Draghi e Monti: due politiche diverse11 Dicembre 2011 Mentre Monti ha dato la stura ad una politica recessiva, senza nemmeno preoccuparsi delle conseguenze sulle attività produttive, il cui mercato è destinato a restringersi sempre di più per mancanza di domanda, Draghi nel giro di pochi giorni ha ridotto per ben due volte il tasso d’interesse della Bce portandolo al minimo storico, ossia l’1%. Draghi sembra aver imboccato una strada opposta a quella di Monti, tesa, al contrario di quest’ultima, ad agevolare la crescita delle aziende, facilitando loro l’accesso al credito. Non è un caso, a mio avviso, che il nuovo governatore della Banca d’Italia, Visco, abbia segnalato che con la manovra di Monti la pressione fiscale ha raggiunto il suo massimo storico, il 45%. Non so se Monti abbia captato il messaggio, ma anche lo avesse recepito, egli non potrà fare marcia indietro, pena patire una figuraccia con gli italiani e con il presidente della Repubblica che gli ha regalato, per combinare questi guai, ben 25 mila euro al mese e per tutta la vita. Insomma, gli ha regalato un vero e proprio forziere colmo di ricchezze. Mentre il popolo è stato chiamato a battere la fame. A questo punto, se il popolo italiano deve suicidarsi è bene che lo faccia con le sue mani, e non perché lo abbiano deciso il capo dello Stato e il suo luogotenente. Ho già scritto che non ci sarà mai il secondo tempo vagheggiato da Monti. E Monti lo sa benissimo, giacché non può illudersi che il parlamento sacrifichi il pozzo di san patrizio da cui attinge vizi e privilegi, per la sua bella faccia. Come liberarcene? Limitarsi, ad esempio, come si sta tentando di fare, a proporre che lo stipendio di parlamentare debba essere commisurato alla media di quello percepito da un collega del parlamento europeo, non è sufficiente a liberarci della piaga. Noi dobbiamo, in tutti i modi, evitare che in politica si introducano persone in malafede e rivolte solo a curare i propri personali interessi. È una sconcezza tutta nostra. È il nostro problema. Siamo un Paese speciale, poco ligio al senso civico, e la soluzione italiana non potrà che essere dunque drastica. Mi si dirà che una simile legge non sarà mai approvata. E se facessimo un referendum? Il referendum dei referendum. Prima di concludere, permettetemi di fare un’annotazione sul comportamento della Germania. Spero che Draghi, verso cui la mia stima sta crescendo a vista d’occhio (quanto sta rapidamente scemando quella verso Monti), sappia convincere i tedeschi che questa Europa dell’eccellenza dovrà essere l’obiettivo di ogni Stato membro, e quindi anche della Germania. Altri articoli“Il vice premier britannico “furioso” con Cameron”. Qui. “Donne in campo per combattere la grande crisi” di Mario Sechi. Qui. “Le scelte da fare e i pericoli reali” di Alberto Alesina e Francesco Giavazzi. Qui. Letto 908 volte.  Nessun commentoNo comments yet. RSS feed for comments on this post. Sorry, the comment form is closed at this time. | ![]() | ||||||||||