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Rivista d'arte Parliamone
La scampanata, il romanzo di Bartolomeo Di Monaco trasformato in testo teatrale, qui per chi volesse rappresentarlo.

La mia casa di campagna

4 Agosto 2009

La mia casa di campagna è anche il titolo di un romanzo di Giovanni Comisso, uscito nel 1958. Lo sto leggendo e mi piace. Ne scriverò.
Oggi ne respiro il profumo. Sono solo in casa. Mia moglie e mia cognata sono andate al mare. I miei due fratelli, Giuseppe e Mario, e mio figlio Stefano sono andati per un’escursione sulla Pania Secca. Mia moglie mi ha chiesto: Cosa vuoi da mangiare? Le ho risposto: Non ti preoccupare, lasciami un po’ di speck e un po’ di pane, mi arrangerò.
Ora sono qui in giardino, al fresco; c’è un venticello leggero che spira dal mare. Ho davanti a me un piatto con dello speck già affettato, del pane fresco e una bottiglia di Bennati Recioto di Soave del 1984. Mi sembra di essere in paradiso. Mi dico, pensando al libro di Comisso: Io abito in campagna dal 1970. Provengo dalla città e ho avvertito anch’io il cambiamento. In meglio. In campagna la vita diventa sopportabile; in qualche modo si può restare distaccati dalle cose del mondo. Se si ha la ferma volontà di tenerle lontane, lo si può fare. Qualche amico che è venuto a trovarmi sa che mi è possibile.
Non sento rumori, se non l’oscillare dei rami delle piante che mi stanno intorno. E qualche cicala. Mi gusto ogni fetta di speck, accompagnandola con un po’ di pane cotto dal fornaio del paese e con un bicchiere di Recioto di Soave. Penso a Comisso e alla descrizione che fa della sua vita in campagna. Mi dico che non ho niente da invidiare a quei suoi anni felici. Lo sono anch’io, felice. Spesso la felicità nasce da un insieme di fortunate e semplici coincidenze. La mia casa non la cederei a nessuno, neanche per tutto l’oro del mondo. Oltre al giardino spazioso e ricco di fiori (merito di mia moglie che li accudisce) ho su di un lato un frutteto e sull’altro un albereta. Ci sono delle panchine su cui sedermi quando ho voglia di gustarmi panorani diversi. Il frutteto dà verso il mare su di una campagna ancora vergine; l’albereta sul vecchio paese e posso vedere la chiesa e il campanile e il dolce colle dove fu costruito l’antico villaggio. Davanti alla casa scorre il canale Ozzeri e più lontano, non di molto, scorre l’antico Serchio, ricordato da Dante.
Dietro casa mia ho le dolci colline che per un sentiero tra i boschi mi conducono ai ruderi di Castel Passerino e infine all’eremo di Rupecava, dove la leggenda vuole che vi sostasse Sant’Agostino e vi scrivesse alcune delle sue opere.
L’estate ha questo di stupendo, che risveglia in ciascuno di noi i più nobili sentimenti. Trasferisce in noi l’allegria e la potenza della natura. Stare fuori, in giardino, e comunque all’aria aperta, vuol dire assorbire tutta la sua bellezza e la sua armonia. D’estate ci si sente forti, pieni di baldanza e di desideri, anche di sogni. L’anima si ricarica e si prepara a dare i suoi frutti nel lungo inverno.


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6 Comments

  1. Commento by kalle — 4 Agosto 2009 @ 19:07

    Bart, la tua descrizione mi ha catapultato in Lucchesia: per un attimo sono stato li’ da te a mangiare speck e a bere vino, spero la cosa non ti dispiaccia. Che fortuna avere un giardino e addirittura un frutteto. Ti invidio davvero! Noi abbiamo un bellissimo parco non distante da casa, e’ la nostra campagna cittadina.

  2. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 4 Agosto 2009 @ 19:54

    Kalle, spero che un giorno verrai a trovarmi. D’estate qui c’è sempre un angolino di fresco per bere qualcosa insieme e in pace.
    Bart

  3. Commento by Carlo Capone — 5 Agosto 2009 @ 10:33

    Lo conosco bene il giardino di Bart. Quando andai a trovarlo fu la prima cosa che mi mostrò, si vedeva che ne è orgogliosissimo. Si era in primavera, una primavera imbronciata, ma Bart mi fece rivivere le delizie di quel giardino come fosse già estate.

  4. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 5 Agosto 2009 @ 12:34

    Ho un bellissimo ricordo di quella tua visita, Carlo. Spero che un giorno potrai ritornare (magari in estate).
    La rivista Parliamone mi ha fatto ritrovare un amico della giovinezza che non vedevo più da tantissimi anni, Mauro Cristofani, che scrive qui ogni 7 del mese ed ha una galleria di quadri che si può visitare nell’apposito spazio. Viene a trovarmi spesso e stiamo in giardino (anzi sulla panchina dell’albereta, che a lui piace) a chiacchierare e a berci del the freddo. Domani sarà di nuovo qui e abbiamo programmato una breve passeggiata sulla collina dietro casa mia.

  5. Commento by Carlo Capone — 5 Agosto 2009 @ 23:32

    Di Mauro Cristofani ho avuto modo di apprezzare i dipinti nell’apposita sezione.
    Un giorno o l’altro arriverò, Bart! quasi all’improvviso :-)

  6. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 6 Agosto 2009 @ 08:04

    Ti aspetto a braccia aperte, per rivedere con gioia un grande amico.

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A chi dovesse inviarmi propri libri, non ne assicuro la lettura e la recensione, anche per mancanza di tempo. Così pure vi prego di non invitarmi a convegni o presentazioni di libri. Ho problemi di sordità. Chiedo scusa.
Bart