LIBRI IN USCITA: Meridiano Zero
5 Marzo 2009
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LE NOVITA’
– Euro 13,50
“UN COMMISSARIO MAIGRET FINLANDESE”
Mikael e’ poco piu’ che un bambino, ma una rabbia senza nome ha eroso la sua infanzia. Leo nasconde gli occhi sotto un cappello da becchino, e il corpo ossuto in un giubbotto di cuoio. In una nottata alcolica, sotto le luci anonime e sintetiche di un centro commerciale, Leo e Mikael uccidono un uomo picchiandolo con inaudita violenza.
Legati dall’enormita’ del loro atto, mentre incalza rapidamente il momento di pagare per quel crimine, scelgono una fuga irrazionale, nell’indifferenza di Helsinki, stolida e glaciale.
Il piccolo Mikael e’ il figlio di un poliziotto. Forse con un’altra madre, lontano dalla violenza di suo padre, avrebbe potuto essere diverso. Forse non si sarebbe mai perduto. Ma chi puo’ dirlo? E’ questa la cosa piu’ atroce per Timo Harjunpää, l’ispettore sulle tracce dei giovani assassini: lo spreco insensato di una vita buttata via al suo inizio.
Arriva dalla Finlandia questo romanzo – quasi un romanzo di formazione criminale – capace di uno sguardo intimo e ravvicinato. Joensuu sembra rifiutarsi di indicare vittime e carnefici, affrescando un quadro in cui i confini morali sono necessariamente incerti, sfumati, come le ombre di un pallido sole di mezzanotte, come il confine tra l’infanzia e l’eta’ in cui un individuo puo’ dirsi colpevole.
(recensioni HARJUNPAA E IL FIGLIO DEL POLIZIOTTO)
Christopher Brookmyre – – Euro 17,50
Scusate il disturbo e’ puro romanzo d’azione, irresistibile e spettacolare. Gli ex compagni del liceo St. Michael sono stati invitati a una festa che gia’ sulla carta ha qualcosa di folle. Gavin Hutchison, l’adolescente socialmente invisibile di cui nessuno ha un ricordo preciso, ha realizzato un lussuosissimo stabilimento turistico su un’enorme piattaforma petrolifera nel mare del Nord, e vuole inagurarlo in grande stile, sfoggiando il suo trionfo con i vecchi compagni di scuola.
Ma la festa di Gavin naufraghera’ in un completo disastro, trasformandosi in un’orgia di fuoco e sangue. Un gruppo di terroristi armati fino ai denti irrompe sulla scena e da li’ in poi ridurra’ il gelido mare a una trappola infernale, un set claustrofobico ispirato a Die Hard.
Inseguimenti nei condotti di areazione, esplosioni, raffiche di mitra, e seghe elettriche usate come armi spettacolari. In ventiquattro ore di inferno si concentreranno tutti gli ingredienti del primo grande cinema d’azione, eccessivo, divertente, adrenalinico.
Tra i protagonisti di uno spazio mangiato un pezzo alla volta da lame e pallottole ci sono Matt Black – un attore nauseato dallo star system e irresistibile nelle vesti di un ‘Bruce Willis per caso’ – un ex galeotto, e una vecchia insegnante di lettere patita del cinema d’azione.
In Scusate il disturbo Brookmyre sfodera gli artigli, alternando sequenze al cardiopalma e improvvisi cambi di ritmo, in un montaggio ipercinetico e imbevuto di parossismo visivo. Gli effetti speciali della sua scrittura mozzano letteralmente il fiato, i dialoghi sempre sostenuti da una carica corrosiva e dissacrante strappano al lettore autentiche risate.
(recensioni SCUSATE IL DISTURBO)
– Euro 9,00
Una scrittura inedita, intensa, travolgente come un fiume in piena, che riscopre tutta la potenza selvaggia e arcaica della parola, la volutta’ di una musica di anarchica bellezza. Una parola che sorge per dare voce a una terra di diseredati, vagabondi, sognatori; il mondo di tutti i dannati che non si sono piegati all’ordine poliziesco dell’epoca moderna.
Una voce che si fa epos, che si fa narrazione rocambolesca e quasi mitologica, per raccontare le gesta leggendarie di un manipolo di eroi ribelli e squattrinati, di sbruffoni amanti delle donne e del Barbera, che con i loro corpi e le loro piccole vite hanno tenuto in scacco per anni il potere di due nazioni.
Luigi Balocchi fa rivivere la violenza dell’amore, la dolcezza della battaglia e della morte, la magia della natura, di notti e nebbie vissute all’addiaccio, nella storia del bandito Sante, che tra le due guerre si fece beffe dei regi, della polizia fascista e della Surete’ francese.
La diserzione dall’esercito, i primi assalti ai treni, l’entrata in contatto con il movimento anarchico, l’amicizia con il ciclista Girardengo; e poi i giorni bui degli omicidi, della clandestinita’ sempre piu’ braccata, della fuga in Francia.
L’esistenza di un idealista libertario, di un uomo di straripante vitalita’, che si fece bandito per regalare un sogno di rivalsa ai diseredati della sua terra.
(recensioni IL DIAVOLO CUSTODE)
LE RECENSIONI
Hugues Pagan – IN FONDO ALLA NOTTE
– Euro 13,50
olivero.blogautore.repubblica.it, 9.2.09
Eroi pochi, anzi uno solo e male in arnese. Ex poliziotto, come l’autore che se l’e’ inventato. Ora giornalista e cosi’ si mettono insieme due categorie che vanno bene per tutto. Sigarette, vecchi amori alla Bogart e nuovi amori senza futuro. Vecchi rimorsi e conti da saldare. Vecchi amici che tornano per dare un consiglio e altri che tornano per portare guai. Killer e mandanti. Una macchina che ha un nome da diva, Dizzie Mae. Una Ford, non una V6, nossignore, una Ford V8.
Luoghi comuni, linguaggio alla Marlowe, stereotipi da vecchio noir. E allora vediamone un po’ di questi luoghi comuni che ci piacciono tanto, anche se sono barocchi, soprattutto se vengono usati con un fondo di amara ironia. “Conoscevo a menadito tutta la filmografia di Walsh e di Houston, i componenti delle orchestre che avevano imperversato al Cotton Club, nonche’ quelli di tutte le formazioni di Duke Ellington e di Stan Kenton. E il pedigree completo di un centinaio di elementi schedati nell’archivio della malavita organizzata”. “Di sfuggita, lo specchio del bar riflette’ la nostra immagine. Io avevo un’aria fosca e sfinita, ma non lo facevo apposta a sembrare un duro appena uscito da un libro di W.R. Burnett e lei di certo non si sforzava di assomigliare alla ragazza della pubblicita’ della Coca Cola”. “C’erano giornate – no annate – in cui sarebbe stato meglio restarsene a letto”. “Avevo troppa paura. A dire il vero, ne avevo sempre avuta, la vita mi aveva programmato a temere sempre il peggio e la via era ormai segnata”.
Bentornati nel mondo di Hugues Pagan, pied noir, ex flic, filosofo, scrittore di storie polar, eterno arrabbiato che usa il noir per quello che serve: parlare male, il peggio possibile di quello che gli uomini riescono a farsi senza imparare nulla. Sembra di leggere di Sam Spade, ma Pagan stesso sembra sentire e rispondere a un certo punto: “Mister Archer… Spade e’ l’altro, quello che vince. Io sono Archer”.
Dario Olivero
(recensioni IN FONDO ALLA NOTTE)
Angelo Petrella – NAPOLI NERA
– Euro 7,00
“NAPOLI NERA” comprende i romanzi “CANE RABBIOSO” e “NAZI PARADISE” di Angelo Petrella
Liberazione
Letteratura del male nel Made In Italy contemporaneo
Allo scader della stagione invernale, il “Made in Italy” letterario sembra avere una nuova fioritura. Ma la nostra primavera e’ feroce e i suoi sono fiori del male. Botanico dei lati oscuri e’ Angelo Petrella, penna esordiente che penetra nel sistema fognario della psiche umana sondandone gli angoli piu nauseanti, lerci e infetti. Tale sistema e’ l’architettura basica sulla quale si sviluppa il suo romanzo intitolato “Cane Rabbioso”, edito dalla casa editrice Meridiano Zero. Quale migliore ambientazione di partenza se non un porto, nello specifico quello di Napoli, dove iniziano ad intrecciarsi elementi come una partita di droga, una vendetta, un omicidio di troppo e un uomo corrotto, crudele, spietato che si e’ venduto. Che non ha piu’ nessun codice d’onore. Nessuna forma di umanita’. E’ questo il soggetto narrante, una sorta di “cattivo tenente” in versione partenopea che non esita ad uccidere e a commettere le azioni piu’ spregevoli per continuare a sopportare la sua vita.
Ma a Napoli qualcuno ha deciso di toglierselo di torno. Qualcuno sta cercando di incastrarlo. Qualcuno che ha scoperto le collusioni tra vari corpi dello Stato per il controllo del potere pretendendo la sua fetta. Restano ventiquattr’ore per sistemare tutto. Lo stesso arco di tempo con il quale si sbrana il libro, che va aggredito con ferocia come in un combattimento di pitbull. Ed e’ la ferocia a farsi vettore della retorica, veloce, cocainomane, extrasistolica, paranoide. Un romanzo in cui la critica che sottende e’ quella sulla condizione umana, sul senso del male come unico scenario di riferimento. Homo homini lupus. Un urlo che strappa ogni patinatura e che ben si intreccia ai grandi maestri del male letterario.
“Cane rabbioso” e’ un romanzo che, piu’ che farsi leggere, sfida la mente umana sbranando i suoi paesaggi piu oscuri.
Francesco Macarone Palmieri
(recensioni Petrella)
Carl Hiaasen – CROCODILE ROCK
– Euro 17,50
www.lettera.com, 8.1.09
“Crocodile Rock”: Rock’n’Roll Is Dead, l’ultimo “coccodrillo” di Carl Hiaasen
Scrivere necrologi tutti i santi giorni forse non e’ il punto piu’ basso del giornalismo, ma non e’ nemmeno l’occasione per dare una svolta positiva alla carriera. Un eufemismo per dire che e’ un vicolo chiuso, se non proprio un capolinea: Jack Tagger, il protagonista di Crocodile Rock, ci e’ arrivato perche’ da buon perdente e’ innamorato della verita’, una rarita’ che e’ molto scomoda in quello “squallido gioco di interessi che non ha nulla a che fare con l’onesta pratica del giornalismo”. Le sue parole, del tutto condivisibili, dipingono bene il paesaggio umano che lo ricorda e che lo insegue perche’ il caso vuole che debba scrivere il “coccodrillo” (come in gergo sono sempre stati chiamati i necrologi) di Jimmy Stoma, cantante e gia’ leader degli Slut Puppies (un gruppo che all’apparenza ricorda i Red Hot Chili Peppers). Da li’, Carl Hiaasen imbastisce un noir frizzante e colorito, con molte sfumature (a tratti persino nella cronaca rosa), non ultima una pungente ironia di fondo e con una notevole proprieta’ dei linguaggi del pop e del rock ‘n’ roll. La fine tragica di una rock ‘n’ roll star, da cui si dipana tutta la vicenda, e’ soltanto uno dei cliche’ o dei luoghi comuni dello stardom system che Carl Hiaasen assembla, da vero e competente esperto: c’e’ il previsto e prevedibile comeback di Jimmy Stoma (impedito poi dagli eventi) e il relativo lost album, la canzone magica (ovvero il futuro hit) e molto altro ancora, a dimostrazione di una dimestichezza con un vocabolario che solo in apparenza e’ superficiale, perche’ se non altro bisogna saper distinguere tra Black Crowes e Counting Crows. Un gergo e un mondo che Jack Tagger deve imparare a riconoscere nel confronto con Cleo Rio, la moglie Jimmy Stoma (la cui personalita’ coincide in gran parte con quella di Courtney Love, giusto per rimarcare certe coincidenze) con cui si trova a battagliare fin dalla primissima gestione del necrologio. Attorno a lui un nugolo di personaggi femminili che sembrano fatti apposta per tenerlo sempre sulla corda: una rete di donne che bilancia il primato cinico e spietato di Cleo Rio e che aiuta Jack Tagger a sciogliere l’ingarbugliato enigma della scomparsa di Jimmy Stoma e a ritrovare quelle due o tre cose che servono veramente nella vita e che ne’ la fama ne’ l’ambizione possono supplire. Da leggere senza esitazioni, con il sorriso sulle labbra e un disco di Warren Zevon come colonna sonora.
Marco Denti
(recensioni CROCODILE ROCK)
Derek Raymond – E MORI’ A OCCHI APERTI
– 8,00 Euro (tascabile)
www.fragmenta. it, 17.1.09
Lo scrittore morto e l’investigatore senza nome
“E mori’ a occhi aperti”, primo romanzo della serie della Factory, e’ un noir dove gli aspetti polizieschi finiscono sullo sfondo. Si tratta della storia di uno poliziotto senza nome, uno sbirro di serie B che si occupa di casi che non interessano all’opinione pubblica e quindi non permettono di ottenere promozioni. Il sergente, nonostante le comprovate capacita’ professionali, non otterra’ mai una promozione. Il sergente ha altri obiettivi: la giustizia e la verita’. Una specie di eroe romantico impegnato in una sfida titanica, un po’ alla Philp Marlowe. Un giusto in un mondo di bugiardi e opportunisti. Si lascia coinvolgere emotivamente nell’omicidio di una specie di colto ubriacone, uno scrittore fallito. Un morto che parla grazie a dei nastri che ha registrato. Il poliziotto rivede la sua vita, il mondo dove vive con gli occhi cinici e spietati dello scrittore. La ricerca del senso delle cose e’ piu importante della caccia agli assassini. La scrittura e’ un mezzo per squarciare il buio: “La mia sofferenza non deriva dall’autocompatimento, ma dallo sfidare l’assoluto. Il travaglio cui lo scrittore si sottopone sta nello snidare l’esistenza e poi, messi reciprocamente a nudo, nel combatterla fino in fondo.” Raggiungere la consapevolezza e’ pericoloso puo condurre alla morte o quanto meno all’esculsione dalla societa’.
Ma, appunto, “si muore con gli occhi aperti”.
Il romanzo procede per brevi scene, ogni tanto i tempi si accavallano, spesso dettagli vengono omessi. Come si diceva, il suo forte non e’ certo l’indagine ad orologeria. Perche’ la vita non e’ un puzzle: e’ una serie di eventi dove i collegamenti sono labili e le prove da tribunale, la pistola fumante, spesso non esistono. Eppure la verita’ c’e’ anche se non la si puo provare, per uscire da questo enigma e’ necessario mettere in gioco la propria vita.
Stefano Cafaggi
(recensioni E MORI’ A OCCHI APERTI)
L.R. Carrino – ACQUA STORTA
– Euro 10,00
L.R. Carrino – ACQUA STORTA/LA VERSIONE DELL’ACQUA
– Euro 18,00
www.napoligaypress.i, 21.12.08
“Acqua Storta”, edito da Meridiano Zero, e’ sicuramente uno dei casi letterari dell’anno: scritto da Luigi Romolo Carrino narra la storia d’amore tra un camorrista ed un suo sottoposto.
Ha affascinato migliaia di lettori tanto da diventare un recital e presto anche uno spettacolo teatrale ed un film.
Corriere del Mezzogiorno, 12.2.09
Ketty, una trans capeggiava gli Scissionisti
In manette Ugo Gabriele, elemento di spicco del clan camorristico di Scampia dedito al traffico di droga
NAPOLI – Una transessuale capeggiava una delle falangi del clan camorristico degli scissionisti di Scampia. Un fatto che suona assolutamente inedito per la criminalita’ organizzata, non solo napoletana.
L’arresto di Ketty segna anche una cesura culturale rispetto al passato, remoto e recente. La camorra, “‘o sistema”, maschilista e machista, ha infatti sempre rifiutato con sdegno qualunque associazione con la “diversita’” sessuale. Rifiuto tanto ostentato che ha fatto particolare scalpore il libro Acqua Storta di Luigi Romolo Carrino, romanzo edito da Meridiano zero in cui l’autore descrive l’amore omosessuale tra un camorrista e un suo sottoposto, il cassiere del clan. Carrino spiega: “All’interno del circuito camorristico puo anche essere tollerata una storia omosessuale fatta solo di sesso, ma praticata, come dire, discretamente. Mai invece potrebbe invece essere perdonata una relazione affettiva, l’innamoramento: se viene fuori non c’e’ modo di sopravvivere, si viene eliminati”. Di “Acqua Storta” sono stati venduti i diritti cinematografici per una piccola casa di produzione. E in questi giorni, ricorda Carrino, “sto adattando una versione per il teatro. Certo – aggiunge – ancora una volta, con la storia del transessuale scissionista, la realta’ dimostra di poter superare la fantasia in ogni istante”.
(recensioni ACQUA STORTA/LA VERSIONE DELL’ACQUA)
Matteo Strukul – IL CAVALIERE ELETTRICO
– Euro 15,00
Il piccolo di Trieste, 15.12.08
Fabrizio De Andre’, PFM e Massimo Bubola
…”Dall’altra parte del vento” (Eccher/Edel), firmato da quel Massimo Bubola che con De Andre’ ha scritto alcune delle canzoni piu’ belle del repertorio di Faber: da “Rimini” (’77) a “Volta la carta”, da “Andrea” a “Fiume Sand Creek”, da “Don Raffae'” (’90) a “Hotel Supramonte”…
Il titolo e’ dato dalla canzone (inedita) scritta dal veronese Bubola, che immagina un incontro in un bar con De Andre’. L’altro brano che non fa parte della produzione a quattro mani fra i due artisti e’ “Invincibili”, scritto invece col figlio di Fabrizio, Cristiano. L’intento sembra essere quello di un omaggio sincero, riportando i brani alla loro ispirazione e dimensione originaria, dunque acustica.
Da segnalare infine che a Bubola – l’artista con cui De Andre’ ha collaborato piu’ a lungo: tredici anni, nei quali furono scritte ventuno canzoni – ha recentemente dedicato un bel libro il giornalista padovano Matteo Strukul: “Il cavaliere elettrico”, sottotitolo “Viaggio romantico nella musica di Massimo Bubola” (edizioni Meridiano Zero). Una lunga intervista che diventa un ritratto completo di un artista che forse, nonostante la lunga carriera (19 album, trecento canzoni, chissa’ quanti concerti), non ha avuto quel che meritava.
Carlo Muscatello
La difesa del popolo, 14.12.08
Matteo Strukul: dialogo con il cantautore veronese Massimo Bubola
“Il cavaliere elettrico, viaggio romantico nella musica di Massimo Bubola” esce per la casa editrice padovana Meridiano Zero. L’autore e’ Matteo Strukul, giornalista e critico musicale de il Mattino di Padova, che ha svolto un certosino lavoro di studio di tutta la produzione del cantautore veronese, poi approfondendone le radici con numerosi incontri e interviste con lo stesso autore.
Ne e’ uscito un volume davvero completo, dove le due voci, dello scrittore e del cantautore, si snodano lungo tutta la presentazione della discografia di Bubola, da quell’esordio che tanto colpi’ De Andre’ da volerlo al suo fianco come coautore di due album, fino ai suoi dischi dei giorni nostri.
Pagine che danno il giusto riconoscimento a un cantautore che ha saputo come pochi altri sposare la forma del rock a una capacita’ di scrittura fuori dal comune. Di tutte le canzoni piu’ importanti l’intervistato racconta la genesi, in un piacevole dialogo che porta spesso a intrecciare i versi di questo cantastorie a letteratura, storia e tradizione. Un volume che riesce a far venire voglia di ascoltare con profonda attenzione l’opera omnia del piu’ celebre cantautore veneto.
Sandro Sartori
(recensioni IL CAVALIERE ELETTRICO)
– Euro 13,00
www.mangialibri. com, 27.10.08
Una minuscola isola in mezzo al Tirreno, una piccola donna capace di guarire. Vincenzina, per tutti Zina, nel 1942 conosce a Ventotene, localita’ che il regime usava come confino per gli oppositori, un venticinquenne ribelle di nome Pacifico. Un amore brevissimo ed intenso dal quale nasce una figlia che non conoscera’ mai il padre, e scoprira’ molti anni dopo la storia dei genitori attraverso tredici appassionate lettere. Zina e’ bellissima ma e’ anche zoppa; per vivere lavora come governante ma e’ anche una guaritrice che usa bacche, piante e fiori dell’isola come pozioni adatte a debellare i mali piu diversi. Dopo un primo amore sfortunato la guaritrice, inaridita da una vita di sacrifici, trova la passione tra le braccia del gia’ fidanzato Pacifico. Una storia d’amore senza futuro che riemerge dal passato e da modo alla protagonista (la figlia di Zina, che narra in prima persona) di conoscere meglio se stessa e ritrovare un fratello perduto…
Dalla passione (fisica e politica) ma soprattutto dai ricordi non si guarisce mai. L’autrice racconta una storia dove l’amore e’ protagonista: quello fisico e passionale per un uomo, quello viscerale per di una figlia per una madre; e quello profondo e immortale di una madre per i suoi figli. I personaggi, Zina su tutti, non hanno paura di mostrare i propri sentimenti e nella loro naturale semplicita’ sono legati alla terra ed ai suoi ritmi. Un libro dall’atmosfera magica e rarefatta che mischia i diversi piani temporali ed alterna la narrazione ai giorni nostri, che ha come protagonista Siliana e Teo, con efficaci flashback sulla vita di Zina.
(recensioni LA GUARITRICE DI VENTOTENE)
– Euro 14,00
www.nonsololink. com, 18.8.08
Che cosa sfugge? I tradimenti, quello che pensavi di avere in mano e che invece non c’e’ mai stato; una realta’ nella quale vivono migliaia di persone e che non e’ altro che un reality televisivo. Sfugge la malattia che porta in ospedale; la possibilita’ che la donna che credi d’amare ti prenda a botte. Insomma, quello che credevi certo e che non lo e’ mai stato.
Leggo il lavoro di Max Giovagnoli con interesse, nell’intreccio di capitoli che si chiamano con il nome dei protagonisti le cui vite sono disperatamente distanti eppure, forse per questo, cosi’ vicine. Una vita regolare della quale abbiamo bisogno, per il nido per la quiete, ma che ci annoia al punto da diventare avatar, da innamorarsi di una ragazza prigioniera del rachet della prostituzione e che pensa solo a liberarsene pagando il suo “debito” di schiava. Anche lei ci credeva in quella storia, se non ci fosse stata in mezzo una moglie e una figlia; se la moglie non fosse l’amante di un onorevole, colto in flagranza di messaggi e-mail da una dottoressa-moglie che lo aggredisce in una misera e squallida stazione, un giorno qualsiasi, di una vita insulsa.
Siamo davvero cosi’? Davvero, e per l’ennesima volta, la realta’ batte la stessa fiction che il regista disperato osserva impotente con gli occhi di figlio che pensa il padre in fin di vita in ospedale? Cos’e’ vero alla fine?
Tutto e niente. Non c’e’ privacy in questo romanzo lento e piatto e per questo drammaticamente ricco di suspence, di aspettativa, di cortocircuiti cerebrali. La scrittura diventa ancora una volta protagonista nelle sue sonorita’ stampate. La creativita’ non e’ altro che nel progresso di caratteri immaginati nella storia che si dipana senza crearsi: e’ gia’ bell’e pronta in tele di vita insignificanti e incongruenti nelle quali chiunque puo identificarsi.
Un buon lavoro, intrigante, lento quel tanto che basta, drammatico nel midollo, cosi’ come e’ ovvio e regolare. Aleggia il fantasma della Casa, di quella realta’ virtuale che diventa virtuosa se osservata sotto la lente della vita borghese apatica, morta, vuota. La fuga in Africa per non perdonare, per dimenticare: il nido era un covo di vipere, l’uomo amato soltanto un impostore. Dimenticare. Andarsene lontano dai propri affetti, dai propri interessi, dal proprio mondo e anche dall’amore vero e profondo (quello per il proprio lavoro) che ha reso credulone, ingenue, ambiziose di una favola gia’ masticata dal lupo cattivo. Un buon romanzo. Da leggere.
Alessia Biasiolo
(recensioni ALL’IMMOBILITA’ QUALCOSA SFUGGE)
I miei anni alla Factory di Andy Warhol – Euro 8,00
www.nonsololink. com, 6.10.08
Scrive una protagonista degli anni in cui Andy Warhol ha creato il culto dei protagonismi. Anni che hanno avuto un’influenza indiscussa sull’arte e la cultura degli Stati Uniti, fatti di film e cortometraggi, di apparizioni devastanti e devastate, di sperimentalismi e, forse, soltanto di vita vissuta.
Il libro che ho appena chiuso e’ stato scritto da Mary Woronov, perfetta conoscitrice di cio che racconta per avere vissuto con Andy e company vita e film come “Chelsea Girls”, “Eating Raoul”, “Rock’n’Roll High School”. Narra di se’ e di altri in modo disinibito, a tratti corrucciato, parlando di sesso e visioni, innamoramenti costruiti sulla carta, o forse sulla propria personalita’ malata, e di amori come quello per Papa Ondine come se fosse tutto assolutamente irreale e, per questo, realmente vero.
Il tragitto e’ semplice e complesso allo stesso tempo, calando il lettore in mezzo a personaggi a dir poco bizzarri nella loro normalita’ di spostati e di traspositori del reale in una dimensione che la realta’, forse, avrebbe diseredato.
L’uso di droghe e’ all’ordine del giorno e di notti che non si riconoscono piu, tra ricordi di una madre distante da se stessa che salva dalle acque impetuose nelle quali, tuttavia, non si puo fare a meno di tuffarsi.
La testimonianza fatta romanzo di un movimento e di un genere di vita che ha segnato il tempo in America, e’ interessante quanto scioccante, capace di nauseare il lettore cosi’ come di tenerlo attaccato alle pagine, tra l’incredulo e il curioso, lo schifato e l’ammirato. Il genio carico di sregolatezza cercata, stavolta, e’ travisamento e enfatizzazione di un reale a dir poco bizzarro ed egocentrico, se non addirittura patologico.
I giochi diventano culto e, a chi piace, viaggio all’incontro con il mito.
Alessia Biasiolo
(recensioni SWIMMING UNDERGROUND)
Letto 4838 volte.
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