LIBRI IN USCITA: MERIDIANOZERO 16/201015 Dicembre 2010 Care lettrici e cari lettori, * * * I NOSTRI CONSIGLI PER NATALE: PER CHI AMA LA MUSICA i titoli imperdibili di quest’anno sono due: PER CHI AMA IL NOIR E IL DIVERTIMENTO non possiamo che condividere il consiglio di Joe R. Lansdale: “Leggete Victor Gischler”. PER CHI CERCA QUALCOSA DI DIVERSO DAL SOLITO vi proponiamo due outsiders della collana ‘Primo parallelo’. LE RECENSIONI _____________________________________ Venerdi’, 10.12.10 La vita e il noir del baronetto vagabondo Scrive: “Detesto Agatha Christie perche’ e’ piatta e ovattata e soprattutto lontanissima dalla realta’ delle cose, nan parla mai dei lati piu’ sporchi. Non c’e’ mai nessuno che vomita per la strada in un romanzo di Agatha Christie”, questo uno dei passaggi “spericolati” che ci portano tra le “Stanze nascoste” di Derek Raymond, considerato da molti il “genio nero” della narrativa poliziesca. www kultunderground org, 24.11.10 “Incubo di Strada”, titolo originale dell’88 di “Nightmare in the Street”, era un’opera inedita dello scrittore giramondo Derek Raymond. Fino a quando, insomma, arriva la padovana Meridiano zero di e con Vicentini. Per fortuna. Che questo nuovo romanzo di Raymond, e ci scusiamo per le mancanze verso le altre opere dell’autore, e’ una goccia che ci scava l’anima. Il dolore offertoci in dono da Derek Raymond e’ il racconto di pagine contrarie alla rassegnazione. Ma soprattutto una lettera d’amore imperdibile per il mondo. Nonostante il quantitativo di violenza misto a strada; il gran quantitativo di violenza. Ci siamo. E ci risiamo. “Incubo di Strada”, definito il testamento di Raymond, e’ la dichiarazione d’appartenenza a un mondo diverso da parte dello scrittore che mai s’e’ fermato. Il ritmo della trama, spuntato dalle solite formule ben congegnate di tanto noir, sorprende per l’accanimento con il quale lo scrittore descrivere la psicologia del protagonista del libro. Il poliziotto Kleber, dunque, sospeso aver rovinato il grugno d’un collega stronzo stronzo, innamoratissimo della sua donna – a scoprire un sentimento che mai aveva provato, deve restituire un favore importante al suo amico del cuore. L’amico che aveva salvato la vita della sua donna ha bisogno d’aiuto. Ma deve fare cadaveri. Kleber accetta. Non senza, pero’, porsi tantissimi dubbi sul concetto stesso di vita e morte, facendo sentire alla sua compagna di vita quanto e’ innamorato di lei: ma il compleanno dell’ex poliziotto, che segue la prova di forza da lui messa nella pistola a servizio dell’amico d’anni e anni, diventa la linea sottile che portera’ nella morte in vita. La bomba a lui destinata ammazza la donna. E comincia, anzi continua, la rappresentazione della terra del rimorso dell’uomo. Le parole di Raymond, semplicissime, scondite da colpi di scena, portano una ventata che sa di tragedia esistenziale. In parole semplici semplici c’e’ tutto il mondo. Il bene e il male. Attraversato dalle strade e i bar – dominati da poliziotti corrotti e menefreghisti quando non in servizio e non solo – che sono la casa d’una parte dell’umanita’ parigina che odia Kleber. La persecuzione dell’uomo e’ la piaga che lo portera’ alla morte? Il rapporto stretto fra il vivo Kleber e il fantasma della sua amatissima moglie e’ il destino che presenta risposte. omardimonopoli blogspot com, 2.12.10 Di Derek Raymond avevamo gia’ parlato. Scrittore di origine britannica vissuto a zonzo per l’intero globo terraqueo inventandosi lavori d’ogni genere (persino lo spacciatore di materiale pornografico), con un pugno di romanzi noir scabri e violentissimi e’ l’artefice di un universo letterario simile ad un ascesso perpetuo: affrontare le pagine di uno qualsiasi dei suoi libri significa affrontare una voragine di cupezza e di dolore, una visione pessimistica che lacera e devasta tanto il lettore quanto i protagonisti delle sue opere. _____________________________________ www mangialibri com, 22.11.10 La nave da crociera extralusso Sun Duchess naviga lenta nei pressi delle acque della Florida. E’ una fredda serata d’aprile quando da uno dei ponti della nave Joey Perrone viene letteralmente fatta precipitare in acqua. “Ho sposato uno stronzo” pensa la donna mentre comincia a nuotare per cercare di salvarsi e guarda l’enorme nave da crociera che – illuminata – si allontana irrimediabilmente portando con se’ ogni speranza di essere soccorsa. E’ stato proprio suo marito – Chaz – a farla cadere in acqua: con una scusa s’e’ chinato, le ha preso le caviglie… e il gioco e’ stato abbastanza semplice. Chaz e’ un biologo, o meglio, e’ uno di quegli inguaribili narcisisti, arrivisti, traffichini e ignoranti, che sono riusciti ad acquistare un PhD e raggiungere una certa forma di rispettabilita’ sociale basata esclusivamente sull’apparenza. A Chaz interessa molto piu’ il golf – unico argomento di cui parlerebbe per ore (oltre al sesso, ovviamente) – che qualunque altra cosa che non gli frutti del denaro. Joey pero’ ha dalla sua l’essere stata campionessa di nuoto per anni e una forma fisica che non l’ha abbandonata. La ritrovera’, priva di coscienza e di indumenti, avvinghiata ad una balla di marijuana che e’ riuscita a farla rimanere a galla, il giorno seguente Mick Stranahan, ex poliziotto, che trascorre una vita isolata su un isolotto a poche miglia dalla costa cercando di avere meno contatti possibili con la terraferma. Mick e’ un duro dal cuore tenero, che e’ sopravvissuto a molti scontri con armi da fuoco e a sei mogli. Tra i due c’e’ subito feeling e ormai l’unico obiettivo di Joey e’ di farla pagare a Chaz, di rendergli la vita impossibile… giallo blog rai it, 19.11.10 Pochi autori americani conoscono bene il sistema di corruzione statunitense come Carl Hiaasen che spesso ha messo nel centro del mirino dei suoi noir questa tematica, non solo nelle sue inchieste giornalistiche apparse sul Miami Herald ma anche in romanzi in cui ha messo al centro temi come lo sviluppo edilizio e i conseguenti danni ambientali. Dai suoi “Striptease” e “Hoot” sono stati tratti due fortunati film (uno per adulti e l’altro per ragazzi) ma la sua fama in Italia e’ legata soprattutto a romanzi come “Alta stagione”, “Aria di tempesta”, “Cane sciolto e “Crocodile rock” che hanno confermato la sua attitudine esplorare “il cuore nero” della sua Florida e hanno mostrato la sua attitudine scanzonata alla narrazione che per certi versi lo avvicina per molti versi a narratori come Elmore Leonard, Donald Westlake e Joe R. Lansdale. E che a Hiaasen venga naturale essere ironico e graffiante lo conferma anche il recente “Una donna di troppo”, una storia che mostra subito il suo lato grottesco fin da quando durante una crociera d’anniversario tutte le persone a bordo di un magnifico yacht devono vedersela con un procione arrabbiato capace di mordere chiunque e di far evacuare la barca. In altri casi qualcuno avrebbe dato direttamente fuoco all’imbarcazione se la proprietaria di questa non fosse l’ambientalista convinta Joey e se quel viaggio non fosse stato organizzato, in realta’, dal marito di lei, lo pseudo biologo Chaz per festeggiare il loro anniversario di matrimonio in una maniera speciale: scaraventare la moglie nel mezzo dell’oceano preda sicura degli squali. E Joey che ex esperta nuotatrice sopravvive all’inaspettato tuffo in mare e riesce ad aggrapparsi al piu’ improbabile dei relitti galleggianti (una balla da trenta chili di marjuana dimenticata dai contrabbandieri) da quel momento avra’ una sola missione: vendicarsi del suo Chaz. A salvarla nel mezzo dell’Atlantico e’ Mick Stranahan, ex sbirro sopravvissuto a sei mogli. E cosi’ Mick e Joey orchestrano un imprevedibile piano per portare Chaz alla follia. E i lettori assistono cosi’ pagina dopo pagina a una storia fatta di “amori, spari, tradimenti e pallottole, sullo sfondo del brillante scenario della Florida, minacciato dai morsi della politica corrotta e dall’avidita’ di capitani d’impresa senza scrupoli”. Se vi piace leggere storie che parlino di “delitti perfetti” e di coppie diaboliche, sicuramente “Una donna di troppo” vi divertira’ e soprattutto vi aiutera’ a vivere in maniera piu’ sospettosa la vostra vita di coppia. (recensioni Una donna di troppo) _____________________________________ jacktempesta splinder com, 14.10.10 Che dire, ci vuole un pirata per scrivere di un pirata. Uno che sappia usare la penna come una chitarra, dando rasoiate sulla carne viva, ferendo, emozionando, divertendo e commuovendo. “Happy – L’incredibile avventura di Keith Richards” e’ tutto questo, 159 pagine vissute pericolosamente in bilico tra idolatria e razionalita’, e pazienza se, come me che di idoli non me ne sono mai fatti, non siete appassionati di biografie. Ma “Happy” non e’ una biografia, e’ un accordo aperto come quelli di Richards, una canzone lunga che non puoi smettere di ascoltare anche se hai fretta, perche’ in quel momento, quella canzone, la devi vivere. Ed “Happy” e’ un libro che va vissuto, pagina dopo pagina, per rendersi conto di come ha vissuto chi quel libro lo ha ispirato. Massimo Del Papa e’ un autore diabolico, la sua scrittura fa il paio con gli scritti di Lester Bangs dei tempi di “Exile” e puo’ piacere anche a chi e’ digiuno di Rolling Stones, per farsi un’idea, una bella idea. A questo punto suggerisco un manuale pratico per un approccio ai Rolling Stones: comprate questo libro, ascoltatevi il cofanetto “The London Years” con tutti i singoli dal 1963 al 1071, e guardatevi “Shine a light” di Scorsese. Anche per voi, dopo, il mondo non sara’ piu’ lo stesso, che amiate o detestiate gli Stones, non potrete fare a meno di considerarli come una parte importante di questo nostro tempo. informazionemetal blogspot com, 21.11.10 Noi appassionati di heavy metal abbiamo due icone per eccellenza, Lemmy dei Motorhead ed Ozzy Osbourne, che sono ormai leggenda non solo per la magnifica musica che c’hanno regalato ma anche perche’, nonostante gli eccessi commessi in una vita ai limiti dell’umana sopportazione che avrebbero portato dritti alla tomba qualsiasi uomo normale, sono dei sopravvissuti che tutt’ora godono di ottima salute. Se cerchiamo un esempio equivalente nel rock in generale, il primo nome che mi viene in mente e’ quello di Keith Richards, l’axeman per eccellenza dei Rolling Stones, un icona rock a livello planetario, che oltre ad averne l’immagine di uno stinco di diavolo, forse tale lo e’ davvero. Perche’ al contrario dei nostri beniamini summenzionati, uno persona di grandissima cultura ed umanita’ (Lemmy), l’altro tenero padre di famiglia che quando e’ lucido non farebbe male ad una mosca, Keith Richards e’ uno che ha ricevuto denunce ed arresti per risse e violenze, e’ stato coinvolto in episodi da retroscena macabri ed inconfessabili, e’ uno che e’ stato capace di dire: “Pace, Amore, queste stronzate non hanno niente a che fare con me. Col cazzo che ci vado, a baciare i piedi al fottuto santone. Ci vada Lennon, che ne ha tanta voglia…”. Penso sia un’affermazione eloquente dell’attitudine di questa vera e propria rockstar da cui Lemmy si e’ anche fatto fornire il nome della clinica statunitense dove andare ad effettuare il lavaggio del sangue. Massimo Del Papa, giornalista per la stampa cartacea, per la televisione, per la radio e per il web, editorialista de Il Mucchio, tenutario di lezioni di giornalismo nelle scuole ed autore di saggi, inchieste e narrativa, in questo libro racconta la storia completa di un fuorilegge salvato dalla musica, la prima di tutte le sue droghe… A cura della casa editrice Meridiano zero, suggeriamo a tutti voi la lettura di questo libro scritto in modo semplice e chiaro ma allo stesso tempo intenso ed avvincente. (recensioni Happy – L’incredibile avventura di Keith Richards) _____________________________________ www scanner it, 3.11.10 Se classico vuol dire scrittore o artista che ha raggiunto i migliori risultati con un opera eccellente, ci rientra anche Il vento del Texas, noir tagliente e profondo a firma del prolifico James Reasoner, con oltre 200 romanzi pubblicati a proprio nome o sotto pseudonimo. Questo romanzo uscito nel 1980 e’ diventato da subito un oggetto di culto, alimentando discussioni e portando questo libro nella cerchia delle opere che con il tempo non hanno perso la loro aurora di fama. Il territorio texano e’ ostile, dove il vento e’ l’elemento che spazza via e cambia le condizioni spaziali dei protagonisti, costruendo una gabbia naturale dove la natura umana muta il proprio percorso emotivo. Il luogo per eccellenza dell’immaginario americano, diventa lo sfondo ideale per scrutare la tragedia dell’esistere, nelle sue sfumature impercettibili che portano delle situazioni di normalita’ ad attimi di follia improvvisa. La struttura del romanzo non e’ di costruire una linea narrativa di mero genere noir, ma entrare dentro gli slittamenti mentali dei personaggi, per farne scaturire le loro profonde fragilita’ e propensione al delitto. Ritrovare Mandy figlia di un ricco uomo d’affari di Fort Worth, e’ una missione per l’investigatore privato Cody, un uomo tutto d’un pezzo che appartiene ad un passato oramai rimosso dal progresso della contemporaneita’. Tra avvenimenti macabri e pestaggi violenti, Cody sprofonda in un indagine altamente pericolosa. Solo la sua speranza per un mondo migliore, non lo condurranno nel vortice del caos, in un incrocio che fonde mito e poetica del quotidiano, come se fosse una ballata aperta al melodramma, per disegnare l’odio, l’amore e la paura che investono non solo i personaggi ma anche il lettore, trasmettendo un’intensita’ umana avvolgente. Alla fine quello che appare e’ un mondo reale, fatto di gente comune, dove l’orrore appare inspiegabilmente e lo stile asciutto di Reasoner ci ripropone con medesimo ardore le nostre debolezze e fragilita’, nella migliore tradizione del romanzo americano. www blackmailmag com, 17.10.10 E’ indubbio che tra i grandi meriti della casa editrice Meridiano Zero ci sia al primo posto il progetto, sviluppato con successo ormai da piu’ di un decennio, di recuperare il meglio della produzione noir internazionale del passato riproponendo (o talora presentandole per la prima volta nella nostra lingua) opere di autori poco o per nulla conosciuti da noi. E’ il caso dei magistrali lavori di Derek Raymond, ma anche de “Il vento del Texas”, romanzo del 1980 dell’americano James Reasoner, oggi nella traduzione di Marco Vicentini che di Meridiano Zero e’ anche il fondatore. (recensioni Il vento del Texas) _____________________________________ www mangialibri com, 29.11.10 Cioe’, quando sei morto tutto ti aspetti tranne che svegliarti a un certo punto – gia’ sotto tre metri di terra in un cimitero di Oxford da un pezzo – sentendo qualcuno fare toc toc sul coperchio della bara. Se poi scopri che lo strano essere che ti sta disseppellendo e’ la Morte in persona, minimo rimani un attimo confuso. Ma e’ una sensazione che passa presto, perche’ Morte ti prende di peso, posa la sua fetida bocca sulla tua e ti alita dentro qualcosa che ti riporta in vita – una specie di vita, ecco (dobbiamo proprio specificare che alcune parti del corpo ormai ce le hai putrefatte? No, dai). E poi ti fa firmare un contratto di lavoro. Ehm, gia’. A quanto pare i Quattro Cavalieri dell’Apocalisse – Guerra, Pestilenza, Carestia e appunto Morte – esistono davvero, e svolgono le loro terribili missioni quotidiane come fossero un normale lavoro d’ufficio. Hanno degli assistenti-zombi che vengono designati mediante una lotteria tra i morti. Ora, il fatto e’ che l’assistente di Guerra, tale Ade, e’ stato ritrovato massacrato in un fosso – perche’ e percome non si sa – e quindi va rimpiazzato alla svelta: tu hai vinto la lotteria. Dici di si’, ci mancherebbe: meglio che stare nella fossa. E inizi il tuo nuovo lavoro: aiutare Morte a far fuori le persone che ha in lista, ogni giorno. Non il massimo del divertimento. Della tua vita passata non ricordi nulla, nemmeno come e’ finita: ma anche quella non deve essere stata molto divertente, quando sei morto avevi solo 28 anni. Mano a mano che i giorni di questa tua nuova strana vita passano, inizi a ricordare il passato, a partire dalla tua infanzia. E piano piano, inizi a farti delle domande. Quello che ti rispondi non sempre ti piace, oh no… _____________________________________ Blow Up, dicembre 2010 Eccolo qui, il noir del 2010. Alla sua seconda traduzione italiana, dopo le ottime premesse de “La gabbia delle scimmie” (sempre tradotto dai tipi di Meridiano zero, due anni fa), Gischler affonda il colpo e mette a segno un romanzo irresistibile che unisce ai temi classici della gangster story un inusuale senso del paradosso, tale da consentirgli piu’ di una deviazione dal percorso, il tutto condito con una cospicua dose di humour nero. (recensioni Anche i poeti uccidono) Letto 2230 volte.  Nessun commentoNo comments yet. RSS feed for comments on this post. Sorry, the comment form is closed at this time. | ![]() | ||||||||||