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Con la casta ricominciamo da capo

5 Aprile 2012

È notizia di ieri che la Commissione Giovannini incaricata di calcolare quanto guadagna la cosiddetta casta per poter adeguare i suoi emolumenti a quelli europei ha gettato la spugna. Il motivo: è impossibile arrivare a stabilire, per un intrico di norme sia nostre sia europee, quanto essa guadagna e quale sia il livello medio europeo.

Si tratta di un epilogo inaspettato ed incredibile che assume subito il valore di simbolo di quanto potere distorto e inverecondo è stato assorbito ed esercitato dai partiti e dal complesso apparato della politica e delle Istituzioni.

Il cittadino rischia di farsi prendere da un’ira a confronto della quale quella funesta di Achille fa sorridere.
Bisogna tagliare il famoso nodo gordiano, tagliarlo di netto come fece, secondo la leggenda, Alessandro Magno.

Tabula rasa dunque, e ricominciamo da capo.
Come? Stabiliamo che l’emolumento corrisposto ad un parlamentare sia parificato a quello di un dirigente della pubblica amministrazione, tutto compreso. Nel corso del mandato su questa somma saranno trattenuti i contributi previdenziali allo stesso modo di quanto si fa con i cittadini.

Il mandato parlamentare non può essere esercitato per più di due legislature, e al termine il parlamentare tornerà a svolgere il precedente lavoro e continuerà a versare i contributi in relazione ad esso. Sul totale dei contributi sarà calcolata la sua pensione.  Stop. Niente altro di più e di diverso da quanto   si fa per i cittadini.

Così pure per i pletorici apparati istituzionali si dovrà procedere ad una sburocratizzazione e ad un dimagrimento che riduca i costi portandoli al livello di quelli, per esempio, della più sobria, ma efficientissima Gran Bretagna.

In quanto tempo? Il più celermente possibile, e al massimo entro il termine della prossima legislatura, ossia il 2018.
Ci saranno resistenze? Certo che ci saranno, e se la casta si chiuderà a riccio, anche in questo caso bisognerà trovare forme di dissuasione che vengano dai cittadini, visto che anche colui che appariva come il deus ex machina della situazione, ossia Mario Monti, non è in grado di fare granché.

P. S. La trasmissione Porta a Porta di ieri sera, dedicata al segretario del Pdl Angelino Alfano, è stata molto interessante.

– I sondaggi hanno confermato che solo l’1% dei cittadini ha molta fiducia nei partiti e il 5% ha abbastanza fiducia. Per il restante il giudizio è negativo.

– L’Imu rappresenterà una vera e propria stangata sulla prima casa (un minimo di oltre 500 euro), e all’incirca triplicherà sulla seconda casa (un minimo di circa 1.500 euro). Per chi per varie ragioni possiede più di due case, è prevedibile che tutto o buona parte dello stipendio di dicembre (compresa la 13ma) venga destinato al pagamento dell’Imu. D’ora in poi non potranno quindi festeggiare né il Natale né il Capodanno, e dicembre si rivelerà il mese maledetto. Si potrà festeggiare solo chiedendo ospitalità alle mense pubbliche.

– Alfano si è limitato a promettere che il Pdl si batterà perché l’Imu sia trasformata in tassa “una tantum†e decada nel 2013 e ne sia rateizzato il pagamento (non precisando però per quali fasce di reddito).
Sarebbe stato meglio che avesse dichiarato che il Pdl fa marcia indietro e chiederà l’abolizione dell’Imu sulla prima casa.

– I sondaggi hanno messo in evidenza che la maggioranza dei cittadini (oltre il 60%) vuole conoscere prima delle elezioni sia il leader che la coalizione che andrà al governo.
Alfano ha detto che anche questo è l’intendimento del Pdl, dimenticando che pochi minuti prima aveva affermato che l’intesa raggiunta con il Pd e il Terzo Polo prevede che il presidente del consiglio sarà quello indicato dal partito vincente il quale cercherà le alleanze dopo le elezioni.
Una contraddizione che lascia stupefatti per la poca chiarezza.

– Se ci fossero le elezioni oggi, il centrosinistra vincerebbe con largo margine.

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Bart