Libri, leggende, informazioni sulla città di LuccaBenvenutoWelcome
 
Rivista d'arte Parliamone
La scampanata, il romanzo di Bartolomeo Di Monaco trasformato in testo teatrale, qui per chi volesse rappresentarlo.

LETTERATURA: Le mie poesie d’amore

23 Febbraio 2022

di Bartolomeo Di Monaco

A RAFFAELLA

L’amore era già in te,
allora:
tra i fiori seduta,
gli occhi muovendo alle cose,
ridevi.

20 gennaio 1967

MI GIRI ATTORNO
(passeggiando alla pieve di Santo Stefano)

Insieme andiamo per questi colli
all’ombra degli ulivi
che, bassi, ci carezzano il capo;
tu allunghi la mano
e cogli il nero frutto asprigno.
Dalla fattoria vicina,
un po’ più in alto, cintata,
viene l’odore della stalla
e il muggito del bue,
re di quest’aria.
Dove vanno i miei pensieri
mentre mi punzecchi con la tua allegria
e mi giri attorno?
Saliamo ancora…
e tornano i segni del tempo andato
su quell’altra villa
ancora splendente di alberi secolari,
di giardini
e di mura alte intorno
ad incastonare la gemma degli archi
che da lassù dominano Lucca intera.
Il sole sorridente
d’un mezzogiorno che non ha eguali
su questa collina,
caldo, confidente,
guida il mio passo di camminatore
e sciolgo i miei pensieri,
il viso distendo contento
d’una serenità che m’allieta la vita,
e tutto sembra apparecchiato
per i miei occhi e il mio cuore.
Tu intanto ancora mi punzecchi
e mi giri attorno
ed io ti intravedo fra i miei pensieri,
ti tendo la mano
e tu me la offri
ignara di riempire la mia lontananza.
Oh, questo tepore della natura
che non ammette il trascorrere del tempo!
Tepore che viene da lontano
e sempre è stato eguale
in quest’ora.
…Tuffarci lì dentro
e rimanervi
mentre tu mi giri attorno
e con la tua allegria
dai splendore alla mia
esistenza.

20 marzo 1988


TU MI RIMPROVERI

A Raffaella

Tu mi rimproveri
perché non ti dico più spesso
ti amo,
ma nessuna cosa al mondo
amo più di te.
Quando coi tuoi giochi
mi tratti da bambino
o quando ai nostri figli,
indicandomi, dici:
ecco l’orso della casa;
quando, fuggita dai tuoi,
troppo brontoloni,
vieni a sederti accanto a me
e parli della tua Inghilterra,
del Galles o della dolce Scozia selvaggia,
o quando, mentre ascolto il telegiornale,
invadi la stanza con la tua voce
e più non sento nulla
e ti faccio il gesto supplicante
di tacere,
oh sì, io ti amo
e nessun amore è così ficcante,
così caldo,
così odoroso;
o quando nuda giri per la casa,
ma nuda per davvero
come un’eterna diciottenne,
e vieni a servirci la colazione
e i nostri figli ti guardano e sorridono,
oh potessi donarti il mondo
per questa tua allegria!
La mia mente ritrova te, sempre;
nei momenti di smarrimento
sei tu che mi fai risorgere:
quando ti conobbi giovane e bella
e mi apparisti all’improvviso
davanti al negozio di fiori,
tu la rosa più splendida,
ed io sentii di averti trovata,
donna dei miei sogni,
della mia adolescenza felice.
Tu mi rimproveri
perché non ti dico più spesso
ti amo,
ma nessuna cosa al mondo
amo più di te,
ed il mio è l’amore senza parole,
quello che leggi negli occhi,
che vibra nel corpo
quando sento la tua voce,
nelle mani calde
quando le stringo a te.
Nessuna cosa al mondo
amo di più,
e lo sa il vento
che ci carezza sulla collina
a sera
e noi nel silenzio ascoltiamo
l’usignolo;
lo sa il bosco che ci conobbe
coi nostri figli vocianti,
e i grandi pini odorosi
che ci aspettavano,
i nostri visi all’insù,
rivolti alle chiome giganti.
Non potrei vivere senza di te,
se mi lasciasse la memoria
di ciò che sei stata e sei
ancora oggi.
Tu mi rimproveri
perché non ti dico più spesso
ti amo,
ma nessuna cosa al mondo
amo più di te.

13 marzo 1988

AMORE NOSTRO
Alla mia Raffaella

Suona l’oceano quieta musica d’acque
e si solleva il canto fino agli antichi
crateri dello spazio
dove tesse l’andare e il venire il tempo.

Si colora di Primavere nuove
e sparse nell’infinito,
l’aria del nostro desiderio
e spiriti folli

danzano leggeri le nostre parole
svelate nell’improvviso abbandono
come un libro che si apre a narrare
le nostre storie senza giorni.

Corre la nostra eternità,
imprigionata nell’intreccio
azzurro dei nostri occhi
marini

sul tremolante filo delle onde
dove abbiamo distese le nostre braccia
smisurate,
alla conquista di noi stessi.

20 febbraio 1966

CERBIATTO DALLA ROSA NEL CUORE

Sei stanca di aspettare
stanca di piangere
stanca di pregare
stanca di ricordare.
Ho visto il tuo ragazzo l’ultima volta
mentre le nostre strade si dividevano:
lui a Nord ed io ad Est;
poi sono stato in trincea per mesi
e ho parlato solo con me stesso;
il mio amico era il fucile
e l’ultima lettera da casa mia.

Cerbiatto dalla rosa nel cuore
mi parlavan di te un giorno, lungo la strada
e quella voce era giovane e tremante
come la tua età.
Dai boschi correvi per abbracciarlo
dai prati sorgevi per salutarlo
dai fiumi nasceva il tuo amore puro.

Dimentica;
è difficile dimenticare;
corri pei boschi
sali sulla montagna
tocca col tuo sorriso il cielo azzurro
tuffa nel mare le tue braccia
smisurate d’amore.

14 marzo 1966

HO VOGLIA DI SORRIDERE

Ho voglia di sorridere
quando mi levo al mattino
e il sole è già alto;
il passero viene al davanzale
e mi saluta.
Dalla mia finestra
m’inchino alla ridente Primavera,
con lei gioca il mio bambino
là nella pineta,
e mi pare di vederla la Stagione
che lo accarezza,
lo guida tra le margherite,
sull’erba ancora bagnata di rugiada.
Ed io ricordo la mia età di allora
quand’ero soltanto felice!
Coi compagni correvo le strade
antiche della mia città,
le sere già calde.
Dove sono quegli anni?
In quale parte dell’universo
sono nascosti quei giorni?
Insegnami la strada
ed io vi andrò.
Ho voglia di sorridere
quando nutro la speranza
di riessere bambino
o di accogliere quel tempo
qui nel palmo della mano,
riempirlo di baci e di carezze.
Oh, come vorrei spiare il mio destino
in quei lontani occhi di ragazzo,
scoprire se sono diventato quello che dovevo
o ho tradito la speranza!
Ho voglia di sorridere
mentre crescono i miei figli
ed io non ho più tempo
ancora.
Affrettami l’incontro,
rivelami il luogo,
anche se oltre quel cielo,
dove custodisci le cose mirabili
che sento nel cuore.
Sulle rive del Serchio,
ricordo,
correvamo felici,
il sole cocente,
e noi nell’acqua si rideva,
toccavamo il fondo inebriati.
Ho voglia di sorridere
quando apro la finestra
e vedo il giorno luminoso.
Là nella pineta
mio figlio gioca con la Primavera
ed io lo penso qui al posto mio
fra molti anni
a ricercare l’immagine ch’io vedo
e che oggi mi fa contento.

2 aprile 1988

HO SEMPRE PENSATO

Ho sempre pensato che fosse amore
quello che sento per te,
anche quel giorno che mi gridasti
di andarmene via
e la mia fantasia
ti tenne stretta a me.
Ti immaginavo per quella foresta,
ricordi?
che abbiamo sognato insieme
molte volte
e là ci dicevamo
le parole impossibili,
così dolci,
così leggere,
che non si trovano qui da noi
e tu mi capivi
ed io ti sentivo parlare
nel silenzio.
Su noi scendeva l’odore
delle foglie bagnate
e tu correvi via
perché t’inseguissi.
Ricordi?
Non ti raggiungevo mai
e tu dovevi aspettarmi
sebbene fossi leggero e veloce.
Pensavamo ai nostri figli,
di averli non qui sulla Terra
dove c’è rumore,
ma lassù nel bosco,
dove l’usignolo
li avrebbe addormentati
per noi
e divenuti grandi
nulla del nostro mondo
quaggiù
avrebbero saputo.
Ho sempre pensato che fosse amore
quello che sento per te,
anche quando mi gridasti
che ti facevo soffrire
ed io sapevo
ch’era solo un istante
della mia debolezza.
Ricordi?
le volte che ci siamo amati,
tenuti per mano in silenzio
su quel sentiero
così lontano da qui
ma che solo noi
possiamo trovare nel cuore.
Oh, non c’è dolore
che possa farti dimenticare,
nulla può cambiare
ciò che sarà sempre tra noi.
Ricordi?
Ridevi
e mentre correvi
ti voltavi a guardare
ed io non sapevo raggiungerti
sebbene fossi leggero e veloce.
Quella tua allegria
la porto con me
ormai per sempre;
sei la mia vita,
gli occhi, il sorriso,
l’anima mia.
Lo sento qui dentro
e porto il tuo volto
impresso nel mio,
le tue parole sulla mia bocca.
Ricordi?
C’è una foresta lassù
dove viviamo solo noi;
in ogni ora, in ogni istante
siamo sempre insieme.

9 aprile 1988


Letto 346 volte.


Nessun commento

No comments yet.

RSS feed for comments on this post.

Sorry, the comment form is closed at this time.

A chi dovesse inviarmi propri libri, non ne assicuro la lettura e la recensione, anche per mancanza di tempo. Così pure vi prego di non invitarmi a convegni o presentazioni di libri. Ho problemi di sordità. Chiedo scusa.
Bart