LETTERATURA: I MAESTRI: Il mare di Roma8 Giugno 2017 di Carlo Laurenzi Archeologia dell’impudici zia precoce. Anni fa, forse die ci anni fa, sulla spiaggia di Castelfusano, una diciottenne in costume da bagno brillava in un gruppo di coetanei; era la sola femmina del branco. Ricordo che parlava dei « Gio chi per Claudio » senza pe danteria, riferendosi opportu namente alla rappresentazio ne dell’Apocolokyntosis come a un evento mondano piutto sto che culturale. I ragazzi, che erano tre, bei giovani, un po’ bovini, annui vano e tacevano. I maschi di ciottenni spesso (anche allo ra) non sapevano nulla di Se neca. * La ragazza era notevole, da un certo punto di vista. Ave va capelli castani, corti; il vi so era slavato, i lineamenti co muni, come si osserva non di rado nelle donne dal corpo perfetto. Costei aveva un corpo per fetto. Colpiva il suo costume da bagno insolito, e nell’insie me â— ecco il tranello â— pu dico. I calzoncini erano suc cinti, ma il torso della ragazza era coperto da una maglietta bianca di cotone, accollata, con mezze maniche; poteva darsi che la giovane militasse nell’Azione Cattolica o che sua madre fosse particolarmente severa. Venne l’ora del bagno, i ra gazzi si immersero lanciando grida di derivazione fumettistica (« smack », « bang », di cevano), la ragazza li seguì contegnosa. Tutti e quattro dopo aver nuotato, riappar vero a giocare a palla nell’ac qua bassa. Mi accorsi allora che il castigato costume della giovane avrebbe rallegrato Sa tana: la maglietta bagnata ade riva al corpo di lei modellan done il seno come fosse nudo. Si trattava di un seno statua rio e dovrei dire di più, dal momento che l’aggettivo « statuario » non rende giustizia al la tenerezza di quella forma. Non distolsi gli occhi da quel seno. Tutto ciò che posso aggiungere a mio vanto è che non mi avvicinai. Altri spet tatori, molti altri, furono più impetuosi. Una piccola folla di uomini circondò il quartetto dei lan ciatori di palla; la parola vo lò; il numero dei contempla tori diventò rilevante. Udii esclamazioni e commenti, pro nunciati ad alta voce, per lo più non riferibili. Constatai che gli intentissimi spettatori erano tutti al di sopra dei trent’anni, a parte qualche ragaz zino sui dodici, tra i quali un piccolo venditore di noccioli ne, a bocca aperta. I giovani, al contrario, sembravano privi di malizia, e i tre compagni di gioco della ragazza, in specie, erano impassibili, neanche a disagio; per loro la deliziosa promotrice di scandalo non aveva seno. Quanto alla pro- motrice di scandalo, il suo comportamento fu ammirevo le. Ogni diva dello spogliarel lo avrebbe invidiato la flem ma di lei nel clamore. Quan do uscì dall’acqua e si diresse verso l’ombrellone, la bella do vette aprirsi il passo a fatica tra la coorte degli ammiratori, le cui frasi erano di invettiva e di giubilo, con risa e sospiri. I compagni della promotrice di scandalo fischiettavano as sorti. Lei non vedeva né udi va: c’era un sorriso lievissimo sulle sue pallide labbra, il suo sguardo d’uccello esprimeva il vuoto. Non si coprì, non cam biò costume. Si sdraiò, dopo avere acceso una nazionale; fu la pioniera di un riscatto, non è così? * Di punto in bianco hanno scoperto che il mare di Roma è inquinato; che grossa no vità. Sul tratto di spiaggia li bera fra Ostia e Fiumicino, dove giace una landa cosparsa di rifiuti, pullula una sconcia vita balneare. Sono qui, coi tetti di frasche, le casupole dei pescatori di arselle. Le fami glie della colonia villeggiante giungono da Roma prima di mezzogiorno, sulle utilitarie. Da ciascuna delle utilitarie escono un padre, una madre molto grassa, alcuni bambini, una sedia a sdraio, un’enorme palla di gomma a spicchi gial li e rossi, un cocomero, due bottiglie d’acqua effervescente, un canestro. Ciascun padre, piantando l’ombrellone nella sabbia nera si guarda intorno corrucciato. I gruppi familiari che com pongono la colonia non si ade guano alle usanze dei lidi ri spettabili e si ignorano a vi cenda, con una punta di di sprezzo. Stando così le cose, si potrebbe raccomandare questa villeggiatura a chi ami, al di sopra della socievolezza mon dana, il rispetto sia pure tru ce della propria indipendenza Occorrono fatti straordinari perché una solidarietà, del re sto effimera, si stabilisca fra un ombrellone e l’altro. Non è stata giudicata straordinaria la comparsa di una roulotte belga (alla cui finestra non fa dato scorgere che un cane lupo) ma l’apparizione, scortata da un giovanotto, di una vecchia signora in bikini. Si trattava senza dubbio di una signora: lo si capiva an che a distanza dal suo modo di gestire, di camminare, di muovere il collo. La decrepi tezza di lei, d’altra parte, era terribile. Le braccia erano scarnificate e giallastre, come arti di mummia. Le gambe vizze conservavano penosa mente una linea dolce; erano lunghe, con caviglie che, cre do, erano state sottili. Il ven tre, ostentato, era obeso: la sola convessità, dannazione, in quella funesta magrezza. Il bi kini della vecchia era color rosa; i sandali, dall’altissima suola di sughero, bianchi. La donna aveva anche un viso, dall’espressione attonita, come di avvoltoio satollo. Par lava, rivolgendosi al compa gno, con una piccola, gradevo le voce; l’accento era stranie ro. Resta da dire qualcosa sul giovanotto. Costui poteva ave re trentacinque anni. Piantò l’ombrellone; poi si tolse la camicia, la canottiera sordida, i pantaloni alla zuava, i cal zettoni di lana, gli scarponcel li, e rimase in mutande da ba gno, antiquate, lunghe fino a mezza coscia. Era calvo e flac cido; parlava il romanesco dei sacrestani. Resta da dire, an cora, qualcosa sul mezzo di trasporto con cui la coppia era venuta al mare: una motoretta fiammante. * La colonia guardava ostil mente la coppia; furono viste mogli varie, appartenenti a ombrelloni contigui, far lega tra loro scandalizzate. Capi-tribù diversi solidarizzarono nella riprovazione, fino a scam biarsi offerte di sigarette. Con getturai che la vecchia fosse inglese e non ignorasse le fa vole amatorie di D. H. Law rence. Mi impietosii su quella irriducibile Lady Chatterley. « Credi che possa avere un po’ di birra, caro? » chiese Lady Chatterley al maschio. Il maschio, che si era steso sulla rena, la fissò con irritazione: « Eh, no, bella, te la devi da guadagnà ». « Hai ragione te soro », sorrise la vecchia. E, raggiunto il margine della stra da, piegatasi non senza gra zia, cominciò a coprire con certi lenzuoli, pian piano, con pazienza e abilità d’amore, la motocicletta sulla quale dar deggiava il sole. Letto 1107 volte. Nessun commentoNo comments yet. 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