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La bile di Ezio Mauro

23 Aprile 2010

Leggetelo, leggetelo. Per capire il successo in chiarezza e in democrazia della direzione nazionale del Pdl, bisogna oggi leggere l’editoriale di Ezio Mauro. La botta in testa non l’ha presa soltanto Fini, ma anche il direttore di Repubblica, che annaspa e torna a parlare di un Berlusconi antidemocratico, despota, tiranno, e chi più ne ha più ne metta.

La diretta televisiva di una riunione di un organo decisionale di partito, in cui già si sapeva di uno scontro che vi avrebbe avuto luogo, ha dato dimostrazione di un partito che non ha nulla da nascondere e che offre il confronto interno al giudizio di tutti, non vergognandosene e non mettendo in conto i rischi. Più democrazia di così!
Ora ci aspettiamo l’editoriale di Eugenio Scalfari.

Non vi è dubbio che dal dibattito di ieri all’interno del Pdl, esce sconfitto non solo Gianfranco Fini, ma anche Repubblica, che molto contava su di lui, come ci contava Bersani, che sprezzantemente ha deplorato lo “spettacolo indecoroso†offerto dal Pdl, e ha salvato solo il suo uomo di riferimento, sì lui, il presidente della Camera.

Se Berlusconi ha all’interno una maggioranza forte, è un dittatore. Se su certe decisioni va in minoranza e vi si adegua, è un monarca, se approva con gli altri un documento in cui si dice che la minoranza deve adeguarsi alle decisioni della maggioranza, è un tiranno.

Dimentica, Ezio Mauro, che un partito, se vuole restare un punto di riferimento per gli elettori, deve sapersi esprimere con chiarezza e mostrare senza ambiguità la sua linea politica. Solo così gli elettori potranno capirci qualcosa e decidere se condividere o meno.

Da sempre negli organismi direttivi, non solo politici, vige la regola democratica che all’interno si deve permettere il più ampio dibattito, il dispiegamento di tutte le opinioni. Poi si deve sintetizzare e decidere. E ciò che viene deciso dalla maggioranza diventa la linea del partito, con la quale il medesimo si presenta al giudizio degli elettori.
Non è questa la democrazia? Quale democrazia conosce Ezio Mauro?

Ma Ezio Mauro è sordo e cieco. Non si è accorto che il Fini che ieri tutti hanno visto comiziare è il superstite di una politica che ha fatto il suo tempo, la politica inconcludente, che ha portato l’Italia allo sfascio.

L’esperienza politica di Fini dentro il cosiddetto arco costituzionale è recente. La deve a Silvio Berlusconi, che lo sdoganò. Sembra un politico navigato, ma in realtà è ai suoi primi passi.

Sta facendo ciò che i politici facevano nella prima Repubblica. Senza accorgersi, proprio come uno che è appena uscito da un’ibernazione, che i tempi non sono più quelli. I dinosauri non ci sono più.

Dice cose già dette e ridette, e stantie, come se fossero novità. Fosse lui al governo camminerebbe con il passo traballante di una mummia.

Ieri mi ha fatto pena. Ma non posso dimenticare la sua protervia e la sua volontà di nuocere per pura vanagloria. Di lui non mi fido, ma oggi, dopo le dichiarazioni di guerra che ho letto sui giornali, di lui ho paura. Ho paura per le Istituzioni.
Devo avere pazienza? Devo attendere? Che sia.
Ma teniamo gli occhi aperti perché Fini è quello del fuori onda con il procuratore generale Trifuoggi.

È uno che porta rancore e – contrariamente a quanto sfacciatamente dichiara – è pronto a colpire alle spalle.


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1 commento

  1. Commento by Ambra Biagioni — 23 Aprile 2010 @ 21:34

    Dal Legno

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A chi dovesse inviarmi propri libri, non ne assicuro la lettura e la recensione, anche per mancanza di tempo. Così pure vi prego di non invitarmi a convegni o presentazioni di libri. Ho problemi di sordità. Chiedo scusa.
Bart