LETTERATURA: I MAESTRI: Una lettera inedita di Malaparte a Bino Binazzi17 Ottobre 2017 di Armando Meoni Di Curzio Malaparte, nell’aromatizzarlo a dovere in Amici allo spiedo, Anto nio Baldini scrisse ch’era uo mo da non rimanere in pace neppure col proprio nome. Da qualche scorsa nei carteg gi in gran parte inediti, e dai frontespizi dei libri che dette a stampa, non ci vuol molto a rendersi conto che un Kurt Suckert del 1917 diviene due anni dopo Curt Erich Suchert, per mutarsi nel 1923 in Curzio Suckert ma trasformandosi definitivamente in Malaparte nel 1927, metamorfosi che solo nell’aprile 1937 riceverà, con decreto regio, la legalizzazio ne anagrafica. Altrettale di sinvoltura, come si potrà ri levare dalla lettera inedita che segue, il Malaparte di mostrò con l’opera sua pri ma, uscita nel 1920 col titolo Viva Caporetto sotto la sigla della Casa Editrice Rassegna Internazionale in Roma. Il li bro fu composto in una tipo grafia pratese, di proprietà d’un noto esponente massone, che poco dopo, e per quell’appartenenza alla massone ria e per quel libro, ebbe a patire dai fascisti i guai suoi, non ultima la distruzione del la piccola tipografia. Sensi bilissimo al barometro poli tico, si diceva che sentisse spuntare la gramigna sotto i piedi, il Suckert s’affrettò a mutar titolo all’opera, che ebbe per titolo nuovo Là ri volta dei santi maledetti sot to la sigla editoriale All’in segna della Lupa Editrice in Roma. Vale la pena di lasciarlo raccontare al Suckert in per sona, grazie alla lettera che in quegli stessi mesi scrisse al poeta e giornalista pratese Bino Binazzi, morto nel 1930 in piena maturità ma oscu ramente come aveva purtrop po vissuto, tanto che Ardengo Soffici curandone quattr’anni dopo la raccolta po stuma delle Poesie, ne defi niva la vita « un lungo pel legrinaggio di spostato socia le, di povero sapiente e di poeta senza macchia, che do veva finire in una sublime via crucis ». Negli anni pre cedenti la prima guerra, il Binazzi aveva dato al Suc kert, studente nel collegio Ci cognini, ripetizioni di latino e di greco, e l’allievo ne ser bava affettuoso e scanzonato il ricordo. La lettera del Suckert è interamente autografa su un foglio che in testata reca stampato: Direzione Italiana dell’Oceanismo – Movimento Artistico-Filosofico Interna zionale – Diretto da C. Erich Suchert – Sede Centrale in Roma, piazza Montecitorio: 27. Da rilevare, in ordine ai risentimenti espressi dal Suc kert contro i fascisti, che l’anno seguente le rare lette re che il Binazzi ancora ri ceverà dall’antico allievo pra tese gli giungeranno su carta intestata ai Sindacati Fascisti dei Lavoratori, Segreteria Generale per la Provincia di Firenze. Segretario n’era il Suckert (questo fino al decreto regio dell’aprile 1937 il legittimo nome allo stato ci vile), che la carica terrà appena il tempo necessario a cavarne un nuovo libro: L’Eu ropa vivente – Teoria storica del sindacalismo nazionale. Roma, 14 aprile 1921. Caro Binaccio, mio fra tello le avrà già recapitato il mio libro con la nuova copertina, e raccontato il pandemonio successo al l’apparizione del mio pri mo e, forse, ultimo capo lavoro (quel forse è… fa scista) . Dunque, il volume è sta to esposto nelle vetrine del le librerie dì Roma, mer coledì della settimana scor sa (15 giorni or sono). La vendita si è subito inizia ta molto bene. Il successo pareva discreto. Quand’ecco che squadre di fascisti, armati dì randelli, irrom pono nelle librerie ingiun gendo di togliere il mio li bro dalle vetrine e minac ciando rappresaglie se i li brai si fossero arrischiati a venderlo. Patatrac! I librai, im pauriti, ubbidiscono. Così, per quanto il mio libro con tinui ad essere richiesto, i librai non lo vendono per paura di peggio. Mi reco dal Fascio a protestare; e quei monopolizzatori diciottenni del patriottismo mi rispondono per bocca del lo ro segretario, l’ex-colonnel lo effettivo Vallesi (si figu ri che mentalità): « Non è niente, questo! Un giorno o l’altro toglieremo dalla circolazione anche lei. In tanto sappia che oggi i più forti siamo noi e che ce ne infischiamo delle proteste ». Benissimo. E io li piglio per fessi, strappo la prima pagina del libro e cambio la copertina, togliendo an che il « Libro ammesso etc ». Il titolo nuovo? Così, nella recensione che ella mi farà, parli del libro come se il titolo fosse il nuovo, e accenni al fatto dei fascisti. Inteso? E mi risponda subito per dirmi il suo parere in merito al nuovo titolo. Salutissimi, cordialmen te suo SUCHERT Letto 1262 volte. Nessun commentoNo comments yet. RSS feed for comments on this post. Sorry, the comment form is closed at this time. | ![]() | ||||||||||