LETTERATURA: I MAESTRI: La bottega sul Tamigi3 Maggio 2018 di Mosca Non so se conosciate Lon dra. La prima volta che ci andate recatevi, se volete ve der qualche cosa d’interessan te, in Rutland Wharf Street, ch’è nel settore nord orien tale della città e fa parte delle tante piccole vie traverse di Queen Victoria Street, le quali come i denti di un pet tine scendono sul Tamigi, scu re, fangose, risonanti del fra stuono dei Docks e popolate di taverne. Fra una taverna e l’altra di Rutland Wharf c’è la porta senza insegna d’una botteguccia sulla soglia della qua le, nebbia sole neve vento, sie de in permanenza Bertrand Pepis, mercante di ricordi. Non i soliti ricordi di Lon dra, ma, come dire?, ricordi ricordi, quello, poniamo, d’un primo amore, d’un caro amico di gioventù, d’uno zio vesco vo, d’un atto eroico… sapeste quanti combattenti della pri ma e della seconda guerra mondiale, ridotti alle strette vanno da Pepis a vendere il ricordo della presa d’una trin cea, della conquista d’un pic co, di una decorazione sul campo, anzi andavano, perché oggi questo genere di ricordi non va più, e chi li abbia li tiene nascosti; ma i ricordi di fanciullezza, d’amore, di fa miglia vanno sempre, e Ber trand Pepis â— che sulle rive del Tamigi non è l’unico mer cante del genere, ma l’unico onesto â— li paga bene, spe cialmente ai poveri diavoli. * Pepis paga bene, ma impo ne patti chiari: chi vende, ri nuncia totalmente al proprio ricordo, il quale passa in pro prietà assoluta dell’acquirente. Insieme al ricordo si cede l’oggetto che meglio serva a risuscitarlo. Questi oggetti il vecchio Pepis custodisce in scaffali ricoprenti fino al sof fitto le quattro pareti della bottega, e li chiama la sua nosteoteca, dal greco nostèo, io ritorno, e tornare non è forse proprio del passato? Vorrete sapere dei clienti di Pepis. Sono tutti coloro che, privi dei buoni ricordi senza i quali la vecchiaia sarebbe un deserto, cercano di procurar sene, e debbono farlo in tem po, cioè molto prima che la vecchiaia arrivi, perché i ri cordi hanno bisogno di ma turare. Non crediate che siano rare le persone prive di buoni ricordi. Ve ne sono due spe cie: quelle, meno numerose, la cui giovinezza fu vuota, squallida, e la grande schiera delle altre, nel cui mucchio di ricordi non c’è più raggio di luna che riesca a trovar qual cosa da illuminare. Tutti i mucchi giacciono su un immenso prato. Cia scuno di noi va a frugare nel proprio nelle notti di pleni lunio. Sono mucchi di rottami sui meno anneriti o meno ar rugginiti dei quali, nelle parti rimaste chiare o lucide, la lu na stampa il proprio argento, così da illuderci d’essere pa droni d’un tesoro sul quale però, ogni mese che passa, il nero e la ruggine si estendono lasciando sempre più rari ap pigli ai raggi di luce, come le estreme scintille di quello che fu un bel fuoco, spente anche le quali non rimane che anda re a Londra, Rutland Wharf Street * Da nostèo viene anche no stalgia, che vuol dire dolore del ritorno in patria, perché il desiderio è così acuto da ferir come una lama. E nostra patria non è forse quella gio vinezza da cui sempre più ci allontaniamo, fino alla impos sibilità di tornarvi se non con i ricordi? E se questi, fatti di poco, si siano presto spenti, puoi rimediare comprando quelli altrui. Pepis ti aspetta, coi suoi ottant’anni che potrebber essere cento o cento cinquanta, col suo aspetto fra l’antiquario e lo straccivendolo, e se fai per varcar la soglia subito leva l’indice ammoni tore: « Attento, non creda di comprar oro, qui si corre il rischio di prendere impiomba ture solenni, pochi mesi fa un mio cliente che soffriva d’im pazienza s’è gettato nel Tami gi maledicendo il nome di Juliet. Ho qui, guarda caso, un’altra Juliet, vuol vederla?! Juliet Hopkins, ventidue an ni, morta nel 1930, un primo amore, non ne ho altri; è raro che anche nella più nera mi seria ci si decida a vendere il ricordo del primo amore, l’ho avuto da uno che essen dosi fatto prete s’è voluto di sfare d’ogni ricordo mondano. Vuol vederla? ». Il cliente americano Charlie Aster non esitò. Rispose: « Sì, volentieri », era già da qualche anno che cercava il ricordo di un primo amore, si fidava di Pepis, non aveva mai amato, era solo al mondo, e contava, avendo passato da poco i quarant’anni, di poter godere, per quando fosse stato sulla sessantina, del ricordo ormai maturato di Juliet, suo primo amore. Ripeté: « Sì, volentieri » e prese dalle mani di Pepis il contenuto della cartella 1175 della nosteoteca, un pacchetto di lettere d’amore. Subito, evocata dall’oggetto, apparve Juliet, una bion dina esile, pallida, le mani congiunte sul petto, gli occhi bassi, un sorriso di cera, cui Pepis disse: «Le presento il signor Aster, dovrà andare a vivere con lui a Filadelfia, una bella città americana dal le case tutte di mattoni rossi. Il signor Aster è un gentiluo mo, si troverà bene ». Il sorriso di Juliet si animò, e si videro gli occhi, azzurri: « Grazie signor Aster, sarò felice di seguirla a Filadelfia, ma… » Aster non le dette il tempo di finire: « Desidero anch’io che venga in compa gnia di sua madre. Ha la si gnora Hopkins, Pepis? ». Dal la nosteoteca il mercante pre se un paio di guanti con le dita corte e nella bottega si vide apparire, vestita di nero, l’austera signora Hopkins, morta dopo la figlia, nel 1940, perciò più giovane di lei co me defunta. Aster, che voleva popolare la sua vecchiaia di un bel gruppo di cari, con fortevoli ricordi, disse: « Vo glio anche un amico di gio ventù con il quale riandare la letizia di lontani giorni spensierati, una governante che quand’ero bambino mi rimboccava â— raccontata, la favola â— le coperte dicendo: ‘ Sogni felici, signorino Charlie ‘, e infine un giardiniere di quelli antichi, intorno ai quali tutto era sempre fresco e fiorito, e non v’era matti na in cui le rose non aves sero le loro grandi gocce di rugiada ». « Ho quanto fa per lei » disse Pepis che, presi una pa glietta un poco ingiallita, un paio di cesoie per potare e una tabacchiera, fece appari re Arthur Craven, morto nel lo stesso anno di Juliet ed alla stessa età, il giardiniere Ed ward scomparso a settant’an ni nel 1935, ed Ellen Terry passata a miglior vita all’età di Edward, nel 1938, ma una miglior vita per modo di dire perché nei volti di tutti e cin que i resuscitati si leggeva la gioia di andarsene a stare in una bella casa di Filadelfia, con tutte le comodità, buona tavola, bel prato intorno. Ellen Terry non era ancora apparsa che subito, toccata la fronte del signor Aster: « Si gnorino Charlie » gli disse in tono di materno rimprovero, « lei è sudato e scommetterei che non ha la maglietta. Mi faccia vedere », e si vide al lora Aster, il quale desidera va soltanto il ricordo di una vecchia affettuosa governan te, scostarsi molto seccato. « Badi », gli disse lealmen te Pepis, « sarà una vita mol to difficile. I bei ricordi do vrà guadagnarseli, anche per ché il reverendo Hastings che m’ha venduto il ricordo di Juliet poteva aver idealizzato la ragazza, la quale, la avver to, potrebbe rivelarlesi ben diversa ». « Non importa » rispose Aster. « So che devo faticare e forse anche soffrire per pre pararmi una vecchiaia sere na ». Imbarcò i cinque nuovi compagni in un aereo, e partì con loro alla volta di Fila delfia. * Questo avveniva nel 1950. Ho rivisto Pepis il mese scor so. M’ha raccontato tutto « Povero signor Aster, è stato sfortunato, e non già per quanto di poco pulito gli han no combinato i suoi acquisti, al quale era preparato, ma perché è morto troppo presto il giorno in cui i ricordi comin ciavano appena allora a ma turare. L’ho saputo da Ri chard, il giardiniere che ave va assunto recentemente, lon dinese, il quale m’ha scritto una lunga lettera. Dopo sei mesi che viveva con la ban da a Filadelfia, Aster prese il coraggio a quattro mani e in ginocchiatosi dinanzi a Juliet le disse testualmente: ” Si gnorina, cosa direbbe se quel che provo per lei nel profon do dell’anima fosse qualche cosa di più che un sentimen to di simpatia? “. Poveretto, era un uomo semplice, inge nuo, e se la banda non fos se scoppiata a ridere non si sarebbe accorto che la scena era tutta preparata. Juliet si era fatta trovare sola nel sa lotto, seduta al pianoforte. Lui s’inginocchiò, disse quelle cose, e proprio in quel punto entrò la signora Hopkins sor retta dalla governante perché ubriaca, e li benedisse. Entrò anche Arthur Craven, l’amico di gioventù, e in quel mo mento stesso, con grande fra casso, precipitò la luna che Edward, dritto su una scala, sorreggeva a braccia spalan cate tenendo su anche mera vigliosi alberi di carta ». Scoppiò allora la risata, Aster s’infuriò, licenziò tut ti rimandandoli alle proprie tombe, e, insultato dai com pagni, il giardiniere malde stro rivelò i delicati rapporti che correvano tra Arthur e Juliet, e gli assalti amorosi ch’egli stesso doveva subire da parte della governante e della signora Hopkins, rivali. Passati in solitudine circa vent’anni, Aster s’accorse una sera che Juliet, Arthur, la si gnora Hopkins, la governante e il giardiniere erano chini su di lui, sorridenti, filtrati dal tempo e divenuti final mente meravigliosi ricordi. Ma troppo tardi. Moriva. E pochi giorni dopo, Pepis, che li aspettava, se li vedeva tornare, ciascuno col rispetti vo oggetto da mettere nella nosteoteca.
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