LETTERATURA: I MAESTRI: Gli appunti di un altro27 Maggio 2017 di Carlo Laurenzi Chiesero una volta a uno scrittore molto fertile, mi sem bra Somerset Maugham, se per gli scrittori fosse utile prendere appunti. Rispose di sì (lui era sempre munito di taccuino), a condizione che gli appunti venissero regolar mente dimenticati e, tassati vamente, mai consultati: la lo ro « utilità » si celava in un fermento dell’inconscio. È possibile che Maugham, credo proprio fosse Maugham, abbia ragione. Tuttavia, se dovessi fornire la mia modesta prova, ne verrebbe una testi monianza perplessa. Non pos seggo taccuini. Talora fisso qualche impressione su fogli qualsiasi, che ripongo (e involontariamente nascondo) con l’intenzione di tirarli fuo ri il giorno dopo; invece accade per lo più che quei fogli ricompaiano a distanza di mesi o di anni e che il senso del testo mi sia diven tato completamente oscuro. Maceria su maceria, siamo fat ti di oblio. Può succedermi â— raramente â— di recuperare un abbozzo esplicito anche se dimenticato; una scheggia di realtà rende tangibile la mia dispersione. L’abbozzo che se gue risale forse all’estate del 1967. Lo trascrivo come lo ri trovo, con i suoi anacoluti, volgarità e ridondanze: quasi non mi sembra possibile che un’altra estate sia giunta e de clini, e continui ad esserci un luogo chiamato Castelfusano. Molte cose ugualmente ovvie, del resto, mi paiono sempre meno credibili, da quando una lacerazione senza rimedio ha ridotto la mia già scarsa fidu cia in ciò che si è soliti defi nire l’oggettività dell’esistere. Il problema, più che mai, consisterebbe nel chiedersi se sia lecito parlare di una vita dopo la vita o sia giusto ar rendersi alla constatazione di una morte prima della morte. Ma non divagherò per questi sentieri. Eccomi all’abbozzo estivo; una chiosa lessicale può risultare necessaria. Il so stantivo « ciancicone » non ha in questo abbozzo il corretto significato italiano bensì quel lo, abbastanza inteso a Roma e nel Sud, che deriva dal ger go della Camorra. Ciancicone, secondo il lessicografo Attilio Rovinelli, sta per « marito del la tenutaria di un postribolo ». Ma oggi si valuta il ciancicone in misura più sfumata e più vasta: uno sfruttatore ma anche un uomo blandamente mantenuto da una donna, un cavalier servente non proprio disinteressato, entro certi limiti un playboy. * Spiaggia di Castelfusano. A poche centinaia di metri, forse ignorandosi, in due diversi sta bilimenti, due donne con i loro cianciconi. L’inglese. Giovane, avida, non bella, un po’ androgina, piccola, sottile, con le anche strette di ragazzo, i piccoli oc chi blu da travestito, bistrati, il naso in su, la bocca larga e cattiva, i dentini di topo, la mascella prominente, l’accento niente aristocratico, anzi con taminato dal cockney. La sua bambina, sui quattro anni, tut ta nuda, piagnucolosa, dai lun ghi capelli. La donna è irri tata. Con strattoni crudeli e « Stop crying » fischianti. Ma lui, il ciancicone, gras soccio, con panicature nono stante sia bronzeo, giovane ma panciutello, carnoso, i lombi carnosi, piuttosto basso, di gamba corta, i capelli ondu lati, l’accento meridionale â— ho visto tipi così a Positano, ma qui è peggio, una sbracatura romanesca â— prima pa reva torvo (da sdraiato) e ora con quale pazienza e dolcezza ha preso a occuparsi della bim ba in acqua, mentre la donna, avendolo sfiorato appena con una carezza, si è data ai suoi cambiamenti di costume, dal bikini al monopezzo azzurro scavato dietro fino alle natiche e allacciato con stringhe larghe a scoprire quasi per intero il seno, e si è unta di quella orrenda crema che rende schi foso il bagnarsi, e si è stesa al sole. Lui con la bimba, e altri bimbi, tutti intorno a lui a schizzarlo e assaltarlo e salirgli addosso, e lui rassegnato e gentile, servizievole, premuroso, malgrado il suo invero simile slip rosa, un Port-Cros, contrastante con la sua cortez za e cicciosità proletarie. L’altra donna, nell’altro sta bilimento, italiana, curata ma opulenta (troppo) e fanée, con un bikini non sportivo ma di chiffon giallo, abbronzatissima, quasi nera, con un viso duro, e immobile. Lui americano, culturista, i pettorali tondi come scudi, braccia come gambe, gambe come tronchi d’albero, attillati calzoncini bianchi con laccanti azzurri, e i capelli: un gran ciuffo di capelli biondo-rossi sulla piccola fronte (capelli in un disordine assai ricercato), e il viso lentigginoso e oc chietti rossi, un curioso viso di ragazzo ostinato e maligno. Attorniato da bambini, non so se uno sia figlio della donna, costruisce castelli di sabbia, con grande cura, artistici, in crostandoli di conchiglie, e i suoi movimenti sono atletico – flessuosi, molto voluti, e i bam bini gli toccano i bicipiti e gli si arrampicano sulle spalle sen za scomporre il suo atteggiar si; e lei dalla sdraia guarda con aria dura. Finito; e mai cominciato. Sebbene questi appunti siano « oggettivamente » miei, li ri leggo con sorpresa e anche con interesse, come fossero scritti da un altro. Certo, conosco le spiagge della zona cosicché po trei, con la maniera di un arti giano, completare il quadro di genere: la ressa, i gridi, gli afrori, le radio portatili, la mo tobarca Lucilla che incrocia, promettendo (il suo mostruoso altoparlante!) « crociere » di tre minuti e canzoni. Pinete sono state distrutte. Importe rebbe forse precisare se quella folla di forzati giace sotto lo scirocco o se c’è il sole in un cielo pulito, con la brezza a increspare l’acqua giallastra e a darle un riflesso più biondo, per un’illusione di felicità. Sui personaggi del bozzetto non so, non ricordo nulla. L’estraneo che li descrive, di rei, punta a un facile effetto di paradosso: le donne si ap partano nell’inerzia e nell’egoi smo, gli uomini sono festosi (materni) con i bambini. Però c’è un ulteriore chiasmo nella contrapposizione: se una delle matriarche è inglese, l’altro uomo – balia (uomo – oggetto) non è italiano. Questo dato implica un’intenzione? E si dà misoginia in chi descrive? Non parrebbe. Parrebbe che suoi occhi indugino sulla donna inglese con una concu piscenza perfino viziosa, ed è probabile che in lui ci sia una vena di ammirazione, se non di invidia, per il fatuo super man americano. D’altronde, nulla di tutto questo ha im portanza. Quei « personaggi » non sono personaggi, ma om bre: poiché non esistono più (nessuna memoria li conserva, nessun gancio li afferra) è co me se non fossero esistiti mai. La sola verità, forse, sta nello sguardo attento e muto della donna in bikini giallo, abbronzatissima, quasi nera. È fanée e immobile, leggo. Il suo sguardo, cui tutto sfugge, non contempla che il sesso, le nu merabili proiezioni della lubri cità, cioè la disperazione. Sembra da non escludere del tutto che l’estensore degli ap punti guardi la spiaggia (e se stesso) con gli occhi di quella donna, contratti come fessure. Ho pena per lui: la sua at tenzione per i corpi, visti co me macchine di lascivia o ber sagli di sarcasmo, non è incri nata da nessuna pietà per tali strumenti o zimbelli destinati a soffrire e perire. È triste che nessuna domanda, nessuna ri volta lo scuota. Come può non sperare col poeta che « sobre el mundo de ruedas y falos que circula » una pietra di so litudine, una colonna di nardo si elevi!
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