo di un piccolo capolavoro, disgraziatamente malriuscito. C’è ancora chi difende il comportamento del capo dello Stato, non rendendosi conto che solo convocando Fini per farsi dire la verità e farla così conoscere anche agli italiani, Napolitano potrebbe porre fine a questo desolante stillicidio che mina la credibilità delle Istituzioni, di cui egli è garante. Non c’è nessuna legge che gli impedisca di agire in questo senso. Ogni suo ritardo è destinato ad aggravare la situazione e a caricare sulle sue spalle pesanti responsabilità.

Non si potrebbe escludere, infatti, neppure l’ipotesi che, se risultassero davvero delle implicazioni di Fini nello scandalo, quest’ultimo si trovi sotto ricatto, e quindi nell’impossibilità di esercitare correttamente il suo ufficio. Ripeto: è solo una ipotesi, ma il capo dello Stato ha il dovere di fare chiarezza. Immediatamente.

Articoli correlatiIntervista a Gasparri a cura di Guido Ruotolo. Qui.

“La nuova campagna contro Mondadori? Ipocrisia” di Marcello Veneziani. Qui.

“Gaucci junior: “Ecco gli affari del clan Tulliani” di Gian Marco Chiocci. Qui.

“C’è un disegno preciso che punta a disarcionare Silvio Berlusconi” di Giuliano Cazzola. Qui.
Da cui estraggo:

“Il problema vero sta in un errore di analisi ovvero nel non aver compreso che Fini non è il protagonista, ma l’esecutore – ultimo arruolato – di un disegno eterodiretto (con cura e da tempo) rivolto a disarcionare Silvio Berlusconi.

In sostanza, si sta preparando – con un dispiegamento di forze mai visto prima d’ora, tenuto insieme da “un’intelligenza strategica” plurale ed autorevolissima – la medesima operazione del 1994. Fini è uno strumento consapevole di quest’operazione. E in quanto tale sta in una botte di ferro, come dimostra le sorprendenti difesa e solidarietà ricevute dal Quirinale a proposito della discutibile (ma esageratamente discussa) vicenda monegasca. Se Fini non avesse potuto contare su di un sistema ferreo di protezioni non avrebbe mai osato impegnare un’alta carica istituzionale in una lotta di fazione, dirigere i lavori di un’Assemblea legislativa e nello stesso tempo farsi protagonista della scissione di un partito e della nascita di un altro. Certo, la storia non si ripete mai allo stesso modo, ma gli ingredienti del ribaltone del 1994 ci sono tutti: un “a fondo” della magistratura contro il premier su di un caso clamoroso; un governo tecnico richiesto e sostenuto da tutti i poteri forti; una nuova legge elettorale che assicuri la sconfitta della coalizione PdL-Lega.”

Casa di Montecarlo. Rassegna stampa del 23 agosto 2010. Qui.

“La proposta di Bocchino a Berlusconi. “Governo con Fini, Rutelli, Udc e parte Pd”
Qui.


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5 Comments

  1. Pingback by Bartolomeo Di Monaco » Come Fini, anche il cognato balbetta — 23 Agosto 2010 @ 06:58

    […] Per approfondire consulta articolo originale: Bartolomeo Di Monaco » Come Fini, anche il cognato balbetta […]

  2. Pingback by Come Fini, anche il cognato balbetta | Politica Italiana — 23 Agosto 2010 @ 12:46

    […] via  https://www.bartolomeodimonaco.it/?p=13538 Posted by admin on agosto 23rd, 2010 Tags: Fini-Tulliani Share | […]

  3. Commento by Ambra biagioni — 23 Agosto 2010 @ 16:54

    Leggi qui su Dagospia

  4. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 23 Agosto 2010 @ 20:10

    Interessante, Ambra. Grazie.

  5. Commento by Ambra biagioni — 24 Agosto 2010 @ 09:21

    Dal Legno

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