LETTERATURA: I MAESTRI: “Il paradiso” di Alberto Moravia19 Giugno 2018 di Geno Pampaloni Proviamo ad analizzare sommariamente il primo dei 34 racconti che compongono il recente libro di Alberto Mo ravia ( Il paradiso, Bompiani. L 2500). Come si vede, qui si porta al limite una situazione nota. Il masochismo in amore, an che se attribuito più di fre quente all’uomo anziché alla donna, non è certo inedito. Quali sono dunque gli ele menti di attualità apportati dal Moravia? E qual è il mo tivo per cui il risultato è un racconto a suo modo perfetto? ★ Anzitutto, c’è lo sfrutta mento, tipico dell’ultimo Mo ravia, della convenzione linguistica: la donna si eccita avendo per galeotto l’immagine contenuta nella frase stereotipa « andare in be stia ». La banalità espressiva, il luogo comune, dice lo scrittore, sono oggi straordinaria mente operanti; la società di massa, proprio per l’appiatti mento e morte della « perso na », gli ha ridato vigore, così come la mancanza di attrito consente che rotoli a lungo anche una pallina già stan ca: il sentimento individuale, sfiorito e spento, si coagula, si concentra e si riaccende at torno al nucleo di un sempli ce richiamo verbale, anodino ma collettivo; l’uomo di oggi è in bilico tra la mistificazio ne che socialmente lo deter mina e la frammentaria, schi zofrenica verità che nonostan te tutto egli ricava da quella mistificazione; e nelle donne, più istintive e plastiche, tale ambigua contraddizione trova migliore evidenza (i racconti hanno tutti protagonisti fem minili) . In secondo luogo, nel suo accanito battere sul tasto del l’alienazione borghese, il Mo ravia ha l’abilità (l’intelligen za artistica) di condurre l’at tacco per così dire da due fronti. Da un lato noi vedia mo, attraverso le parole del la donna, la caricatura, il grottesco amaro di una bor ghesia conformista, parassi taria, soddisfatta non si sa di che, fatua e inutile; dall’altro lato la donna, nel momento stesso in cui analizza cruda mente i difetti della sua socie tà, ne partecipa da complice e in qualche modo da sfrut tatrice. Così lo scrittore com pie un’ulteriore duplice opera zione: 1) coglie la natura intima mente contraddittoria, sado-masochistica, della sua bor ghesia consapevole, divertita, impotente e dannata di fron te alle proprie storture; 2) toglie a quella sua bor ghesia ogni via di scampo, in quanto la coscienza è già as sorbita nella colpa storica, ne fa parte, e l’unica libertà è un capriccio dentro una pri gione. In tale duplice opera zione egli tocca il suo ideale, che è di essere insieme mo ralista e narratore. In terzo luogo infine il Mo ravia introduce di suo, nel meccanismo un po’ semplicistico della vicenda, la misura essenziale, vitalistica, del suo raccontare. In certi momenti i due protagonisti di « Rischio calcolato » ci appaiono due manichini, due astrazioni (tra parodia e paradosso) nelle mani di un saccente socio-pedagogo: ma subito il san gue rifluisce, le ingiurie sono ingiurie, i graffi veri graffi furiosi, e anche il mare che schiumeggia davanti alla ro tonda è un vero, bellissimo mare. ★ Gli elementi sin qui sinte tizzati si ritrovano in varie proporzioni negli altri rac conti. Non tutti, almeno al mio gusto, riescono persuasi vi. Talvolta la passione ideo logica dello scrittore lambisce e strina la pagina quasi il fumo verde e acre di un rogo; allora il racconto tende a far si stilizzato e rigido come un teorema, programmato come un sillogismo. Forse è ciò che lo scrittore si prefiggeva, se ognuno dei personaggi, ci in forma il risvolto, « concettualizza la realtà illudendosi di afferrarla; ma la realtà sfug ge ». Tuttavia la natura del Moravia è tale che egli rima ne un realista anche là dove vuol essere il cronista criti co dell’irrealtà. Nel libro pre cedente (Una cosa è una co sa, 1967) si può leggere un racconto, « Invischiato », nel quale è espressa per emblema una delle sue più fondate arti poetiche. C’è un tale che, do po una lite con la moglie, vuole uccidersi, perché solo la morte gli appare il corrispet tivo degno del suo desiderio di un « sentimento assoluta mente pulito »; ma gli istinti, la curiosità, il caso sempre inventivo, lo riportano alla sua dimensione umana, dove « tutto era proprio reale, non c’era da sperare di evadere nell’aria astratta e pulita del la morte ». E deve concludere che « la vita la sa lunga, più lunga assai della morte ». Eb bene, nel nostro scrittore si opera di continuo una distin zione (che è per lui insieme lucido contrasto dialettico e drammatica convivenza ) tra l’intellettuale moderno, il cui problema è « la realtà », e il narratore classico, la cui ma teria è « la vita ». Il Moravia non sarebbe il Moravia senza questa agitata contrapposizione: ma proba bilmente lo è un po’ meno quando egli parteggia allo scoperto per l’uno o per l’al tro dei due. Di tutti i mo menti e le maniere attraver sati nella sua lunga opera di scrittore, quello che sembra il più resistente, e forse il più congeniale, è quello dell’« im broglio », l’intrecciarsi cioè di una qualsiasi concupiscenza, carnale o astratta che sia, con la imprevedibile, astuta indifferenza della vita. Pro prio dai colori cupi dell’« im broglio » traluce la religiosità moraviana. Sia che egli parta dal ritratto, come accadeva negli anni d’anteguerra, sia che egli parta dal tipo, come accade oggi, c’è sempre un punto nel quale si scatena il casuale, l’irripetibile, e l’« io » è travolto da « altro », che è il modo della vita di « saper la lunga ». Allora il personag gio balza asciutto nel raccon to. e credibilmente lo fascia l’aria secca dell’avventura. Ecco la perfida nevrotica della « Banda del cric »; il fosco cliente della signora-oggetto di « Venduta e comprata »; la provinciale casalinga di « Fe staiola »; l’ansiosa e sempre incompiuta borghese di « Por tacenere »; il rito della vesti zione nell’umanissimo « Padrona e padrona »; la perver sione mondana del « Lebbro so »; il fumetto erotico sogna to nell’« Orgia »; la squallida avventuriera dell’« Immagina zione »… Anche in un libro « orienta to », aggressivamente critico e ideologico come II Paradiso, lo scrittore riesce qui a pas sare dal tipo al personaggio, dalla definizione alla situa zione, dal disegno sociologico alla vita. E se nella ricchezza delle variazioni al tema unico noi riconosciamo il suo pun tiglioso ingegno, in quel rapido e pieno passaggio è la sua potenza. Letto 1873 volte. Nessun commentoNo comments yet. RSS feed for comments on this post. Sorry, the comment form is closed at this time. | ![]() | ||||||||||