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L’appello per la difesa della libertà di stampa. Le bugie. Il caso Boffo

2 Settembre 2009

Si stanno raccogliendo firme giacché la querela di Berlusconi a Repubblica rappresenterebbe un attentato alla libertà di stampa. I cosiddetti intellettuali fanno la corsa perché la loro firma appaia tra quelle che sostengono l’iniziativa. Ce n’è da far ridere i polli (soprattutto se si pensi che alcuni scrivono, intervengono o pubblicano sui media che fanno capo alla famiglia Berlusconi).
Eppure non è la prima volta che un politico querela un giornale o un giornalista. Ne prendo uno di spicco, D’Alema.
Querelò Il Giornale, querelò Repubblica, querelò Travaglio, eppure nessuno si è mai messo in fila per sottoscrivere un appello in difesa della libertà di stampa. Dov’erano costoro? Oggi su Repubblica si annuncia che anche il Maestro Claudio Abbado ha firmato l’appello.
Come scrivevo l’altro giorno, qui si è perso la testa. L’antiberlusconismo sommerge la razionalità. Si è formato un gregge che va alla deriva, e rischia di cadere in un precipizio, come le pecore del pastore Oak, nel romanzo di Thomas Hardy, “Via dalla pazza folla”. E’ un titolo che ben si addice anche al caso italiano e a questo gregge che si sta raggruppando all’insegna della pura follia.

Berlusconi non ha messo una bomba nella sede di Repubblica, ha solo chiesto che la magistratura si pronunci sui comportamenti di Repubblica a proposito delle 10 domande. Perché non è lecito appellarsi alla magistratura? Perché D’Alema lo può fare e Berlusconi no?
Si ha o non si ha fiducia nella magistratura?

Ho l’impressione che leggendo i nomi di quella sottoscrizione noi si possa conoscere i nomi di coloro che hanno della democrazia un concetto a senso unico, ossia la democrazia è quella che definiscono loro e della democrazia vera se ne fanno carta per il comodo.

Qualche tempo fa scrivevo che l’attacco alla vita privata di Berlusconi avrebbe messo in moto una macchina infernale, scoprendo molti altarini. Fui facile profeta. Gli accusati si difendono sostenendo che sono calunnie o patacche. Boffo, il direttore di Avvenire, dichiara che si è scritto contro di lui il falso, e invece gli atti messi a disposizione dalla magistratura confermano che fu lui a fare quelle telefonate oscene. Ezio Mauro, direttore di Repubblica, afferma di aver pagato più tasse del dovuto, ma sorvola sul fatto che fu un evasore fiscale, costretto al patteggiamento. Si urla ai quattro venti che Berlusconi è un gran bugiardo, ma qui mi pare che la classe dirigente, che dovrebbe dare l’esempio ai cittadini, non fa altro che mentire. Che vergogna.

Sul caso del cattolico Boffo, avrei preferito che prima che il Card. Bagnasco ne prendesse le difese, si accertasse della verità e di quanto sta scritto negli atti processuali (fra l’altro la sentenza è passata in giudicato, ossia è definitiva non essendo stata appellata). Carta canta, si dice, e la scusa di Boffo che quelle telefonate furono fatte da un tossicodipendente, guarda caso morto nel frattempo, sono state considerate inattendibili dalla magistratura. Boffo, fra l’altro, dichiarò di non conoscere la donna molestata, mentre negli atti sono presenti testimonianze che affermano il contrario.
Se effettivamente è un mentitore, può la Chiesa continuare a difenderlo?

P.S. del 3 settembre: Berlusconi ha querelato anche l’Unità e qui, per avere un’idea dei contenuti della querela, sono leggibili gli atti.

Inoltre, per avere conferma che non tutto si può scrivere sulla stampa con la scusa che si tratti di un giudizio etico-politico, si può leggere quanto riportato qui sul processo in corso tra Stefania Craxi e Eugenio Scalfari. Ossia, sotto questa etichetta: “io do un giudizio etico-politico, che ovviamente può essere sbagliato o soggettivo“, si possono nascondere veri e propri reati. Chi se ne sente colpito, è giusto, dunque, che adisca la magistratura. Sarà la magistratura a stabilire se certi limiti sono stati superati. La magistratura agisce sulla base delle leggi e della giurisprudenza. Gli articoli sui giornali (anche per quanto riguarda i supposti attacchi alla libertà di stampa) sono chiacchiere che si possono rigirare come a ciascuno fa più comodo. La libertà di stampa è tutelata dalla Costituzione. Se qualcuno vi attenta veramente, è la magistratura che ha il dovere di intervenire prontamente. Il fatto che nessun magistrato si sia mai mosso (eppure di questi presunti attacchi se ne parla con clamore) significa che la libertà di stampa, almeno per ora, non corre alcun pericolo.

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“Ecco come D’Alema fa quello che vieta agli altri” di Paolo Bracalini. Da cui estraggo (siamo nel 1993): «In questo Paese non si potrà fare qualcosa finché ci sarà di mezzo la stampa. La prima cosa da fare quando nascerà la Seconda Repubblica sarà una bella epurazione dei giornalisti in stile polpottiano ». Qui.

Feltri fa marcia indietro su Boffo. Qui.


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58 Comments

  1. Commento by Gian Gabriele Benedetti — 29 Settembre 2009 @ 14:30

    Signor Angelo (sono costretto a questo punto ad usare tale titolo), nessuno di noi sostiene che tutto vada bene in Italia: sarebbe da stupidi con i paraocchi. Ciò che voglio dire, con Bartolomeo, è che non vi è tutto quello sfascio che vede o percepisce lei (noti il “lei”). L’Italia vive con i suoi mille e mille pregi ed i suoi atavici difetti. Ma non mi si venga a dire che siamo in una pseudodittatura, dove sono in pericolo le libertà; non mi si dica che si vive male, quando, la maggioranza della gente spende e spande quasi senza freno; non mi si dica che il voto degli Italiani non conta nulla, perché questa è un’offesa alla nostra dignità ed al nostro sacrosanto orgoglio di liberi cittadini.
    Grazie ancora per l’attenzione e continui pure a pensarla come vuole: nessuno gli impone il contrario
    Gian Gabriele

  2. Commento by Angelo Farina-Ventrone — 29 Settembre 2009 @ 14:50

    Signor Bartolomeo,
    io ho rispetto per la intelligenza di per se stessa, per la logica ferrea e per la onestà intellettuale.
    Lei parte dall’ammettere che l’Italia non è il Paradiso e subito ne fa una querela contro la parte avversa, che ne ingigantisce i difetti.
    Dimentica Signore che esistono i corrispondenti dell’Estero, forse che dobbiamo dargli il foglio di via?
    Vede l’italiano è una lingua che pochi conoscono ed a “sinistra” vi è solo gente ottusa.
    In Italia non vi può essere poca o molta, ma solo la Libertà che o ce o non c’è. Il libertinismo sembra una prerogativa dei potenti, come… Quello non solo ne abusa, ma ne fa un modello di vita. Sarebbero fatti suoi, se non rivestirebbe la figura rappresentativa del mio Paese verso il Mondo esterno.
    Chi rappresenta l’Italia, chi ne propaga la immagine ufficiale?
    Signor Bartolomeo Lei sa benissimo che l’Amore verso qualcosa o qualcuno può far restare indifferente l’oggetto dell’Amore stesso. Che bisogna anche saper amare, per gratificare ciò che si ama. Lei parla adesso di propaganda disfattista, come di anti-italianità, a quando l’accusa di tradimento e di altre brutture?
    Non sono italiani anche quelli della parte avversa?
    Chi ama Lei?
    Non è una critica personale la mia, cerchiamo solo di ragionare!
    Gli italiani non sono affatto chiaccheroni ed inconcludenti, anzi per quanto mi riguarda sono iper-attivi.
    Partendo quindi dal presupposto che “Noi” siamo gli italiani la invito a risolvere assieme con me qusti “annosi problemi che ci trasciniamo dietro da generazioni”.

  3. Commento by Gian Gabriele Benedetti — 29 Settembre 2009 @ 15:29

    Innanzi tutto ho sbagliato a definire la parola “signore” un titolo, anziché “appellativo”. Me ne scuso, ma la fretta a volte gioca scherzi del genere.
    Poi vorrei precisare che nessuno denigra la parte avversa (il centro-sinistra). Anzi, vorrei che fosse più coeso, concreto e propositivo, anziché perdersi in chiacchiere, nella caccia alle streghe, nel calunniare, nell’inveire soltanto. Farebbe molto meglio alla democrazia ed al paese, se divenisse per davvero uno stimolo importante anche per il Governo.
    Infine mi sembra eccessivo definire “libertinismo” il comportamento del Premier. La sua esuberanza e, a volte, la sua leggerezza (forse gli manca ancora la scaltrezza dei vecchi politicanti) lo portano a trovarsi in situazioni che ritengo poco piacevoli (tutto, però è ancora da provare. E se gli avessero teso una specie di “trappola”? Aspettiamo gli sviluppi, prima di giudicare). Io vorrei che il Governo fosse valutato per quello che fa e per quello che non fa, ma dovrebbe fare. Il resto sono chiacchiere. Crede lei, Signor Angelo, che gli altri uomini della politica siano dei “santarelli” con l’aureola sulla testa? Che ne pensa di Clinton, degli ex- presidenti francesi Giscard d’Estende (non so se si scriva così, mi si scusi!), Chirac e di altri che non sto a citare?
    E crede che i restanti politici italiani siano tutti degli angioletti? Potremmo fare un bell’elenco di gente che se la spassa, eccome!
    Gian Gabriele

  4. Commento by Angelo Farina-Ventrone — 29 Settembre 2009 @ 17:46

    Signor Gian Gabriele,
    sebbene si dica che “Mal comune mezzo gaudio” io non sono dello stesso avviso. Che il Mondo sia quel che è non significa che non possa essere in divenire.
    Da dove parte e dove potrà finire questa “Querelle” non mi interessa neppure, perchè effettivamente non mi tocca e forse non tocca nemmeno a Lei (con la maiuscola).
    Si può spendere anche senza soldi e consumare senza costrutto, ciò non vuol dire essere ricchi; semmai le persone di una certa agiatezza economica sono spesso parsimoniosi fino alla taccagneria.
    Esiste un modo civile di vivere senza offendere e senza fare chiasso inutile e dannoso, si chiama…
    Fa semplicemente parte della “Buona Educazione”.
    Io preferirei avere tutti i miei buoi nella stalla invece che andar urlando al ladro, quando la stalla è vuota.
    Mi ripeto: l’Italia è bella malgrado gli italiani e la mia Nazione rimarrà libera malgrado i miei connazionali. Ciò non mi vieta nemmeno di asserire che: L’Italia è bella proprio perchè vi sono gli italiani e che la mia Nazione è libera grazie ai miei connazionali.
    E questo innanzitutto perchè è il “Mio” Paese.
    Non poteva essere altrimenti, è cosa naturale…
    Per il resto Le rivolgo lo stesso invito che ho già avuto l’onore di rivolgere al Signor Bartolomeo.
    Distinti saluti e Grazie per la attenzione riservatomi.
    Angelo Farina-Ventrone
    (Andrauso)

  5. Commento by Gian Gabriele Benedetti — 29 Settembre 2009 @ 18:18

    Guardi, Signor Angelo, che parole vicine all’offesa le ha avute lei nei nei nostri confronti. Si rilegga certe sue affermazioni!
    In risposta a certa qual insolenza si risponde con fermezza, sempre, però, usando termini civili, come abbiamo fatto Bartolomeo ed io.
    Riguardo alla gente che in Italia spende e compra, se facessero ciò senza soldi, mi sa che sia proprio improbabile, ben conoscendo i nostri commercianti. Quindi un certo benessere c’è, eccome! Qualcuno è fuori, purtroppo, da questo benessere. Ed è lì che destra e sinistra devono lavorare insieme concretamente, per risolvere certi annosi problemi, non imputabili (come se fosse tutta colpa sua) al governo del “dittatore” Berlusconi.
    Lei non crede negli Italiani! Bell’Italiano è! E questa per me è un’offesa, che mi amareggia e mi fa capire chi sono certe persone che “pontificano”. Ed è un’offesa per il nostro glorioso popolo, Signor Angelo, che viene proprio da uno che si dice Italiano. Secondo lei ci vuole una catastrofe mondiale per levar di mezzo tutti questi Italiani che ci sono e che votano liberamente e democraticamente? Ma per chi ci ha preso? Ci considera dei mentecatti? Resti pure all’estero che persone come lei non sappiamo cosa farcene! Mi spiace ma se l’è meritata tutta la mia indignazione
    Gian Gabriele

  6. Commento by kalle — 29 Settembre 2009 @ 18:24

    scusatemi, ma il termine “disfattista” e’ odioso. Era adoperato dai fascisti contro gli avversari ed oppositori del regime. Gli unici paesi senza “disfattisti” sono le dittature.

    A proposito di cio’, mi viene in mente una frase di George Orwell. Penso sia tratta dall’introduzione di “Fattoria degli Animali”. “If liberty means anything at all, it means the right to tell people what they do not want to hear”: “se il termine liberta’ ha un senso, questo e’: il diritto di poter dire alla gente quello che la gente non vuole sentirsi dire”. Sono completamente d’accordo.

  7. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 29 Settembre 2009 @ 20:05

    @Kalle

    La parola “disfattista”. Non credere che questa parola sia troppo pesante. E’ odiosa per l’azione che sottintende, sono d’accordo. Ma le stesse parole di D’Alema vanno, mi pare, nella medesima direzione:

    “C’e’ un antiberlusconismo che sconfina in una sorta di sentimento anti-italiano. Questa concezione di una elite illuminata che vive in un paese disgraziato, e’ l’approccio peggiore, subalterno, che possiamo avere”. Si può leggere qui:

    http://www.clandestinoweb.com/number-news/114612-dalema-antiberlusconismo-rischia-di-essere-anti-italiano-approccio-peggiore-che-possiamo-a.html

    Vedi, Kalle, attualmente ci sono due cose che mi interessa combattere (con le parole, ovviamente) nel nostro Paese, dove io vivo, come ho già scritto, da 67 anni, e dove ho cominciato a interessarmi di problemi sociali intorno ai vent’anni, arrivando ad occupare incarichi nel sindacato della mia categoria. Ho potuto vedere all’opera molti governi, oltre che i datori di lavoro.
    Perciò:

    1 – mi ritengo offeso se mi si viene a raccontare che nel mio Paese manca la libertà. Perché, se davvero mancasse, mi batterei per riconquistarla, nonostante la mia età. Dire che vivo sotto un regime che nega, ad esempio, la libertà di stampa e di opinione, significa molto semplicemente darmi del cretino. Anche tu vivi all’estero, come Angelo, che vive a Stoccarda. Come fa ora Angelo, anche tu mi parlasti della stampa inglese che non era né è tenera (certi giornali, però) con il governo italiano. Addirittura certi politici hanno chiesto ed ottenuto dal parlamento europeo di discuetere del problema della libertà in Italia, ricevendo i giusti rimbrotti del nostro Presidente della Repubblica.
    Io sono allineato con la sua posizione e difendo l’onorabilità dell’Italia dalle calunnie sparse da certa sinistra. Lo avrei fatto anche se le avesse sparse certa destra. Ci tengo al mio Paese. Un giorno che mi trovavo in Francia, nel tempo del primo governo Berlusconi, un francese mi disse che gli dispiaceva che in Italia ci fosse la dittatura. Mi risentii, rispondendo che non solo la dittatura non c’era, ma non ci sarebbe mai più stata, perché gli italiani l’hanno conosciuta e sofferta.

    Si parlava di dittatura già nell’estate del 1994, dunque (e fu D’Alema a dare l’allarme all’estero), e il governo – pensa un po’ – sarebbe di lì a poco caduto per fare posto al colpo di stato di Scalfaro, e poi al governo di centrosinistra di Prodi. Ci pensi, Kalle: chiamarono dittatura quella del primo governo Berlusconi! E invece fu scalzato dal governo ben due volte di seguito (prima da Dini, poi da Prodi) e altre volte ancora negli anni successivi. Come si fa a credere a questi, sì disfattisti, che vengono poi puntualmente smentiti dai fatti, ossia dalla verità, ma hanno nel frattempo recato danno al nostro Paese?

    I nostri connazionali all’estero devono star tranquilli ed avere stima e rispetto di noi italiani rimasti in Patria, che abbiamo fatto la dolorosa e sanguinosa Resistenza per riconquistare proprio la libertà perduta (il 5 settembre ho fatto inaugurare una lapide in memoria del mio parroco che fu partigiano. Qui le immagini della bella cerimonia:
    http://www.pelleria.it/online/?p=628 )

    Il 23 settembre Marco Travaglio e Antonio Padellaro (ex direttore dell’Unità) hanno avviato un nuovo quotidiano, Il Fatto, che ha già cominciato a sparlare di Berlusconi e del suo governo:
    http://antefatto.ilcannocchiale.it/glamware/blogs/blog.aspx?id_blog=96578

    2 – Desidero battermi (far sentire la mia voce) perché la volontà popolare espressa con il voto (e anche coi referendum, stravolti quasi sempre dai governi di turno) sia rispettata.
    Scalfaro non la rispettò nel 1995; D’Alema non la rispettò nel 1998 quando mandò a casa Prodi, scelto dagli elettori a guidare il governo. Ora si cerca di cacciare Berlusconi per vie traverse. Disapprovo e mi batterò perché non succeda un altro colpo di Stato come quello del 1995.

    I governi si cambiano quando sono gli elettori a volerli cambiare, con il loro libero voto. La seconda Repubblica significò anche questo, nel momento in cui si decise che le schede elettorali riportassero il nome di colui che, vinto quello schieramento, sarebbe andato a ricoprire la carica di premier. E’ stata la grande novità in Italia, dopo che per decenni si votava ad occhi chiusi non sapendo chi poi saliva a governarci.

    Quindi: la libertà è sì anche quella che gli altri possano esprimere ciò che a noi ci è sgradito, ma ci sono dei presidii di democrazia che non si possono svendere e vanno tutelati: La libertà e il Corpo elettorale sono due di questi presidii.

    1a – Sulla libertà non ci sono problemi qui in Italia; il nostro Paese fa buona guardia, sia per merito dei cittadini che appartengono ad uno schieramento sia per merito di quelli che appartengono all’altro.

    2a – Il punto ancora vacillante e da conquistare definitivamente riguarda invece il rispetto della libera volontà espressa dal corpo elettorale.
    Se arriverà l’occasione di doverla difendere, questa volontà, spero di trovarvi, anche voi che vivete all’estero, schierati con me per difenderla.

    Libertà e democrazia (ossia, il rispetto della volontà popolare) sono dunque due presidii che nessun cittadino può mai delegare ad altri, ma deve sempre vigilare: addirittura, quando occorra, anche a spese della propria pelle.

    @ Angelo

    Gli annosi problemi che l’Italia si trascina dietro, dovresti conoscerli anche tu che dici di non vivere sulla Luna e di leggere i corrispondenti stranieri che vivono nel nostro Paese. Ne elenco alcuni:

    – Istruzione inadeguata, per non dire carente;
    – sprechi nella spesa pubblica;
    – tempi lunghi della magistratura;
    – burocrazia lenta;
    – tempi lunghi nel varo delle leggi;
    – nebulosità delle medesime;
    – ospedali che non funzionano;
    – e il più importante di tutti: mancanza di lavoro.

    Questo governo ha messo in moto alcune proposte che sono diventate e stanno diventando leggi. Sono criticate dall’opposizione. Il governo ovviamente le difende. Io sono tra quelli che sostengono che è bene che qualcosa si muova, e se non funzionerà si potrà correggere. Lasciare le cose come stanno significherebbe avallare un’Italia, già sperimentata, che non riesce a stare al passo con i più importanti Paesi.

  8. Commento by Angelo Farina-Ventrone — 30 Settembre 2009 @ 15:12

    Signor Bartolomeo,
    io credo che questo governo abbia la maggioranza che serve per far passare tutte le sue proposte. Quindi…

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Bart