LETTERATURA: I MAESTRI: Due termini14 Settembre 2011 di Virgilio Lilli Discutevamo, giorni fa, di avvenimenti d’oggi. Eravamo in complesso persone abba stanza moderate, prive di quelle passioni che rendono il dia logo spinoso, sempre sul punto di scivolare nel litigio. No nostante ciò la nostra conver sazione risultava irta di ambiguità insormontabili, come se non riuscissimo a esprimere chiaramente con le parole i concetti che formulava la mente. In altri termini, il tentativo di comunicare fra noi fal liva, come del resto fallisce tutte le volte che uomini sia pure liberi si mettono a ragio nare delle problematiche dei nostri giorni. Ripercorrendo più tardi con pedanteria l’iter di quella conversazione mi par ve di avere trovato la ragione semplice e allo stesso tempo complessa della impossibilità di trasmissione e di ricezione fra intelligenze autonome e di verse. « Basterebbe convenire di invertire due termini del nostro linguaggio e tutto sa rebbe meno oscuro », mi dissi. I due termini sono due aggettivi sostantivizzati che da tempo hanno funzione di coor dinare nel quadrante politico del mondo moderno: « destra », « sinistra ». Essere di destra, infatti, è quasi da due secoli, decennio più decennio meno, una qualificazione definitiva così essere di sinistra. Ideo logia di destra, ideologia di sinistra; partiti di destra, par titi di sinistra; politica di de stra, politica di sinistra e via discorrendo. Perfino arte di destra e di sinistra, al punto che un ritratto o un paesaggio o una natura morta possono essere a loro volta, nientedi meno, di destra o di sinistra. E il mondo è diviso in due blocchi ideologici, oltre che territoriali, di destra l’uno, di sinistra l’altro, il primo orien tato sugli Stati Uniti, il secon do sull’Unione Sovietica, de stra l’America, sinistrala Russia. Mi pare inutile soffermarsi qui sul significato essenziale dei termini destra e sinistra in senso ideologico. Più interes sante mi sembra esaminare praticamente un paese di de stra o di sinistra nei suoi li neamenti concreti e vedere se gli si attaglia la catalogazio ne di destra o di sinistra. Il paese che meglio si pre sta a un esame del genere ri tengo sia l’Unione Sovietica, questa specie di Vaticano o di Mecca della sinistra. Si trat ta fra l’altro di un mondo cir coscritto dentro confini dottri nari, prima che geografici, di una evidenza direi abbaglian te. Sotto questo aspetto esso potrebbe essere definito un ca stello, anche se di dimensioni mastodontiche. Un castello nel significato medievale, chiuso al mondo esterno e allo stesso tempo incombente su di esso con tutta la dinamica della sua racchiusa, segreta potenza. Dentro il perimetro di que sto castello, la struttura della società è militare. Non solo perché l’esercito è la corazza del suo corpo sociale, ma an che perché il suo corpo socia le vive in un’atmosfera menta le e civica di milizia. Come un soldato, il cittadino sovie tico non determina, è deter minato; come un soldato esso si inquadra mentalmente nel la scaffalatura gerarchica; co me un soldato non fa propo ste bensì obbedisce a solleci tazioni meccaniche vivendo, tutto sommato, una vita d’ar ma regolata in attività di uffi ciali e di truppa (i « quadri », le « masse »). Il fine latente dei cittadini, come nell’eserci to, è la lotta, l’attacco contro tutto ciò che è fuori del castel lo. E tutto ciò che è fuori del castello è da conquistare. In un mondo simile, ovvia mente, l’esercito vero e proprio costituisce l’arco portante del l’edificio nazionale che è un edificio religioso come nelle società imperiali:la Chiesae la milizia, l’altare e la spada. La Chiesaè il partito unico che incarna l’ideologia; la qua le è dogmatica e cioè esclude l’opposizione. Il dogma è il dettato comunista col suo Vangelo costituito dalle Sacre scritture marxiste e dalle glos se dei suoi interpreti. Tutto ciò che mette in discussione va represso e cancellato come eretico: il carcere, i lavori for zati, l’autodafé, la morte, sono gli strumenti purificatori del la società ideale e teologica comunista. Il comitato centrale del partito, centrale come è centrale la curia vaticana, è lo spirito operante della so cietà tutta intera e i suoi mem bri sono allo stesso tempo i suoi dottori. Tutto ciò che avviene al l’interno del castello imperia le teocratico partecipa del mi racolo: l’industria, l’agricoltu ra, la scienza sono altrettanti miracoli della « fede ». Qual siasi attività dell’uomo va in tonata alla fede: il poeta, il musicista, il pittore sono al servizio della celebrazione del dogma. Non appena essi diano segni d’allontanarsene vanno processati da un « Santo Uffizio » che li elimina dal tessuto della società come neoplasmi, con la deportazione o la morte precedute dalla flagellazione psicologica e morale. Anche il lavoro, in una cornice di tale rigore, è una specie d’offizio religioso e di consegna da caserma: un fenomeno appunto religioso-militare-burocratico. Il lavoratore è un milite, un fedele impiegato statale insieme. Lo Stato-Chiesa-Caserma lo celebra allo stesso tempo che lo imprigiona, come le Chiese ce lebrano e allo stesso tempo imprigionano i fedeli. Un ten tativo di sciopero in Russia (del resto impossibile) trove rebbe subito le bocche da fuo co dei carri armati e la depre cazione del Satana tentatore capitalista. I soli contrasti inevitabili avvengono al vertice, al livello delle altissime gerarchie, giu sto come nelle curie delle so cietà religiose o nelle famiglie dei principi medievali. In questa atmosfera di porporati e principi può prevalerne uno ben individuato e si hanno allora governi personali o di monarchia assoluta (vedi Le nin, Stalin, Krusciov eccete ra); o la curia riesce a do mare le spinte individuali e si hanno governi a oligarchia ristretta di natura episcopale- militare-poliziesca come avvie ne da qualche anno. Oltre le mura del castello vigilato perennemente dalla polizia, vivono i « pagani », gli « infedeli », da conquistare al la fede unica con ogni mezzo Ma i mezzi radicali sono due: le missioni e l’esercito. Le mis sioni sono i partiti comunisti installati nei vari paesi capi talisti e diretti da una « pro paganda fide » centralizzata presso il partito comunista so vietico; loro compito è con vertire i paesi pagani con evangelizzazioni fondate sul principio della erosione poli tica che conduce alla rivolu zione locale. L’esercito è un esercito di « crociati » desti nati a intervenire, dove le mis sioni falliscano, con guerre di liberazione. I paesi conquistati dalle missioni o dai crociati vengo no annessi alla metropoli im periale-religiosa come « fratel li » ma con una cittadinanza ridotta: qualunque mossa di insofferenza si manifesti fra essi è ispirata dal Satana pro vocatore capitalista e va re pressa con l’armata dei cro ciati, come nel caso dell’Un gheria, di Berlino-est, della Polonia, della Cecoslovacchia. La sovranità di tali fratelli è limitata, come nelle contrade dominate da un impero e come addirittura nelle anime domi nate da una fede di natura pa ternalistica quale ad esempio quella cattolica. Può darsi il caso d’un paese « fratello » che per ragioni ec cezionali si sottragga alla sog gezione della metropoli. Un paese simile è da combattere prima e più che gli stessi paesi « pagani » (o infedeli o capi talisti). Più o meno il feno meno della Controriforma e delle guerre di religione. Non a caso da qualche tempo si profila lo spettro d’una guerra atomica fra i gesuiti russi e i protestanti cinesi; o viceversa. Né è da dimenticare chela Russiadispone d’un gigante sco possedimento territoriale in un continente extra-euro peo, unica nazione al mondo, ai giorni nostri, che non abbia accolto il principio della de colonizzazione. Paragonata al la immensa colonia che si estende dagli Urali al Mar del la Cina, l’India già posseduta dagli inglesi era una colonia di misura modesta. Ai cre scenti sintomi premonitori del mondo asiatico di rivendicare l’autonomia delle terre del loro continente e dei popoli cui esse geograficamente ed etni camente competono,la Russiaha risposto praticamente sa turando di divisioni corazzate e di missili atomici la sua sconfinata Angola. Nel cerchio di ferro di un tale congegno, la stampa è un attrezzo parrocchiale di gior no in giorno regolata da un imprimatur dogmatico sorretto dalla censura e salvaguardato dalla polizia. I giornali sono a loro modo degli Osservatore romano, e la letteratura è una catechistica più o meno ro manzata. Riassumendo queste rapide considerazioni, un paese a ideologia dogmatica, con una polizia elefantiaca e capillare, con un esercito di dimensioni imperiali (classe e casta in seno alla nazione), privo di opinione pubblica, niente op posizione, niente libera stam pa, niente liberi sindacati, niente diritto di sciopero; un paese con processi infamanti: scomuniche, deportazioni, car cere duro, lavori forzati agli artisti, agli intellettuali (non solo, ma all’arte stessa, alla pittura, alla poesia, alla musi ca, alla letteratura, alla filoso fia); un paese che assoggetta con la forza delle armi e con occupazioni militari paesi stra nieri; un paese messianico, espansionista, unico a posse dere la metà d’un continente fuori dei suoi confini geografici ed etnici; un simile paese è ancora qualificato come la anfora vitale, l’archetipo, il modello paradigmatico delle sinistre; la sinistra per eccel lenza, la sinistra tout court. Come potere riuscire a con durre in porto un dialogo fra intelligenze autonome e con sapevoli, un dialogo nel quale si chiama giorno la notte e notte il giorno? (Invertire i termini, dicevo all’inizio.) Letto 1469 volte. Nessun commentoNo comments yet. RSS feed for comments on this post. Sorry, the comment form is closed at this time. | ![]() | ||||||||||