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Il diritto della maggioranza a governare

10 Giugno 2010

L’opposizione può pensare tutto quello che vuole riguardo al ddl sulle intercettazioni. È un suo diritto. Ma questo diritto ha dei limiti: non può impedire alla maggioranza di governare. Impedire alla maggioranza di governare è un vulnus della democrazia. Bisogna dircelo con chiarezza. L’ostruzionismo ad ogni costo è un vulnus della democrazia. L’opposizione ha diritto di motivare le ragioni del suo dissenso; fare proposte alternative. Ma la maggioranza ha un diritto superiore, che è quello di governare. Se la maggioranza non condivide le critiche e le proposte dell’opposizione, ha il diritto di andare avanti, giacché ad essa gli elettori hanno affidato il dovere di farlo.

Un governo ed una maggioranza che si bloccano in un temporeggiare continuo, in balia degli strumenti ostruzionistici messi in campo dall’opposizione, non assolve al proprio dovere, ed inganna il Paese.

Dunque, se la maggioranza risponde all’ostracismo parlamentare ponendo la fiducia, fa ciò che gli è richiesto da coloro che lo hanno eletto.

Sono più che sicuro che la stragrande maggioranza degli elettori del centrodestra approva la decisione di porre la fiducia e addirittura sollecita il governo a non cadere mai più dentro la gabbia dell’opposizione.

Avanti come un ariete. Gli elettori sono dalla parte di chi dimostra di governare. Si può anche sbagliare, ma l’immobilismo è peggiore dell’errore. L’immobilismo è addirittura un errore mortale.

Quando Di Pietro sbraita di dittatura, dimostra di non aver alcuna cognizione della democrazia. La democrazia è governo, azione e risultato. Il resto è il teatrino dei fannulloni, degli irresponsabili, dei sostenitori del tanto peggio tanto meglio. Liberiamoci di questa malefica genìa, dando ad essa il poco peso che ha, avendo ben presenti, invece, i bisogni del Paese e non più le sparate e le rabbie dell’opposizione. Che non sanno più a quali sciocchezze aggrapparsi. Si legga Ezio Mauro, qui.

Non si vuol capire, ossia, che se il ddl si è reso necessario è perché in Italia giornalisti e giudici hanno violato diritti altrui, tutelati dalla Costituzione. Mancando la deontologia professionale, deve intervenire la legge. Lo Stato non può stare a guardare. Sarebbe colpevole di questo percorso in discesa di strafottente e mostruosa inciviltà. La libertà assoluta non esiste. È un’aberrazione di menti malate.

Berlusconi ha anche criticato i lacci e lacciuoli della Costituzione. Ha fatto bene. Perché si parla tanto di modifiche costituzionali, se non a ragione del fatto che la Costituzione è imbracata al passato e non riesce a muoversi nell’oggi e ancor di più per il domani? Modificare la Costituzione è una necessità. Chi non si adopera per farlo è un irresponsabile. Non ama il suo Paese.

Anche questo bisogna dircelo una buona volta con chiarezza. Chi vuole ingessare la Costituzione non ama l’Italia, ma ne favorisce una lenta agonia.

Quando Bersani (che sembra aver ingaggiato una gara con Di Pietro) dice: «Berlusconi deve smetterla di attaccare la Costituzione ». «Hai giurato sulla Costituzione: se non ti piace, vai a casa », proclama il suo disamore per l’Italia.

Giurare sulla Costituzione, come fanno i parlamentari e massimamente le alte cariche dello Stato, non significa affatto negarsi la possibilità di migliorarla. Bersani questo non lo capisce e ragiona come l’uomo dell’età della pietra.

Come può l’Italia essere guidata da uomini come lui, rivolti al passato, e totalmente incapaci di preparare il futuro?

Chi fa notare questo passo così diverso tra maggioranza e opposizione, come per esempio l’editorialista Angelo Panebianco, che mette sotto accusa taluni intellettuali, viene subito preso d’assalto. È scomodo e va denigrato. Sono le armi consuete della sinistra, oggi acquisite e esibite da Il Fatto Quotidiano.

Ammodernare lo Stato è difficile. Educare l’intellighenzia all’esercizio di una sana democrazia, che metta al primo posto il valore della persona e il rispetto dei diritti altrui; snellire la farraginosa e confusionaria macchina burocratica; semplificare le leggi; far funzionare secondo le necessità della società civile gli organi dello Stato, richiedono forza e determinazioni non comuni.

Se ha un senso, ancora, il voto che gli italiani hanno dato un anno fa a questo governo, è proprio quello di ritrovarsi finalmente con uno Stato all’altezza dei tempi.

Non tutti hanno il fiato per farlo. Alcuni (l’opposizione) non vogliono nemmeno partire. Altri si fermano per strada. Ma al traguardo si deve arrivare e il compito di giungere a questo traguardo gli elettori lo hanno affidato all’attuale maggioranza.
Chi non è partito, chi si è fermato per strada, non potrà contare su alcuna comprensione.
Saranno messi alla berlina.

Annotazione. La Cisl e Uil, in una situazione di crisi come quella che stiamo attraversando, fanno le loro manifestazioni di protesta scendendo in piazza il sabato, quando i lavoratori non sono sul lavoro. È un senso di responsabilità che deve essere registrato e approvato.

Invece Epifani è in perfetta linea disfattista con l’opposizione. La CGIL, infatti, proclama uno sciopero di quattro ore per il settore privato e di 24 ore per il settore pubblico. Brindando alla crisi.


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5 Comments

  1. Commento by Mario Di Monaco — 10 Giugno 2010 @ 10:10

    All’assemblea di Confartigianato ieri Berlusconi ha affermato:   “Governare con le regole che impone la Costituzione è un inferno…….. non è che manchino le intenzioni o i buoni progetti, ma l’architettura costituzionale rende difficilissimo trasformare progetti in leggi concrete”.

    Per un attimo ho avuto l’impressione che ad intervenire in quel modo fosse un esponente dell’opposizione o qualche giornalista che rimproverava al governo di non aver fatto finora alcunché per intervenire sui gravi mali della nostra democrazia.

    Dopo anni di denunce sull’arretratezza delle nostre istituzioni, su cui converge ormai la stragrande maggioranza dei cittadini, il capo del Governo non può propinare ancora una volta la solita minestra.

    Ora è finito il tempo degli annunci ed è giunto quello delle proposte concrete e dell’azione, che deve ovviamente dimostrarsi assai più decisa di quanto mostrato in occasione del ddl sulle intercettazioni telefoniche.

    Berlusconi sa benissimo che non può fare affidamento sul senso di responsabilità dell’opposizione e non può più neppure rifugiarsi sui dubbi della tenuta della sua maggioranza.

    E’ obbligato a rischiare perchè se non riuscirà a realizzare le riforme ne risponderà agli elettori.

       

     

  2. Commento by Legolas — 10 Giugno 2010 @ 11:26

    Caro Di Monaco mi spieghi cortesemente inche modo vorrebbe cambiare la Carta Costituzionale.

    Vecchia ? Datata? ci sono costituzioni che sono in vigore da 220 anni e in quei paesi non si sente parlare di camobiare la costituzione, anzi si rispetta e si segue   senza lamentarsMi sembra paradossale che la richiesta di cambiare la costituzione venga da chi detiene il potere esecutivo, questo mi lascia perplesso e mi incute timore.

    Nel nostro paese purtroppo molti hanno perso la capacità a ragionare a rispettare le regole che ci sono   , anzi siamo arrivati ad un punto in cui le regole, quelle che non ci consentono di fare i nostri comodi , possono e debbono essere modificate, per renderci la vita più agevole.on rispetto e cortesia   rifletta prima di dire che la nostra costituzione fatta da persona che avevano una elevatora civica e morale irraggiungibile oggi deve essere modificata . IO modificherei geneticamente chi pensa che la Costituzione debba essere modificata

  3. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 10 Giugno 2010 @ 12:37

    Non entro nel merito delle Costituzioni di altri Stati. Quando non si cambiano significa che sono funzionali.

    La nostra Costituzione non lo è più. I punti da modificare sono oggetto di dibattito pubblico da molti mesi. Lei li conosce bene. Comunque, può trovare altri miei articoli sul punto, che entrano nel dettaglio. Li cerchi e li legga.

    Grave però quello che scrive circa la sua voglia di modificare geneticamente chi non la pensa come lei sulla Costituzione. Rifletta.  

  4. Commento by Legolas — 10 Giugno 2010 @ 13:34

    La mia era una battuta ….. e non certo una minaccia a verso chi non la pensa come me.

    Il dibbattito di cui Lei parla è sterile e non porta a nulla se non ad un maggiore accentramento di potere nelle mani dei soliti pochi abolendo così la democrazia ( cosa che secondo me   è ormai   avvenuta CON IL SISTEMA ELETTORALE CHE SI STA USANDO…MA QUESTA è UN ALTRA COSA)  
    Ancora non comprando quali dovrebbero essere   novità per portare la nostra cosituzione al passo con i tempi. E come è accaduto a Lei quando si fa tale domanda si risponde vagamente   senza entrare nel merito perchè poi si scopriurebbero gli altarini ossia che una reale e sostanziale modifica non esiste se non per rendere la vita di chi governa più agevole a discapito della democrazia….. DEMOCRAZIA   CAPITO

  5. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 10 Giugno 2010 @ 14:10

    Scorra i miei articoli. Ne troverà a iosa sulle riforme necessarie al Paese.

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