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Rivista d'arte Parliamone
La scampanata, il romanzo di Bartolomeo Di Monaco trasformato in testo teatrale, qui per chi volesse rappresentarlo.

LETTERATURA: Simbiosi

29 Marzo 2008

racconto di Stelvio Mestrovich

[Alcune pubblicazioni di Stelvio Mestrovich: “Appunti di archeologia musicale”, Pagnini, 2002, “Il caso Palinuro”, Pagnini, 2003, “Venezia rosso sangue”, Flaccovio, 2004, “Delitto in casa Goldoni”, Carabba, 2007]

mi trovo   alla stazione ferroviaria   di Brno   l’antica Bruenn   capitale della Moravia   ci sono ancora   le scritte   in tre lingue   nell’ordine in ceco in russo e in tedesco   mi piace vedere le stazioni delle città   che visito   ognuna di esse   racchiude   una storia tangibile   popolare e fluida   spesso più interessante di quella del duomo   o   del castello

qui il movimento è plurietnico   tutto si confonde   all’interno di una pregevole struttura architettonica   ricca di acuti artistici   senza scendere   nei particolari   appare chiaro   che la città ha avuto   i suoi momenti di gloria   e la stazione   come accennavo prima   è un significativo   biglietto da visita   per il turista attento

cammino sulla banchina   vicino al primo binario   non molto lontano da me   se ne sta   un soldato dell’ armata rossa   è in servizio   e incute rispetto   mi fermo a debita distanza   per fumare una sigaretta   ma invano   cerco i fiammiferi   li ho dimenticati   da qualche parte

lui allora che mi aveva già notato   si avvicina e tira fuori l’accendino   mi chino un poco   con la sigaretta tra le labbra   poi lo osservo   ha gli zigomi   pronunciati   e gli occhi di mora acerba   capelli a spazzola   biondi     la bocca dura priva di espressione un guizzo come di simpatia nei miei confronti   balza   in quelle pupille lontane   acerbe   gli dico   grazie   quindi   dekuji   in lingua ceca   lui abbozza un sorriso   dopodiché torna al suo posto

un treno intanto si è fermato sul terzo binario   vi scendono per lo più   studenti e coppie di anziani     i macchinisti salutano e parlano con il capostazione   un merci transita sul primo e mi toglie la visuale   e il soldato che fa?   Apparentemente è lì buono   che osserva   in realtà   e io lo so   passa al setaccio ogni persona che entra e che esce dalla stazione   è il suo compito   che gli piaccia o meno

e a me prende la voglia di entrare nella sala movimenti   la porta è chiusa   si potrà vederla o sarà proibito?   sento che la mia indecisione è controllata   qualcuno lui ! sta sorvegliando   le mie mosse   allora mi giro e gli punto gli occhi addosso   posso?   gli chiedo con una mimica infantile   il soldato si volta dall’altra parte   è la sua maniera di dirmi di sì   ma non faccio in tempo a bussare che   mi blocca con la mano sul battente   della porta   un urlìo   concitato   proveniente dalla biglietteria   invade la stazione   lui  il ragazzo dagli occhi di mora acerba   sta in guardia   come presagisse qualcosa di poco buono   libera la pistola dalla fondina

un’ombra mi passa davanti   dietro di lei   voci   che intimano l’alt   il soldato è in ginocchio   e prende la mira   quell’ombra   quel guizzo   non si ferma   poi uno sparo   e un altro ancora   il fuggiasco   cade esanime   sotto uno degli orologi   della nadrazi della stazione   accorro per primo   a vedere   ma il soldato mi respinge   brutalmente   il morto è un ragazzino   uno zingaro   massimo diciassettenne   un ladro dicono   aveva rubato   una catenina d’oro   qualcosa di giallo   esce dal pugno   della mano sinistra   il corpo del reato

tremo   mi agito   è forse un sogno?   un brutto sogno?   guardo altrove   in alto   il cielo è grigio   classico dei sogni   mi perdo nel lembo incolore   ignoro per quanto tempo   sento caldo   abbasso lo sguardo   e mi trovo   alla stazione   ma in un’altra stazione   una vecchia locomotiva   sbuffante   sta arrivando   sull’unico binario   su un legno   leggo il nome del posto   Buffalo City   mi è vicino un tenente dell’Unione   rigido ed elegantissimo   pure lui i capelli a spazzola   biondi     sta fumando un sigaro si è accorto della mia presenza   ma continua a osservare   un punto lontano   oltre la palla arancione del sole

dal treno scendono facce da film western   io mi appoggio   a uno steccato   il contatto è reale   che mi succede?   poi     alcuni spari   stanno inseguendo qualcuno   dal polverone esce una sagoma che corre   è un fulmine   si fa largo tra la gente   attraversa l’unico binario   a pochi passa dalla locomotiva   che rantola ancora   il tenentino sgrana i suoi occhi   di mora acerba   senza dire nulla a nessuno   impugna il revolver   e prende la mira   seguono due colpi   il fuggiasco alza le mani   prima di cadere   in avanti   quando trascinano il cadavere   davanti la sala d’aspetto   mi

accorgo che è un giovane indiano   è un ladro   ripetono   ha rubato una catenina d’oro   ha avuto ciò che si meritava   c’è chi si complimenta   col tenente dell’Unione   che ha gettato via il sigaro   ma che continua a guardare oltre la palla di fuoco del sole  

la stazione è un po’ l’anima della Storia   è la storia il nostro destino   che si ripete   a pensarci bene     mi scuoto   ho avuto un capogiro?   dove sono?   perché   tutti mi osservano   in   curiositi?

no     non è stato tutto un sogno   a Brno c’ero veramente   il quattro maggio dell’anno che non dico.


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A chi dovesse inviarmi propri libri, non ne assicuro la lettura e la recensione, anche per mancanza di tempo. Così pure vi prego di non invitarmi a convegni o presentazioni di libri. Ho problemi di sordità. Chiedo scusa.
Bart