LETTERATURA: I MAESTRI: Malta roccaforte in congedo7 Dicembre 2017 di Paolo Monelli La Valletta, settembre. Nel Malta year-book 1970 leggo che il capo dello Stato è S.E. sir Maurice Dorman, governatore generale, nella sua qualità di rappresentante di Sua Maestà Elisabetta II regina di Gran Bretagna e dell’Irlanda del Nord, e regina di Malta. Dice l’annuario che il governatore generale ha la precedenza sopra ogni altra autorità, il primo ministro compreso, sempre ed in ogni luogo; ed a lui presentano le credenziali i diplomatici. Per mia personale esperienza pos so aggiungere che a tavola, per quanto importanti possa no essere i suoi ospiti, il go vernatore è sempre servito per primo, perché, come mi han no detto, « he is the Queen, è la regina ». E dopo di lui, è servita la governatrice. Ag giunge l’annuario, con inge nuo desiderio di precisione, che la regola della preceden za assoluta cessa quando la regina Elisabetta si trovi a Malta. Dati questi particolari, vien fatto di chiedere fino a che punto Malta sia uno Stato sovrano, libero e indipenden te. La costituzione, largita nel 1964 per ordine della regina, ed approvata con un refe rendum dal popolo maltese a lieve maggioranza, stabilisce che lo Stato abbia una ban diera nazionale, un inno na zionale e una sua propria lin gua. La bandiera nazionale è bianca e rossa in uguali ban de verticali, i colori dello stemma di Ruggero il Nor manno conte di Sicilia che l’anno 1091 liberò ì maltesi dalla dominazione araba. Nel l’angolo superiore del bianco, presso all’asta, la bandiera re ca una croce che non è, come si potrebbe credere, quella dei Cavalieri dell’ordine di Mal ta, a quattro bracci e otto punte, ma la croce di S. Gior gio, simbolo dell’onorificenza inglese dello stesso nome che premia i cittadini per atti e contegno valorosi, e che re Giorgio VI il 12 aprile del 1942, nel mezzo dell’ultima guerra, concesse all’isola-fortezza di Malta per l’eroismo e la devozione con cui soste neva gli attacchi aerei delle forze dell’Asse, e la durezza dell’assedio. L’inno, sulle parole di una canzoncina scolastica compo sta dal poeta nazionale mon signor Carmelo Psaila detto don Karm, ove si invoca la protezione di Dio su quella dolce terra che ha dato i na tali ai bambini, ha un’aria solenne e grave, che riecheg gia quella del God save the Queen, opera di un musicista dilettante, colonnello Sammùl. La lingua nazionale La lingua, infine, è il malti, o maltese, parlato solamente in queste isole, un antichis simo idioma arabo con voca boli che sono quelli della vita quotidiana e delle semplici esigenze di un popolo primi tivo; adattato ai mutati tem pi con l’esumazione di termi ni arcaici perduti e con uni restante lessico che in gran parte è d’origine latina, sopratutto siciliano e italiano (negli autobus che collegano fra loro tutti i casali delle isole c’è una cassetta dove chi scende depone il biglietto usa to; e sotto la cassetta c’è scritto in maltese kaixxa (pronuncia « cascia ») tà biljeti uzati. In realtà oggi la vera lingua nazionale è l’in glese che la costituzione di chiara essere linguaggio uffi ciale accanto al maltese, ed è insegnato fino dalle prime classi elementari; in inglese sono le insegne pubbliche, in inglese si pubblicano a pre ferenza opere di cultura e di fantasia, in inglese sono scrit ti i tre quotidiani più impor tanti e i tre settimanali più diffusi. I discorsi e le discus sioni alla Camera (detta Ca mera dei rappresentanti), il cui ordinamento è copiato ta le e quale da quello della Ca mera dei Comuni, si svolgono in maltese; ma è ammesso che si possa parlare in inglese; di questo privilegio si valse, finché fu deputata, miss Strickland, figlia di quel lord Strickland, fondatore d’un « partito costituzionale », che fu primo ministro dal 1927 al 1932, ed il più accanito av versario della lingua e della cultura italiana; e se ne valse anche un deputato che prove nendo dall’emigrazione in Au stralia si trovò a parlare più facilmente l’inglese che il mal tese. Tuttavia certe espressio ni restano in inglese; come the house is adjourned, the motion is accepted, the mee ting is open. L’indipendenza dello Stato di Malta appare dunque una indipendenza sui generis; e molti maltesi che ho incon trato, uomini politici o di cultura, ne parlano con un certo scetticismo. Conviene dire che dopo la fine della se conda guerra mondiale i mal tesi non pensarono subito all’indipendenza; si trovava no bene com’erano, sudditi di una colonia della Corona che stava molto a cuore alla Gran Bretagna, soddisfatti di un governo autonomo per le fac cende interne; e quando, una diecina d’anni dopo la fine della guerra, si cominciò a pensare alla creazione di uno Stato indipendente s’intese subito che il nuovo Stato do vesse essere una monarchia, ed il monarca membro della famiglia reale britannica; e dovesse continuare a far par te della comunità britannica, Commonwealth; e che non ve nisse a mancare la protezio ne e le sovvenzioni del go verno di Londra. Così alla dichiarazione dell’indipenden za si accompagnò la conclu sione di due trattati: l’uno di natura militare, di reci proca difesa e assistenza; e l’altro, in materia finanziaria, per una assistenza economica, cinquanta milioni di sterline da versare nel corso di dieci anni, di cui i tre quarti a fondo perduto ed un quarto a titolo di prestito. Questo trattato contiene clausole che il governo maltese interpreta in un modo e quello inglese in un altro; e poiché gli in glesi pensano che l’interpre tazione dei maltesi non cor risponda a quella che essi ne danno, da un anno e mezzo hanno sospeso ogni versa mento: ed il governo malte se si trova alle strette, ed ha dovuto lanciare un prestito, e creare nuovi tributi per far fronte ai suoi impegni verso i cittadini. (A questo proposito è giun to di recente a Malta l’al to commissario britannico sir Duncan Watson che rappre senta il Commonwealth pres so questo governo; ha detto alla stampa di aver parlato a Londra con funzionari del Commonwealth e del Foreign Office e di recare « nuo ve istruzioni in materia di aiuti »; ha aggiunto che c’è molta comprensione a Lon dra per i bisogni dei maltesi e spera che nuove trattative permetteranno di raggiunge re un accordo: le parole so no state molto cortesi, ma è parso che sottintendessero qualcosa di perentorio, « o finite con l’accettare le no stre condizioni, o le sovven zioni restano sospese »). Ecco un piccolo florilegio di giudizi che ho raccolto parlando con persone di di verse tendenze: « Con gli in glesi si finisce sempre con il fare i conti come quando eravamo colonia ». « Gli uo mini-chiave sono nelle mani dei funzionari del disciolto Colonial Office che hanno ancora influenza al Foreign Office e dei dirigenti del Commonwealth ». « La nostra indipendenza è più sulla car ta che nella realtà ». « Non è possibile oggi per noi essere indipendenti dall’Inghilterra ». Due soli partiti Se si considera che Malta ha 320.000 abitanti in cifra tonda (una parte cospicua di maltesi vive più o meno sta bilmente all’estero, ce ne so no più di centomila in Au stralia, altrettanti complessi vamente nel Canada, in In ghilterra, negli Stati Uniti; tuttavia dal 1964 in poi il nu mero degli emigranti diminui sce considerevolmente di an no in anno per le migliorate condizioni di lavoro in casa) pare impossibile che una così piccola nazione abbia proble mi di politica interna e di politica estera che sono gli stessi, o anche più preoccu panti, di quelli che hanno Stati molto più popolosi. Quelli che lavorano nelle in dustrie non toccano i venti mila; eppure sono divisi in vari sindacati molto attivi; che con l’appoggio del parti to laborista scendono spesso in sciopero per ottenere mi gliori condizioni di salario o di lavoro (per molte catego rie la settimana lavorativa è di soli cinque giorni, ma ora chiedono le domeniche paga te); in questa agitazione una parte della popolazione vede un contenuto politico, tanto più che si è vicini alle elezio ni, e ne è turbata la vita so ciale; di questi giorni uno sciopero dei portuali procla mato per solidarietà con l’astensione dal lavoro degli addetti ai servizi pubblici ha paralizzato per alcuni giorni il traffico del porto; e messo in disagio centinaia di mal tesi che si erano recati in vacanza in Italia e son rima sti in panna a Siracusa senza poterne partire e senza soldi. I partiti politici, che erano sei dopo la proclamazione dell’indipendenza, e quattro al tempo delle ultime elezioni, oggi, sull’esempio inglese, si sono ridotti a due, i naziona listi, attualmente al governo, ed i laboristi che sono con tinuamente in atteggiamento di bastian contrari, per l’in fluenza del loro capo, giova ne, molto intelligente, vivacis simo, che mi ricorda talvolta quei mediterranei della Pro venza, i tarasconesi, che ama no far baccano per il bacca no: l’on. Domenico Mintoff, che fu al governo dal 1955 al 1958, ed ora è il capo del l’opposizione. Sedute tempestose La Camera dei rappresen tanti che sono cinquanta, ma si vogliono portare a cinquantacinque, è rimasta aperta fin verso la fine di agosto, do vendosi discutere due leggi molto importanti, sulle quali i due partiti indicati sono di parere opposto, l’aumento dei seggi elettorali e la creazione di un esercito maltese. Si so no avute sedute tempestose, deputati che facevano l’ostru zionismo picchiando i pugni sui banchi, sono avvenute scene che i cronisti hanno definito tumulti e subbugli, ma in realtà erano semplici scambi di ingiurie fra i ban chi opposti e fra deputati e ministri, buffone, nemico del la patria, vigliacco, pagliac cio, lacchè; un’eccitazione che si spegneva appena terminata la seduta, ché ì maltesi sono di umor pacifico e bonario; i loro rappresentanti possono lanciare un calamaio contro un banco o contro gli arazzi appesi alle pareti dell’aula che testimoniano delle glorie dell’Ordine di Malta (con lunghe iscrizioni in lingua ita liana), ma non credo che si siano mai accapigliati. Finora felicemente immuni da ogni genere di spese mi litari (niente esercito, niente marina né aviazione da guerra, solo alcuni motoscafi del la polizia), ora si sono creati un piccolo esercito per sosti tuire gli ultimi reparti dell’esercito inglese che lasce ranno l’isola questo settem bre; un reggimento di sette cento uomini, volontari, com posto di una sezione dì se gnalatori, una compagnia di artiglieri, una leggera difesa contraerea e un reparto del genio. L’onorevole Mintoff ha definito « ridicolo » un tale esercito; ed un membro del governo gli ha risposto che il Lussemburgo che ha pres sapoco la popolazione e la su perficie di Malta ha un eser cito di cinquecentosessanta uomini. L’on. Mintoff ha det to che se veramente si vuole mettere insieme un simile esercito è necessario introdur re la coscrizione; perché « i volontari sono sempre merce nari e al servizio della reazio ne, solo con la coscrizione si ha vera democrazia »; e un ministro ha opposto che è me glio un esercito di volontari contenti e ben pagati che uno di coscritti mal contenti e pa gati male. Ho già detto che i rombi guerrieri che si odono tutto l’anno da questo o da quel casale per le ricorrenti feste religiose, ed i numerosi can noni del tempo dei Cavalieri davanti alle cattedrali o ad edifici pubblici e nei cortili dei musei, e le molte arma ture medievali di tutto ferro esposte nei corridoi della Ca mera e di altri palazzi crea no nel visitatore l’illusione di rivivere nel tempo che queste isole erano in perpetua guerra con i corsari ed i turchi. Ma la storia si ripete, nonostante i mutati aspetti. Ancora oggi i maltesi hanno il sentimen to, o la vocazione, di essere fortezza. I recenti avvenimen ti nel Mediterraneo e i fatti di Libia hanno portato im provvisamente Malta, e la ba se navale mediterranea della NATO che le isole ospitano, sulla prima linea dello schie ramento occidentale di fron te ad eventuali minacce da parte araba e russa. Letto 1214 volte. Nessun commentoNo comments yet. RSS feed for comments on this post. Sorry, the comment form is closed at this time. | ![]() | ||||||||||