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Ecco: il filo rosso l’abbiamo trovato

31 Maggio 2010

Mi assento qualche giorno, cerco di godermi una vacanza senza notizie sul nostro travagliato Paese, e che succede? Che quando torno a casa leggo che l’ex presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, ha – come si dice in Toscana – sbarellato.

Ma per capire Ciampi occorre fare un passo indietro.

Dubbi che si stesse preparando qualcosa, li avevo già avanzati qui, quando scrissi della confidenza che Ciampi, nel pieno delle sue funzioni di capo dello Stato, aveva fatto a Scalfari e che riguardavano Berlusconi.

Il titolo del mio articolo era: “No caro Scalfari, no caro Ciampi: così non si fa!â€. Oggi quell’articolo di Scalfari del marzo scorso appare chiarificatore di una strategia contro Berlusconi volta ad aprire un nuovo fronte, quello rappresentato dalle insinuazioni di Ciampi.

Scalfari ha preparato la strada ed oggi Ciampi tenta l’affondo. Solo che ad affondare è proprio l’ex presidente della Repubblica, poiché se di colpo di Stato si deve parlare, non può che essere in una sola direzione, quella che vede come vittime un sistema ed una persona. Il sistema è quello democratico che ha nel momento elettorale la sua massima espressione. La persona è Silvio Berlusconi a cui la maggioranza degli elettori ha affidato il compito di governare il Paese.

Lo dicono i fatti, e non occorre ungersi le rotelline del cervello.
Vediamo.

Chi era presidente della Repubblica nel 1992? Oscar Luigi Scalfaro, che ricoprì l’incarico fino al 1999.
Chi fu il suo successore? Carlo Azeglio Ciampi, che ricoprì l’incarico dal 1999 al 2006.

Dunque, due presidenti schierati a sinistra vigilavano sull’Italia di quegli anni.

Chi furono i presidenti del consiglio nello stesso periodo?

Dal 28 giugno 1992 Giuliano Amato; dal 28 maggio 1993 Carlo Azeglio Ciampi. I governi retti da una maggioranza di sinistra si susseguirono fino all’11 giugno 2001, salvo l’arcinota brevissima parentesi del primo governo Berlusconi (10 maggio 199417 gennaio 1995), che, come è noto, fu mandato a casa in malo modo da Oscar Luigi Scalfaro.

Dunque: i presidenti del Consiglio di quegli anni furono tutti di sinistra.

Perciò: che senso ha gettare oggi fango e insinuazioni su questo governo, quando in quegli anni i presidenti della Repubblica e i presidenti del Consiglio erano di sinistra e sicuramente avevano in mano le informazioni necessarie? Perché sono stati zitti per tutti questi anni?

Dovrebbe essere logico chiedere piuttosto a costoro di schiarirci le idee. E tra essi c’è ovviamente lo stesso Ciampi, che non solo fu presidente del Consiglio dal 28 aprile 1993 al 10 maggio 1994, ma fu anche presidente della Repubblica dal 1999 al 2006 ricevendo le consegne dalle mani del suo predecessore Oscar Luigi Scalfaro. Un ruolo chiave, dunque, come quello di Scalfaro.

Torniamo a riproporci la domanda: Che senso possono mai avere le insinuazioni sollevate oggi da Ciampi? La risposta più convincente può essere questa: inserirsi nella strategia antiberlusconiana per rivitalizzarla, visto che i risultati sono stati finora deludenti. Inserirvisi con l’autorità che gli deriva dall’essere stato una personalità di primo piano nelle Istituzioni. Che Scalfari non scrisse a caso quell’articolo, oggi appare di tutta evidenza.

Il filo rosso dell’eversione che si cominciò a tessere nel 1992/1993 oggi trova altri punti di appoggio, e bene hanno fatto alcuni giornalisti, come Giuliano Ferrara, a chiedere a Ciampi di non limitarsi a delle insinuazioni e di portare invece delle prove: “In un paese serio non si convive con il dubbio che il partito del capo del governo abbia avuto origine da una strategia stragista. O si accerta che le cose sono andate a quel modo, e lo si caccia via o lo si rinchiude in galera a seconda del suo grado di coinvolgimento, oppure chi avanza quell’ipotesi senza indizi, senza prove, senza criterio di responsabilità si becca, quale che sia la sua autorevolezza, il disonore sociale, e in più la sanzione penale che tocca ai calunniatori.â€

Ad ogni modo, le insinuazioni di Ciampi appaiono ridicole.

Quando mai un colpo di Stato manda al governo con libere e democratiche elezioni lo stesso cospiratore? Ve lo immaginate, poi, il complottista Berlusconi che fa appena in tempo a mettersi a sedere sullo scranno di presidente del Consiglio, che Scalfaro lo prende a pedate e lo scaraventa giù per le scale? Sarebbe proprio lui, questo Berlusconi mandato così facilmente al tappeto l’uomo del tentato colpo di Stato? E i suoi soldati dove sono finiti? Quattro straccioni? Si tenta con quattro straccioni un colpo di Stato? Ma fatemi il piacere.

Dimenticavo: erano anche gli anni in cui Mani Pulite tagliava le teste come Robespierre ai tempi del Terrore. Aveva decapitato un’intera classe politica (salvo i Ds). Bisognerebbe allora supporre perfino un’intesa tra Berlusconi, i Ds e Mani Pulite? Assurdità, fantascienza, come si è visto poi. Ci ha pensato Ciampi?

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7 Comments

  1. Commento by Mario Di Monaco — 31 Maggio 2010 @ 09:53

    Il tuo pezzo mi riporta alla mente il famoso articolo di Leonardo Sciascia apparso sul Corriere della Sera del 10/1/1987 intitolato “I professionisti dell’antimafia” in cui sosteneva la tesi dell’antimafia come strumento di potere.
    Eccone un breve stralcio:
    “E ne abbiamo qualche sintomo, qualche avvisaglia. Prendiamo, per esempio, un sindaco che per sentimento o per calcolo cominci ad esibirsi – in interviste televisive e scolastiche, in convegni, conferenze e cortei – come antimafioso: anche se dedicherà tutto il suo tempo a queste esibizioni e non ne troverà mai per occuparsi dei problemi del paese o della città che amministra (che sono tanti, in ogni paese, in ogni città: dall’acqua che manca all’immondizia che abbonda), si può considerare come in una botte di ferro. Magari qualcuno molto timidamente, oserà rimproverargli lo scarso impegno amministrativo; e dal di fuori. Ma dal di dentro, nel consiglio comunale e nel suo partito, chi mai oserà promuovere un voto di sfiducia, un’azione che lo metta in minoranza e ne provochi la sostituzione? Può darsi che, alla fine, qualcuno ci sia: ma correndo il rischio di essere marchiato come mafioso, e con lui tutti quelli che lo seguiranno. Ed è da dire che il senso di questo rischio, di questo pericolo, particolarmente aleggia dentro la Democrazia Cristiana: «et pour cause », come si è tentato prima dl spiegare. Questo è un esempio ipotetico.â€

  2. Commento by Felice Muolo — 31 Maggio 2010 @ 18:23

    Bart, come mai  la potenza di fuoco della sinistra è  inesauribile? Berlusconi non riesce a neutralizzarla? Con tutto il consenso che ha.

  3. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 31 Maggio 2010 @ 20:17

    Felice, Berlusconi ha il consenso della maggioranza dei cittadini, ma non quello dei poteri forti, che sono- lo ripeto anche qui – poteri mafiosi.
    La sinistra è uscita indenne da Mani Pulite non a caso.   La sinistra è gradita ai poteri forti, a cui corrisponde docilmente, pur di arrivare alle poltrone.

  4. Commento by Felice Muolo — 31 Maggio 2010 @ 23:25

    Tutto ha un prezzo, Bart. Perchè non si riesce a patteggiare, a trovare un accordo, per restituire  tranquillità ai  cittadini. Che non ne possono più di assistere alla  pseudo contrapposizione del cavolo  in atto  da troppo tempo.

  5. Commento by giuliomozzi — 1 Giugno 2010 @ 00:47

    Bart, scrivi: “Chi era presidente della Repubblica nel 1992? Oscar Luigi Scalfaro, che ricoprì l’incarico fino al 1999. Chi fu il suo successore? Carlo Azeglio Ciampi, che ricoprì l’incarico dal 1999 al 2006. Dunque, due presidenti schierati a sinistra vigilavano sull’Italia di quegli anni”.

    Per carità: Ciampi fu in gioventù azionista, e fino al 1980 fu addirittura iscritto alla Cgil. Ma definire “di sinistra” un democristiano come Scalfaro mi pare un pochettino esagerato.

    Il primo governo Berlusconi cadde perché gli mancò l’appoggio della Lega.

    Se ci fu un partito che approfittò della destabilizzazione della classe politica conseguente a “mani pulite”, fu senz’altro Forza Italia: che vinse le elezioni immediatamente successive. E Silvio Berlusconi corteggiò insistentemente, offrendogli una poltrona da ministro, Antonio Di Pietro.

    Quanto a ciò che Ciampi ha detto in questi giorni, la mia memoria – e vado solo a memoria – mi dice che lo disse anche a ridosso degli avvenimenti. Alla domanda: “Perché sono stati zitti per tutti questi anni?”, mi pare si debba rispondere: non sono stati zitti; hanno parlato a tempo e luogo; e chi ha l’attenzione distratta e la memoria corta non se lo ricorda.

  6. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 1 Giugno 2010 @ 10:34

    Giulio, non c’è differenza, secondo me, tra Scalfaro, la Bindi e Franceschini, ad esempio. Io li considero di sinistra: non più democristiani di sinistra, ma proprio di sinistra. Avrei qualche riserva per Marini, avendolo conosciuto in Cisl, come oppositore di Carniti.

    Berlusconi dichiarò pubblicamente le ragioni della sua discesa in campo. I fatti hanno dimostrato che gli italiani volevano il cambiamento, dopo aver scoperto le colpe dei partiti, tutti decapitati da Mani Pulite. Ciò che non si può affatto sostenere, mi pare, (ne converrai anche tu) è che si fosse in presenza di  un’azione congiunta tra Mani Pulite e Berlusconi per consentire a quest’ultimo di andare al governo. Dunque l’azione di Mani Pulite e di Berlusconi divergevano. Berlusconi vinse contro i poteri forti che avevano programmato un altro esito: vinse per volontà dell’elettorato, e sorprese tutti (storica è diventata la gioiosa macchina di Occhetto).

    L’accanimento riservato in tutti questi anni a Berlusconi è il tentativo dei poteri forti di recuperare il vecchio disegno.

    Scalfaro, dopo l’avviso di garanzia a Berlusconi, chiamò Bossi (il quale lo ha rivelato, mi pare, in suo libro) e gli disse che Berlusconi era ormai finito e gli conveniva farlo cadere. Ciò che accadde. Ce lo vedi, tu, un cospiratore così fragile?

    Non ricordo se Ciampi abbia mai  parlato di un tentativo di colpo di Stato,  sia come presidente del Consiglio che come presidente della Repubblica. Ma ciò non lo assolverebbe, perché non fece nulla, com’era suo dovere,  per chiarire la brutta faccenda. Non erano noccioline, ma un tentativo di colpo di Stato. Per molto meno, secondo me (l’esistenza della Gladio durante il periodo della guerra fredda), Cossiga dovette anticipare la scadenza del suo mandato, come ricorderai.

    Non avendo fatto nulla per chiarire, oggi Ciampi non può lanciare insinuazioni, senza farle seguire da prove certe.

    Comunque, ripeto, a mio avviso, stando alla logica degli avvenimenti successivi e della debolezza mostrata da Berlusconi, attaccato su tutti i fronti, il tentativo di colpo di Stato, se ci fu, non fu manovrato da Berlusconi (il quale, ripeto, dichiarò pubblicamente il perché scendeva in campo), ma dai cosiddetti poteri forti che si avvalsero della parte avversa (i Ds furono risparmiati) e di certa magistratura politicizzata.

    Di Pietro è un personaggio circondato da molti misteri. Questo è ciò che posso dire di lui oggi. Credo che prima o poi sapremo per chi ha lavoratao e per chi sta lavorando.

  7. Pingback by I santoni della sinistra | Adriana Bolchini — 31 Marzo 2011 @ 16:37

    […] nel maggio 2010 (qui, e poi qui, qui e qui) scrivevo che le date non concordavano con le accuse che si facevano a […]

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