LETTERATURA: Dato Magradze: “Giacomo Ponti” (Giuliano Ladolfi editore)
9 Dicembre 2012
di Marisa Cecchetti
(dal “Corriere Nazionale”)
“Ponti” significa finzione in Georgia, terra di Dato Magradze, poeta e scrittore già candidato al Nobel 2011 e autore dell’Inno Nazionale. Nei versi di “Giacomo Ponti” (Giuliano Ladolfi editore) Magradze si fa difensore della poesia, processata perché svela la verità.
In un paese di cerniera tra Europa e Asia, conun governo dove né stampa né sistema giudiziario sono liberi, lui ha avuto cariche politiche importanti, ma si è sempre dimesso. Magradze si fa ponte tra Oriente ed Occidente «due fonti di un’acqua sola », in una visione universale in cui Atene, Roma, Gerusalemme sono visti come simboli della ragione, della giustizia e della fede. In un’Europa carica di contraddizioni, nel “vuoto troppo agghindato” che è “il volto della nostra epoca”, attendeunmondonuovo sulle radici di quello vecchio: “Attende il mondo antico e savio / il nuovo modo di schiudere la vecchia porta / come Lazzaro aspetta il tocco della mano, / vita nuova attende con aspetto vecchio”. Osserva una umanità priva di valori morali e di senso di responsabilità, senza più strumenti per accogliere il Cristo: “Lo accoglieremo con i nidi sconquassati, / con la rete lesa, col pescatore minorato, / con i ladri dell’erario divenuti affreschi / come i committenti dipinti nelle chiese”: la semplice tunica bianca ormai non può stare vicina alle pesanti croci d’oro. Cerca la poesia che parli dell’uomo, che sia bellezza e verità, lo fa con immagini lievi che hanno profumo di pulizia e libertà: la pioggia, un colletto sbottonato, la luna, la donna, le figure rassicuranti dei suoi avi, la patria per cui ancora sogna: “Vi svelerò il frangersi dell’onda, / che accarezza i corpi con la punta della lingua / e dal cielo la prima stella / li afferra frantumati sulla spuma”.
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