LETTERATURA: I MAESTRI: Carteggio Hesse-Mann #5/531 Luglio 2012 [da: “Hermann Hesse, Thomas Mann – Carteggio”, SE edizioni, 2001] inizio marzo 48 Caro signor Thomas Mann ho ricevuto il Suo dono, il bell’esemplare del Faustus, e La ringrazio immensamente. Ieri da Costanza mi è giunta una ri vista in cui il mio libro e il Suo vengono recensiti congiunta mente, ma ancora non mi è stato possibile leggere l’articolo.1 Certamente anche a Lei ne sarà già stata spedita una copia. Malgrado le forti distrazioni politiche di questi tempi, il Suo libro suscita ovunque grandissimo interesse, ma, a dire il ve ro, ancora non ho letto commenti particolarmente acuti o pertinenti; il migliore è la recensione (puramente musicale) di Schuh.2 Non è possibile accostarsi a quest’opera infernale e affascinante servendosi delle consuete categorie, poiché le trascende in entrambe le direzioni, verso l’alto e verso il bas so, verso il sublime e verso il grottesco; al suo sublime esote rismo fa riscontro un essoterismo, una veste che si avvale quasi di ogni mezzo, inclusi taluni che sono proibiti ad auto ri di minor valore. Non saprei ricondurre tutto ciò a una for mula, e sono lieto di non esservi costretto, ma proprio simili discrepanze e tensioni, simili diavolerie, sono ciò che più amo nell’opera. Il microcosmo di Leverkühn mi riporta spesso al la mente le figure della mitologia indiana, alle quali Goethe non trovò ancora accesso, e nelle quali, proprio in quanto ri vestimenti delle idee più sublimi che hanno attraversato la mente dell’uomo, io ammiro e osservo con stupore la dimen sione selvaggia, lussuriosa, grottesca e ipertrofica. Il Suo Faustus suscita grande emozione in Germania e in nessun luogo sarà e potrà essere compreso come in quel pae se. Al canadese che ancora non conosce l’Europa…3 tutto ciò parrà decisamente superfluo, spaventoso e complicato, ma a noi occidentali è necessario e familiare come una terra natia. Cari saluti da parte nostra a Lei e ai Suoi familiari. Il Suo H. Hesse
1Ludwig Emanuel Reindl, Tagebuch des Herausgebers, in: «Die Erzählung. Zeitschrift fùr Freunde guter Literatur », Südverlag (Konstanz), n. 11,1948. 2E. Korrodi, W. Schuh, E. Hadorn, Thomas Manns Doktor Faustus, in: «Neue Zürcher Zeitung », 29. 11. 1947 e 6. 12. 1947. 3 Allusione all’inizio, divenuto proverbiale, della celebre fiaba Der Wilde di J.G. Seume (1763-1810): «Un canadese, che ancora non conosceva / L’artefatta cortesia dell’Europa, / E in petto portava il cuore che Dio gli aveva donato, / Ancor libero da cultura… ». Vulpera, 6 luglio 49 Caro Hermann Hesse, la mia lettera precedente era appena partita quando, con grande ritardo, sono giunte le buone parole Sue e della Sua cara signora per la morte del nostro Klaus. Vi ringrazio infi nitamente, anche a nome dei miei familiari. Questa vita spezzata occupa i miei pensieri e mi riempie di dolore. Il mio rapporto con lui è stato difficile e non scevro di senso di colpa, poiché fin dall’inizio la mia esistenza ha gettato un’ombra sulla sua. Eppure, da ragazzo, a Monaco, era un principe di spavalderia, e molte delle sue azioni erano di natura provocatoria. Più tardi, in esilio, divenne molto più serio e pervaso di senso morale; lavorava alacremente, ma con troppa facilità e troppo in fretta, il che spiega le varie im perfezioni e trascuratezze dei suoi libri. Rimane un mistero quando abbia iniziato a svilupparsi in lui l’impulso di morte, che contrastava in modo così enigmatico con la sua visibile solarità, affabilità, leggerezza, disinvoltura. Nonostante ogni manifestazione di affetto e di sostegno, si è venuto distrug gendo, inarrestabilmente, rendendosi infine incapace di ogni pensiero di lealtà, di riguardo o di gratitudine. Nondimeno, possedeva un talento fuor del comune. Non solo il suo Gide, anche il suo ÄŒaykovskij1 è un’opera eccel lente, e il suo Vulcano,2 prescindendo dalle parti che avrebbe potuto scrivere meglio, è forse il miglior romanzo sull’emi grazione. Basta riunire le sue opere più riuscite per rendersi conto che la sua morte rappresenta una perdita immensa. E stato vittima di molta ingiustizia, anche nella morte, ma io posso dire di averlo sempre lodato e incoraggiato. Realizzare il testo di una conferenza per la Germania3 mi sta costando sforzi e tormenti assurdi. A ciò si aggiunge il malumore e il rammarico per non esser riuscito a coordinare con Lei le date dei nostri viaggi. Sarebbe stato così bello ri trovarsi a Sils oppure qui nei paraggi. Pazienza, sarà per il prossimo anno! Il Suo Thomas Mann 1Klaus Mann, Symphonie pathétique. Ein Tschaikowsky-Roman,Amster dam 1936. 2Klaus Mann, Der Vulkan. Roman unter Emigranten,Amsterdam 1939. 3T. Mann, Deutschland una die Deutschen, Berlin 1947. Letto 2555 volte. Nessun commentoNo comments yet. RSS feed for comments on this post. Sorry, the comment form is closed at this time. | ![]() | ||||||||||