LETTERATURA: I MAESTRI: Gli orgogliosi vicini di Malta5 Dicembre 2017 di Paolo Monelli San Giuliano (Malta), agosto. Vi ho detto, nel precedente articolo, degli abitanti dell’isola del Gozo. Hanno natu ralmente molte cose in comune con i loro vicini, esiliati nel mezzo del mare, la miste riosa civiltà neolitica (i templi detti dei Giganti al Gozo sono più antichi di quelli di Malta), la natura del suolo, le faticose colture, la fede semplice e profonda, con atteggiamenti istintivi di cui tal volta non hanno più coscien za; come quello di farsi il se gno della croce prima di ini ziare un lavoro, o di muover si; così ho visto segnarsi il guidatore di un tassì che pre si davanti all’albergo, subito dopo avere abbassata la ban dierina; un giovane zazzeruto e imbasettato come sono oggi qui tutti i giovani; e questa acconciatura dà a questi ra gazzi miti e gentili un fiero aspetto di corsari. Hanno comune la passione per il calcio, seguono alla no stra televisione il campiona to; che tifo hanno fatto po polani e professionisti e preti per le avventure della nostra squadra al Messico, che pas sione, chiunque incontri mi chiede subito di Valcareggi e di Rivera. Hanno comune il gusto per le feste (vocabolo rimasto nel dialetto, come moltissimi altri del resto, fe sta al singolare, festi al plu rale) in onore del santo pa trono di ogni parrocchia; chiassosissime sagre col con corso di bande, luminarie, mortaretti e fuochi artificia li, colorate processioni che passano per vie addobbate da stendardi e panoplie, e piovo no coriandoli dalle finestre. Sopratutto al passaggio della loro banda, dove ve ne siano due rivali, come alla Vallet ta, una grande frenesia pren de i giovani, si tengono per mano e girano vertiginosa mente in tondo, altri piroet tano fra la gente facendo te stuggine, cinque o sei con le mani sulle spalle dell’altro e tutti addosso a quello che sta in mezzo. Sempre in baldoria Le parrocchie sono sessantuno, di cui sedici al Gozo; se pensate che è festa grande anche la vigilia, e vi è una quindicina di altre ricorrenze festive osservate in tutto lo Stato, sembra che questi iso lani siano sempre in baldoria. Non c’è giorno, qui dove abi to, in un sobborgo della Valletta, che non s’odano spari e rombi nel corso della giorna ta, si pensa d’essere tornati al tempo che si vedevano comparire in fondo al mare le galee dei turchi e correva il grido per le vie, e i cannoni dei forti cominciavano a spa rare i loro pezzi, cannoni lun ghi, o quelle singolari cavità scavate a forma d’enorme mortaio nella roccia che de scrisse lo scozzese Patrick Brydone l’anno 1770 nelle sue lettere a casa; si collocava in fondo alla cavità un ba rile di polvere e davanti a questo un subisso di palle da cannone, granate e altro ma teriale micidiale; « si dà fuo co alle polveri con una mic cia, e l’effetto è incredibile ». Hanno comune il dialetto, cioè il maltese, lingua uffi ciale accanto (in realtà mol to in sottordine) all’inglese, solo ne differisce il tono. Emi grano anch’essi, anzi in pro porzione maggiore dei malte si, specialmente in Australia ed in Canada; ma mentre la emigrazione dei maltesi è mol to spesso un definitivo espa trio, i gozitani fattosi il loro gruzzolo tornano volentieri al la loro piccola patria. Si va da Malta al Gozo in una mezzoretta di navigazio ne; ma non sono rari i gozi tani che non hanno mai sen tito il bisogno di visitare l’iso la maggiore; sodisfatti che le guide scrivano che il Gozo è più fertile, meno roccioso, e se si possa parlare di verde in tanta aridità, più verdeg giante in primavera. Gli ba stano le loro faccenduole lo cali, sono sodisfatti di esse re rimasti un municipio au tonomo come al tempo dei Cavalieri, con un Consiglio ci vico di quattordici membri che provvede a tutte le faccende isolane ed ha anche l’autori tà d’imporre tasse; e il gover no centrale è rappresentato da un amabilissimo signore che ha la faccia di D’Annun zio al tempo di Fiume, ed è in un certo senso l’ambascia tore della Valletta presso il Gozo; e subito mi dette pro va della sua autorità ordinan do una colazione per me e i miei compagni nella cittadina di Nadur: « Vede, mi disse, non ci sono trattorie al Gozo nel senso corrente della paro la, ma solo bar o cucine fa miliari che rifocillano il viag giatore di passaggio, alla buo na; avvertita da me che sa rete a Nadur alle 13.30 una brava donna vi farà trovare spaghetti al sugo di coniglio e al dente, ed il coniglio cot to a dovere e un onestissimo vino dell’isola ». Il che avven ne; e ci accolsero al Newcastle bar una donnetta nera e vispa come una mosca e una prosperosa ragazza; e gli spaghetti erano davvero al dente, con una saporita salsa aromatizzata dalle erbe della isola, e il vino di un bel colo re e grato al palato. Vita contemplativa Sopratutto è cagione di or goglio per i gozitani il fatto che quando uno di loro fa tanto di andare a stare alla Valletta, diventa uno dei personaggi più importanti dello Stato. Ma se ci sono gozitani che non sono mai andati a Malta, sono ben pochi i mal tesi che si rechino al Gozo per un certo complesso di su periorità; dicono che l’isola è arretrata di cinquant’anni; che i suoi abitanti stanno ai maltesi come gli scozzesi, data la loro parsimonia; altri invece li paragona agli irlan desi. D’altro canto il turismo per il quale si fa qui ogni sforzo punta sopratutto sul la semplicità del Gozo, a completely unsophisticated island, senza un casino da gioco senza un night club, per at tirarvi tutti coloro che ambi scono a un luogo ancora im mune dal rombo dei motori, che prometta una vita con templativa e un mare puris simo. Ma come avviene sem pre da noi, anche qui per al lettare gli stranieri al godi mento di tali bellezze natu rali c’è chi pensa di sconciar le o addirittura di farle scom parire. Pochi tragitti marini sono più dilettevoli del breve viag gio da Malta al Gozo, costeg giando la petrosa Comino, il pittoresco Cominotto, con la veduta della « laguna azzur ra » che si stende con mutevoli riflessi tra le rupi a pic co dei due scogli. Ma già c’è il progetto, ed il poeta Anto nio Buttigieg, un pezzo gros so del partito laburista, ne è uno dei più fervidi assertori, di congiungere le due isole con una diga su cui passerà una strada automobilistica portando così di prepotenza al Gozo i doni del progresso, le automobili, e nuove indu strie, e masse di pigri turisti che soffrono il mal di mare. Se il progetto verrà approva to sarà in breve guastato an che questo paradiso. Le isole maltesi hanno un pregio inestimabile, di essere, come ho detto, « differenti ». Aride, abbacinate dal sole, compatte terre coralline e cal caree arabescate dall’intrico dei muretti a secco che recin gono i minuscoli pezzi di ter reno coltivabile, hanno l’in canto dei deserti di Giudea e di Persia; e bastano a tener curioso il visitatore i conti nui accidenti del suolo, forre, pareti di roccia, ambe, valli precipitose, brevi spiagge al margine di cale profonde, inattese oasi di verde nel fon do di solitarie vallette; e nell’abitato, il contrasto di abba glianti pareti e di ombre ne rissime. La Valletta con i suoi sob borghi più antichi è una del le più belle città del mondo. I borghi che sostennero l’ur to dei turchi per più di quat tro mesi e oggi sono città, e si chiamano per ricordo di quella loro saldezza Vittorio sa, Cospicua, Invitta, sono un tumulto di case sovrapposte o addossate ad altre case come soldati in attesa del combattimento (sono infatti compresse e costrette a ridosso delle mura dei forti). Ciò che altrove sarebbero borghi o villaggi qui si chia mano « casali », e sono picco le città vere e proprie, ciascu na con una o più chiese di un barocco allegro e sensuale, oltre ad una monumentale par rocchiale costruita a spese dei cittadini o degli emigrati in gara con i casali vicini. La parrocchiale di Musta, un casale con seimila abitan ti, vanta una cupola che è la terza del mondo, inferiore per diametro solo a quelle del Pantheon e di San Pietro. Non vi è luogo ove guar dandosi intorno non si veda no sul giro dell’orizzonte tre, quattro, cinque o più di que ste chiese. I celebrati merletti Le due capitali, i casali, la roccia originale che qua e là cade a picco da grande altez za sul mare o ruzzola enormi faraglioni su liste di spiaggia ed emerge nuda dalle valli, le muraglie che separano le stra de dalla campagna ed hanno il piglio di camminamenti di fortezza, i muretti a secco, tutto ha la stessa compattez za e lo stesso colore: il gial lo di questo calcare che col tempo s’addolcisce di miele, e sembra fondersi con l’aria ar dente e polverosa del mezzo dì, e si arrossa nei tramonti purissimi. (Se l’uomo vuole scialbare la sua casa passa sulle pietre bionde un into naco biondo). E gli abitati al lineati sul culmine di un dos so o stesi nelle brevi valli so no un insieme di cubi e di parallelepipedi adeguati al terreno da cui male si distin guono, e seguono l’andamen to orizzontale delle ambe o del mare. Questo è il fascino di Mal ta e del Gozo; questo accor do fra gli aspetti naturali e gli edifici che paiono piutto sto espressi dal suolo che fat ti dalla mano dell’uomo; ed il silenzio che avvolge le strade e le piazze dei casali appena si esce dalle due o tre vie cor se dal traffico; rari i passan ti, vecchi silenziosi su una panchina, all’esterno di qual che casa in una lista d’om bra due o tre vecchie volte verso il muro che creano al tombolo (che qui è un cilin dro lungo e stretto tenuto fra il petto e il muro) i celebrati merletti, beautiful lace of Malta.
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