LETTERATURA: I MAESTRI: Musil. Torna a casa l’uomo senza qualità4 Agosto 2015 di Claudio Barbati Musil aveva scritto, in una pagina dei diari: sarò l’unico scrittore del quale non si troveranno opere postu me. E nel ’36, quando erano già usciti a Berlino i primi due volumi dell’Uomo senza qualità, pubblicò presso un editore di Zurigo una raccolta di novelle e di pensieri sotto il titolo Nachlass zu Lebzeiten (Scritti postu mi in tempo di vita), come a chiude re in anticipo la partita con i biogra fi, mantenendo alla lettera la singola re promessa. Ma fu clamorosamente smentito dai fatti. Alla sua morte, i manoscritti inediti componevano un lascito di oltre diecimila carte: raccon ti, annotazioni, abbozzi, prime stesure; quasi che Musil, con una estrema, im prevedibile contraddizione, avesse vo luto prendersi gioco della posterità, la sciando ai critici che in vita lo ave vano misconosciuto una mole di lavo ro tale da scoraggiare la più agguerri ta équipe di filologi. Il meccanismo della rivalsa, sia pu re in ritardo, ha funzionato egregia mente. Proprio in questi giorni, a ven ticinque anni dalla morte dello scrit tore, lo « scandalo » delle sue opere inedite è scoppiato sulla stampa vien nese con la forza di un caso nazionale: i critici si battono il petto, gli intel lettuali deplorano la paurosa indiffe renza con cui l’Austria da almeno cen t’anni si lascia depredare dei suoi in gegni più alti, puntualmente « nazio nalizzati » e condotti in trionfo altro ve, e una fitta corrispondenza diplo matica corre tra il ministero vienne se della Pubblica Istruzione e l’isti tuto Austriaco di Cultura a Roma. Pa role d’ordine: recuperare gli inediti di Musil, a qualunque costo. Il prezioso baule si trova infatti in Italia. Ne è erede e custode il profes sor Gaetano Marcovaldi, assai noto per i suoi lavori su Dante ma anche per alcuni importanti contributi agli studi di germanista: sono sue, ad esempio, le traduzioni degli scritti estetici di Wilhelm Humboldt e sua è la voce su Humboldt dell’enciclopedia Trecca ni. Manoscritti e taccuini di Musil fu rono lasciati al professor Marcovaldi dalla madre Martha, che aveva sposa to lo scrittore austriaco in terze nozze. Com’è noto, dopo l’occupazione dell’Austria da parte di Hitler, nel 1938, Robert Musil si rifugiò dapprima in Italia, poi a Zurigo e infine a Gine vra, dove rimase nel suo ritiro a Che- min de Clochettes fino alla morte, che lo colse, il 15 aprile 1942. La ve dova, Martha Musil, dopo una breve permanenza negli Stati Uniti presso Annina Rosenthal, la figlia nata dal primo matrimonio, decise nel ’47 di trasferirsi in Italia e di andar a vi vere nella casa di Gaetano Marcoval di, figlio del suo secondo marito. Due anni dopo, a Roma, Martha Musil mo riva, lasciando a Gaetano il grosso baule contenente le carte e i taccui ni dello scrittore, ancora quasi del tutto sconosciuto. Già in precedenza, poco dopo la scomparsa dello scrittore, Martha Mu sil si era adoperata con passione per assicurare la sorte di quegli inediti. Aveva cominciato col rivolgersi a Fritz Wotruba, il giovane scultore au striaco, uno degli amici di Musil du rante l’esilio ginevrino, affidando al le sue cure i manoscritti del marito. Ma alla ricostituzione dell’Austria, quando il presidente federale Renner lo invitò a ritornare in patria, Wotru ba non ritenne prudente portare con sé, in quel momento, nell’Austria qua dripartita, la raccolta degli inediti. Rientrato in Austria, tuttavia, Wo truba non cessò di occuparsi degli ine diti dell’amico scomparso. Per anni, con interventi sempre più pressanti, cercò di interessare alla causa delle opere postume di Musil circoli sem pre più larghi di intellettuali. Il 18 febbraio di quest’anno, un ar ticolo apparso sul maggior quotidiano viennese, Die Presse, rendeva di pub blica ragione la vicenda dei mano scritti, sollecitando un intervento go vernativo. Chieda ufficialmente l’Au stria al professor Marcovaldi di met tere i manoscritti a disposizione degli storici della letteratura; si dichiari fi nalmente lo Stato competente all’ac quisto di tali opere. Com’era prevedibile, nel clima di tensione determinato dalla controver sia altoatesina, l’articolo suscitò vivo scalpore. Qualche giorno dopo, in una lettera al giornale, il ministro federa le dell’istruzione si giustificava dinan zi alla pubblica opinione precisando che in realtà fin dal novembre del 1966 erano in corso delle trattative per l’acquisto tra l’istituto Austriaco di Cultura a Roma e il professor Marco valdi; tali trattative erano tuttavia « condizionate da una serie di circo stanze che consigliavano molta cau tela e un’attenta preparazione dei con tatti, dovendosi ovviamente tener conto delle reazioni psicologiche ai fatti del Sud Tirolo, che rendevano per il momento assai difficili le rela zioni austro-italiane ». Chi più degli altri ha fatto le spese della polemica è stato il professor Marcovaldi, descritto in molti casi co me un guardiano geloso o un esoso speculatore. La verità è tutt’altra. Ger manista egli stesso, il vecchio profes sore ha avuto l’onestà intellettuale di non valersi del suo privilegio per monopolizzare le ricerche sui mano scritti in suo possesso e la cura della loro pubblicazione. Ha anzi agevolato in tutti i modi â— le testimonianze al riguardo sono numerose â— i ricerca tori seri che intendevano dedicarsi allo studio di Musil. Fra questi studiosi sono da citare in primo luogo Eithne Wilkins, un ger manista di Oxford, e il viennese Ernst Kaiser, compagno di Musil durante l’esilio ginevrino. Da quindici anni Wilkins e Kaiser, ritenuti oggi i mag giori esperti dell’opera di Musil si de dicano a portare in luce il tesoro de gli inediti. La fortuna letteraria di Musil cominciò, in pratica, da un loro articolo apparso sul Times Literary Supplement nell’ottobre 1949. Quattro anni dopo l’Università di Londra inca ricava i due studiosi di condurre ri cerche sistematiche sull’opera di Mu sil: da queste indagini doveva nascere il fondamentale Robert Musil – Eine Einführung in das Werk pubblicato a Stuttgart nel 1962. Si devono inoltre a Wilkins e Kaiser la versione inglese del Mannes oline Eigenschaften, del Törless e dei racconti, e la supervi sione al testo italiano dell‘Uomo sen za qualità, pubblicato da Einaudi tra il ’61 e il 62. Una vera leva di studiosi di Musil è poi quella cresciuta a Tubinga in torno al germanista Friedrich Beissner: tra essi, Wilhelm Bausinger, mor to assai giovane dopo aver dato un de cisivo apporto di studi a una edizione storico-critica del capolavoro musiliano, Karl Corino ed Elisabeth Albertsen, che appunto a Roma hanno in gran parte compilato il loro catalogo di tutte le opere postume. Sulle carte custodite da Marcovaldi comincerà presto a lavorare anche un altro gio vane filologo, proveniente dalla scuo la viennese del professor Seidler. E troppo lungo sarebbe ricordare i mol ti studiosi che lo scrittore di Klagenfurt conta in Italia. Basti dire che un convegno sull’opera di Musil promos so a Bari nel ’66 dall’istituto Austria co di Cultura si risolse in un plebisci to entusiastico, conducendo all’inatte sa scoperta che gli appassionati di Mu sil sono, nel nostro Paese, ancor più numerosi dei devoti di Stendhal o di Proust. Probabilmente, al fondo di tutta la storia, gioca un comprensibilissimo « spirito di riparazione ». Tra i Paesi europei, l’Austria è quello che ha sco perto Musil per ultimo, e la scoperta non avrebbe potuto essere più casua le. Durante una visita d’ufficio all’Expo di Bruxelles del 1958, il Landeshauptmann del dipartimento di Karnten venne per caso a sapere che L’uomo senza qualità era stato dichia rato « libro dell’anno ». Ma questo Ro bert Musil, si chiese stupefatto, non era uno di Kiagenfurt? Tornato in Au stria, si fece promotore di un Archivio di Musil a Klagenfurt. L’Austria vuol riparare al suo debi to nei confronti di Musil. Dopo aver ne amareggiato l’esistenza e ignorato per decenni l’opera letteraria, oggi lo esalta, gli tende le braccia, gli spalan ca le porte: « Le sue opere postume devono ritornare a casa », si legge nei titoli dei giornali. Non è improbabile, comunque, che alla fine prevalga il buon senso e che la polemica intorno alle « carte romane » si concluda, co me già qualcuno ha timidamente sug gerito, con l’istituzione di una fonda zione austriaca a Roma, destinata al la conservazione e allo studio della grande eredità letteraria di Musil. Letto 10217 volte. Nessun commentoNo comments yet. RSS feed for comments on this post. Sorry, the comment form is closed at this time. | ![]() | ||||||||||