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Domani l’aperitivo e il 29 marzo la festa

19 Marzo 2010

Il 2 dicembre 2006 piazza San Giovanni non riuscì a contenere la folla dei manifestanti che risposero all’appello di Berlusconi e dei suoi alleati, tanto era oceanica. Le strade vicine traboccavano di gente che non era riuscita ad entrare nella piazza. Fu una manifestazione esaltante dei moderati, che quando non ne possono più delle prevaricazioni delle minoranze agitate ed irresponsabili diventano una valanga.

Mi auguro che così sia domani. Anche oggi, a distanza di quattro anni, è una risposta che ci vuole. Di fronte alle intemperanze e alle prepotenze di chi vuole rovesciare la democrazia non passando dalle urne elettorali, i moderati devono dire: No, basta!

Una democrazia decide attraverso libere elezioni chi deve governarla. Le opposizioni devono capire una volta per tutte che chi è uscito vincitore dalle urne non è un mostro, non è un dittatore (si è arrivati a dire anche questo, e la realtà è sotto gli occhi di tutti. Ma quale dittatura?).

Ne abbiamo viste di tutti i colori. L’Italia è sommersa dal fango degli spioni farabutti, abituati a guardare nel buco delle serrature. Questi guardoni, così ammirati dalla sinistra, stanno dettando la politica italiana.

La manifestazione di domani deve fermare tutto questo. Riavviare la macchina della governabilità. Pretenderlo, e avvertire le opposizioni accecate dall’odio, che esso non si può sfogare a danno del Paese.

Si sfoghino battendo la testa contro il muro. In Italia hanno avuto l’occasione di governare, per ben due volte, e ancora non si è riusciti a rimediare ai loro guasti. Se gli elettori li hanno puniti, significa che se lo meritavano. Non gli va giù e si sfogano con l’odio. Pessimi politicanti.

Se la manifestazione riuscirà, come spero, essa potrà ben rappresentare anche la volontà dei moderati di andare a votare il 28 e il 29 marzo per dare attraverso il voto una prova autorevole, solida e inequivocabile, della loro decisione di rompere questo assedio di odio e sbaragliare il campo da avversari non degni della nostra democrazia.

La vittoria elettorale del 28 e 29 marzo aprirà la strada alla governabilità e alle riforme. Non dobbiamo dimenticarcelo. Mai come ora il voto dei moderati è determinante. Non recarsi alle urne significherebbe restare alla finestra a guardare lo scempio che del nostro Paese viene fatto dalle opposizioni.

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“Incubo astensionismo” di Federico Geremicca. Qui.


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1 commento

  1. Commento by Ambra Biagioni — 19 Marzo 2010 @ 21:39

    Stasera al Tg4 il Senatore Latorre del PD ha detto che astenersi dal voto e lasciare le decisioni ad altri

    Se gli elettori del Centrodestra dovessero disertare le urne, vorrebbe dire che non si meritano il Governo che hanno e non dovranno poi lamentarsi di ciò che accadrà.

    Io non credo che ci sarà assenteismo e sono certa che “i silenziosi” siano ancora la maggioranza e sapranno dimostrarlo.

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