LETTERATURA: Simbiosi29 Marzo 2008 racconto di Stelvio Mestrovich mi trovo alla stazione ferroviaria di Brno l’antica Bruenn capitale della Moravia ci sono ancora le scritte in tre lingue nell’ordine in ceco in russo e in tedesco mi piace vedere le stazioni delle città che visito ognuna di esse racchiude una storia tangibile popolare e fluida spesso più interessante di quella del duomo o del castello qui il movimento è plurietnico tutto si confonde all’interno di una pregevole struttura architettonica ricca di acuti artistici senza scendere nei particolari appare chiaro che la città ha avuto i suoi momenti di gloria e la stazione come accennavo prima è un significativo biglietto da visita per il turista attento cammino sulla banchina vicino al primo binario non molto lontano da me se ne sta un soldato dell’ armata rossa è in servizio e incute rispetto mi fermo a debita distanza per fumare una sigaretta ma invano cerco i fiammiferi li ho dimenticati da qualche parte lui allora che mi aveva già notato si avvicina e tira fuori l’accendino mi chino un poco con la sigaretta tra le labbra poi lo osservo ha gli zigomi pronunciati e gli occhi di mora acerba capelli a spazzola biondi la bocca dura priva di espressione un guizzo come di simpatia nei miei confronti balza in quelle pupille lontane acerbe gli dico grazie quindi dekuji in lingua ceca lui abbozza un sorriso dopodiché torna al suo posto un treno intanto si è fermato sul terzo binario vi scendono per lo più studenti e coppie di anziani i macchinisti salutano e parlano con il capostazione un merci transita sul primo e mi toglie la visuale e il soldato che fa? Apparentemente è lì buono che osserva in realtà e io lo so passa al setaccio ogni persona che entra e che esce dalla stazione è il suo compito che gli piaccia o meno e a me prende la voglia di entrare nella sala movimenti la porta è chiusa si potrà vederla o sarà proibito? sento che la mia indecisione è controllata qualcuno lui ! sta sorvegliando le mie mosse allora mi giro e gli punto gli occhi addosso posso? gli chiedo con una mimica infantile il soldato si volta dall’altra parte è la sua maniera di dirmi di sì ma non faccio in tempo a bussare che mi blocca con la mano sul battente della porta un urlìo concitato proveniente dalla biglietteria invade la stazione lui il ragazzo dagli occhi di mora acerba sta in guardia come presagisse qualcosa di poco buono libera la pistola dalla fondina un’ombra mi passa davanti dietro di lei voci che intimano l’alt il soldato è in ginocchio e prende la mira quell’ombra quel guizzo non si ferma poi uno sparo e un altro ancora il fuggiasco cade esanime sotto uno degli orologi della nadrazi della stazione accorro per primo a vedere ma il soldato mi respinge brutalmente il morto è un ragazzino uno zingaro massimo diciassettenne un ladro dicono aveva rubato una catenina d’oro qualcosa di giallo esce dal pugno della mano sinistra il corpo del reato tremo mi agito è forse un sogno? un brutto sogno? guardo altrove in alto il cielo è grigio classico dei sogni mi perdo nel lembo incolore ignoro per quanto tempo sento caldo abbasso lo sguardo e mi trovo alla stazione ma in un’altra stazione una vecchia locomotiva sbuffante sta arrivando sull’unico binario su un legno leggo il nome del posto Buffalo City mi è vicino un tenente dell’Unione rigido ed elegantissimo pure lui i capelli a spazzola biondi sta fumando un sigaro si è accorto della mia presenza ma continua a osservare un punto lontano oltre la palla arancione del sole dal treno scendono facce da film western io mi appoggio a uno steccato il contatto è reale che mi succede? poi alcuni spari stanno inseguendo qualcuno dal polverone esce una sagoma che corre è un fulmine si fa largo tra la gente attraversa l’unico binario a pochi passa dalla locomotiva che rantola ancora il tenentino sgrana i suoi occhi di mora acerba senza dire nulla a nessuno impugna il revolver e prende la mira seguono due colpi il fuggiasco alza le mani prima di cadere in avanti quando trascinano il cadavere davanti la sala d’aspetto mi accorgo che è un giovane indiano è un ladro ripetono ha rubato una catenina d’oro ha avuto ciò che si meritava c’è chi si complimenta col tenente dell’Unione che ha gettato via il sigaro ma che continua a guardare oltre la palla di fuoco del sole la stazione è un po’ l’anima della Storia è la storia il nostro destino che si ripete a pensarci bene mi scuoto ho avuto un capogiro? dove sono? perché tutti mi osservano in curiositi? no non è stato tutto un sogno a Brno c’ero veramente il quattro maggio dell’anno che non dico. Letto 1852 volte. Nessun commentoNo comments yet. RSS feed for comments on this post. Sorry, the comment form is closed at this time. | ![]() | ||||||||||