|  LIBRI IN USCITA: Progedit srl edizioni1 Settembre 2011 Progedit srl Via De Cesare, 15 70122 Bari tel 080/5230627 fax 080/5237648 www.progedit.com info@progedit.com Gentili amici, per il rientro suggeriamo alcuni dei nostri libri di maggior successo dei mesi scorsi. Tutto il catalogo è in rete. Per eventuali ordini, potete acquistare on line, contattarci telefonicamente, via fax o via mail. Grazie per la cortese attenzione Progedit SAGGISTICA STORICA | | Federico Pirro | | | | Uniti per forza 1861-2011 | | Collana: Storia e Memoria | | | | 2011, III ed, pp. 192, € 20.00 ISBN: 978-88-6194-096-3 | | Il libro Quali furono le profonde motivazioni che hanno portato e poi sancito lʼUnità dellʼItalia? E quali furono le reazioni e gli effetti dei provvedimenti sul territorio e sullʼintera popolazione? Di fronte alle odierne minacce scissioniste della Lega e ai molteplici nodi sullʼidentità italiana, emerge la necessità di scandagliare, attraverso una rivisitazione documentata, il processo che, a partire dal 1861, determinò lʼunificazione del mosaico territoriale italiano. Con lʼausilio di una corposa antologia, in questo volume, lʼautore ripercorre il secolo e mezzo trascorso, illuminando personaggi, fatti e luoghi dellʼidentità e rispolverando una ricca ed esaustiva documentazione conservata in armadi con le ante rivolte contro il muro, o troppo frettolosamente riposta negli stessi, come sempre accade, quando vanno preservate comode versioni ufficiali. Una rivisitazione critica di uno squarcio fondamentale della storia del nostro paese che, allo scoccare dei 150 anni serve a tutti, soprattutto ai giovani, per conoscere avvenimenti documentati, indagare e completare ricostruzioni troppo lontane dalle ragioni degli sconfitti. | | L’autore Federico Pirro è stato caposervizio alla “Gazzetta del Mezzogiorno”; dalla fondazione e per molti anni, corrispondente da Bari della “Repubblica”; capo redattore della sede Rai di Bari. Gli è stato assegnato nel 1997 il premio Saint-Vincent di giornalismo per una serie di servizi televisivi sullʼimmigrazione albanese. Impegnato a lungo nel sindacato di categoria, ha ricoperto lʼincarico di vice presidente nazionale della Federazione della Stampa. Fra i libri pubblicati, “Vilipendio di cadavere. La Dc barese nei giorni del dopo Moro” (1981), “Informare o dire la verità?” (2000), “Il generale Nicola Bellomo. Liberò Bari dai tedeschi, venne fucilato dagli inglesi” (2004), “La fame violenta. Lʼeccidio delle sorelle Porro” (2005), “Bari brucia. Trentʼanni di crimini culminati nel rogo del Petruzzelli” (2008). |
| | Federico Imperato | | | | Aldo Moro e la pace nella sicurezza La politica estera del centro-sinistra. 1963-1968 | | Collana: Storia e Memoria | | | | 2011, pp. 248, € 25.00 ISBN: 978-88-6194-007-9 | | Il libro Quale fu il ruolo che svolse Aldo Moro nella politica estera praticata dall’Italia negli anni del centro-sinistra? In questo volume, l’autore, utilizzando in gran parte una documentazione inedita proveniente da diversi archivi italiani e stranieri, ricostruisce la politica estera italiana, analizzando l’azione dei tre governi guidati da Moro che si susseguirono tra la fine del 1963 e la fine della legislatura, nel 1968, soffermandosi in modo particolare proprio sull’operato dello statista pugliese. Moro fu uno dei protagonisti della fase politica del centro-sinistra, ponendosi come attivo mediatore tra le diverse anime della coalizione, in particolare tra l’atlantismo di stampo tradizionale predicato da Saragat e dai settori di destra della DC, e l’approccio più ambizioso e spregiudicato di Fanfani, desideroso di ampliare il raggio d’azione della diplomazia italiana, da una dimensione regionale a una esposizione di ambito mondiale. Aldo Moro maturò una spiccata sensibilità per i problemi internazionali, che sarebbe emersa pienamente tra la fine degli anni Sessanta e la prima metà del decennio successivo, quando, in qualità di ministro degli Esteri, guidò l’azione internazionale dell’Italia in quella fase definita dagli storici della “grande Distensione”. | | L’autore Federico Imperato è dottore di ricerca in Storia delle Relazioni e delle Organizzazioni Internazionali e collabora nell’attività scientifica e didattica dalla cattedra di Storia delle Relazioni Internazionali presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi “Aldo Moro” di Bari. Ha pubblicato diversi saggi sulla politica estera dell’Italia repubblicana. |
MANUALISTICA | | Pierfranco Moliterni | | | | Lessico musicale del Novecento | | Collana: Arti, musica, spettacolo | | | | 2011, pp. 168, € 16.00 ISBN: 978-88-6194-017-8 | | Il libro Che cosa significa oggi parlare di musica classica? E che vuol dire musica “leggera”? Che cosa significa dodecafonia e minimalismo? Qual è l’estetica della musica per film?Cosa e come hanno scritto musica del Novecento Schoenberg e Stravinskij, Nono e Berio, Boulez e Cage? Dai più complessi ai più banali, sono tanti i problemi che pone oggi la fruizione e la comprensione della musica, sia essa una canzone o un’opera lirica, in un tempo dominato da espressioni le più diverse. D’altra parte la musica colta, o meglio sarebbe dire la “musica d’arte del nostro tempo”, sembra sprofondata in una nicchia solitaria e appartata. Dal bisogno di distinguere, valutare e giudicare i fenomeni e i suoi protagonisti nasce questo libro, costruito per snodi,argomenti e correnti che percorrono l’intero arco del Novecento. Insieme a una finalità strettamente didattica per i conservatori di musica,per licei a indirizzo musicale o anche per le facoltà umanistiche,questo lessico non esclude una sua utilizzazione da parte di lettori che della musica sono semplici appassionati o che sono animati dal desiderio di conoscerne aspetti poco trattati. Di particolare pregio metodologico è il raccordo che nella trattazione, così come nella cronologia finale, l’autore compie tra la musica e le altre arti come il cinema, la pittura e la letteratura, che proprio nel Novecento si influenzarono vicendevolmente in una straordinaria stagione creativa. Impreziosisce l’opera un essenziale Glossario della musica, che attraverso alcune voci spiega agevolmente i concetti fondamentali e in particolare i termini tecnici della musica del Novecento e di quella di oggi. | | L’autore Pierfranco Moliterni insegna Storia della Musica Moderna e Contemporanea, Storia del Melodramma e Metodologie e Forme della Comunicazione Musicale presso l’Università Aldo Moro di Bari. Si è occupato di storia musicale del ‘700 e dell’‘800 e di organizzazione dello spettacolo. Tra le sue opere ricordiamo: “Puglia. L’organizzazione musicale” (1989); “Pierre-Louis Ginguené: Niccolò Piccinni. Vita e opere” (1999); “Franco Casavola. Il Futurismo e lo spettacolo della musica” (2000); “Musica a teatro. Dal Settecento al Novecento” (2001); “Per Schoenberg e le arti del ‘900” (2004); “Voci da Londra. Gli italiani e l’opera inglese tra ‘700 e ‘900” (2005); “Paisielliana. Un napoletano in Europa: Paisiello, Mozart e il ‘700” (2006 – Premio Giovanni Paisiello per la saggistica); “L’altro melodramma. Studi sugli operisti meridionali dell’Ottocento” (2008); “Ombre sonore. Musica, cinema e musicisti di Puglia” (2008). |
| | Angelo Moscariello | | | | Cinema e pittura Dall’effetto-cinema nell’arte figurativa alla “cinepittura digitale” | | Collana: Arti, musica, spettacolo | | | | 2011, pp. 152, € 20.00 ISBN: 978-88-6194-102-1 | | Il libro Ma è nata prima la pittura o il cinema? Per secoli la grande pittura del passato ha “chiamato” il cinema che ancora non esisteva. Oggi è invece il cinema che guarda alla pittura attraverso quella che appare essere la sua odierna forma di “cinepittura digitale” (Lynch, Greenaway, Rohmer, Cameron ecc.). Insomma, oggi il cinema “produce” pittura e non si limita più soltanto a riprodurla come accadeva in passato. Dai fondali dipinti in stile espressionista da Weine per il “Gabinetto del dottor Caligari” fino all’universo del pianeta Pandora interamente creato in digitale da Cameron per “Avatar”, il percorso di (ri)avvicinamento del cinema alla pittura va avanti verso una sintesi figurativa tra due arti della visione mai sperimentata prima. Di questo doppio percorso vuole rendere conto questo libro che, accostando con meticolosa ricerca fotogrammi di film e dipinti dell’arte canonica di ogni tempo, impianta e sperimenta una lettura “cinematografica” della pittura del passato e, nel contempo, un discorso sull’odierno cinema che non è più “foto-riproduttivo” ma si qualifica come nuova forma di pittura digitale. | | L’autore Critico e saggista, ha collaborato, tra l’altro, alla rivista diretta da Ignazio Silone “Tempo presente” e a “Filmcritica”. Attualmente tiene un corso di Storia e Critica del Cinema presso l’Università degli Studi dell’Aquila e cura cicli di seminari presso la III Università di Roma. Ha pubblicato: “Il Cinema di Godard” (Partisan, Roma, 1970); “Claude Chabrol” (La Nuova Italia, Firenze, 1975); “Cinema e/o Letteratura” (Pitagora, Bologna, 1981; rist. 1994); “Come si guarda un film” (Laterza, Bari, 1982, tradotto anche in portoghese); “Le figure del cinema” (Pitagora, 1983); “Il Cinema poesia” (La Lanterna Magica, 1992); “Poeti al cinema” (Pitagora, Bologna, 1996); “Come si gira un film” (Editori Riuniti, Roma 1998); “l’Immagine Equivalente” (Pitagora, Bologna, 2005); “Colpi di cinema” (Roma, 2006) e “Horror” (Milano, 2008). |
SAGGISTICA | | Patrizia Calefato | | | | Metamorfosi della scrittura Dalla pagina al web | | Collana: Culture Segni Comunicazione | | | | 2011, pp. 128, € 16.00 ISBN: 978-88-6194-103-8 | | Il libro Questo libro esplora il tema della scrittura, intesa non semplicemente come “trascrizione” di lettere e parole su una pagina, ma in un senso ancora più ampio, quale complesso lavoro di “incisione” di segni nel mondo, attraverso le svariate forme che la comunicazione va assumendo nella nostra epoca. Il libro parte dalla riflessione su come siano cambiati e cambino i concetti di creatività, autoralità, lavoro linguistico, libro, in particolar modo nell’era tecnologica, e come da questi si generi un’idea di scrittura di cui sono le tecnologie stesse a mostrare la complessità. Viene quindi proposta una interpretazione socio-semiotica delle composite scritture del web che hanno ridefinito i confini e le forme della testualità. La scrittura finisce così per il dispiegare a pieno le sue metamorfosi nei discorsi sociali, alcuni dei quali – in particolare dalla pubblicità, al turismo, al cibo, alla comunicazione politica – vengono analizzati. Scrittura e corpo mostrano, infine, alcuni nuovi aspetti del loro eterno intersecarsi e significarsi reciproco, in abiti come la moda, la fotografia, il linguaggio verbale. | | L’autore Patrizia Calefato è professore associato nell’Università degli studi di Bari Aldo Moro, dove insegna Sociolinguistica e Linguistica informatica. È affiliated professor nell’Università di Stoccolma, Centro di Fashion Studies. Fa parte dei Comitati scientifici di riviste italiane e internazionali, tra cui: “Fashion Theory” (Oxford); “Lectora” (Barcelona). Tra le sue ultime pubblicazioni, ricordiamo “Body and Beauty”, in “Berg Encyclopedia of World Dress and Fashion”, J. B. Eicher ed., Berg, Oxford 2010; “Gli intramontabili”, Meltemi, Roma 2009; “Mass moda”, Meltemi, Roma 2007; per i nostri tipi, ha curato “Il piacere del ritorno” (con Maria Rosaria Dagostino, Bari 2007). |
| | Jolanta U. GrÄ™bowiec Baffoni | | | | Senza carro armato, né fucile Libertà, resistenza, formazione a cura di Giuseppe Annacontini | | Collana: Pedagogie | | | | 2011, pp. 228, € 23.00 ISBN: 978-88-6194-104-5 | Saggi di D.Dato, B.De Serio, A.G.Lopez, A.C.Scardicchio | | Il libro La rivoluzione di Solidarność nel 2011 compie trent’anni. Di quel drammatico dicembre 1981 narra il lucido racconto di una diciannovenne. Jolanta rispolvera nel suo diario di guerra le speranze, i progetti, i sogni, che non sono più gli stessi quando essa incombe, ma ai quali non significa che si rinunci. A Stettino (Polonia), quando lo stato di guerra, quella intestina, quella civile, viene dichiarato, niente resta come prima. Si può scegliere di arrendersi o di lottare, si possono scegliere le armi o la nonviolenza, si può scegliere di chiudersi in sé o di aprirsi agli altri, si può scegliere, si può decidere. Sempre. La testimonianza del diario, i ricordi che rivivono in un’intervista al leader indiscusso di Solidarność e le riflessioni che si snodano per cinque saggi di giovani ricercatori di materie pedagogiche sono gli ingredienti che si intrecciano e danno vita a questo volume. L’obiettivo pedagogico e civile è quello di offrire materiale perché ciascun lettore elabori, in sé, il senso che può avere la guerra, senza dimenticare la forza della nonviolenza, di aver fiducia nella pace, di credere nella resistenza che, quando civile, critica, consapevole, non è un diritto, ma un dovere verso se stessi, verso gli altri. | | L’autore Jolanta U. GrÄ™bowiec Baffoni è consulente in grafologia, pedagogia, ed esperta in indagine criminalistica sul documento. Consulente familiare e dell’età evolutiva. È titolare del centro internazionale di studi sulla scrittura. Dirige il laboratorio La penna magica per la rieducazione della scrittura. È docente di grafologia moderna presso l’Università di WrocÅ‚aw (Polonia). È membro del consiglio scientifico in La Rivista Romena di Psicocriminalistica “Revista Romànà de psihocriminalisticà” (www.psihocriminalistica.ro). Ha pubblicato numerosi articoli scientifici in diverse lingue. È autrice del volume Studi sulla scrittura in Polonia. Dalla grafologia alle recenti ricerche sui documenti. Analisi delle scritture in criminalistica, Mesagne 2010. | | Il curatore Giuseppe Annacontini è ricercatore di Pedagogia generale e sociale presso l’Università degli Studi “Carlo Bo” di Urbino. I suoi percorsi di ricerca sono legati all’analisi delle possibili contaminazioni tra scienze pedagogiche e scienze mediche. Più di recente sta focalizzando l’attenzione sui nuovi orizzonti epistemologici della pedagogia con particolare riferimento al paradigma della complessità e all’educazione democratica. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo “Victor e Itard. Tra natura e cultura”, Bari 2002; “Pedagogia e complessità. Attraversando Morin”, Pisa 2009; per i nostri tipi, “Lo sguardo e la parola”, Bari, III ed. 2010. |
NARRATIVA | | Onofrio Pagone | | | | Per un giorno | | Collana: Romanzi e racconti | | | | 2011, III ed., pp. 128, € 14.00 ISBN: 978-88-6194-084-0 Leggi un estratto | | Il libro La raccolta di racconti, opera prima del giornalista Onofrio Pagone, si rivela un successo editoriale e giunge in tre mesi alla seconda edizione. Nel luglio 2010 questo volume ha ottenuto il premio “Migliore opera prima – Scrittori del Sud” al festival nazionale “Il libro possibile” di Polignano a Mare. L’opera raccoglie sette storie, tutte vere eppure trasfigurate e rielaborate fino a diventare immaginarie: non più vere ma verosimili, filtrate dalla fantasia e dai sentimenti. Come nella giostra degli specchi deformanti, la realtà viene trasformata ed esasperata pur rimanendo sempre quella che è. In Per un giorno lʼautore – un giornalista abituato a raccontare fatti di cronaca – diventa così cronista dellʼanima, voce narrante e protagonista di vicende umane che durano un giorno o in un giorno trovano la propria chiave di volta. Ora surreale. Ora ironica. Ora grottesca. Ora drammatica. La narrazione oscilla tra la realtà e la fantasia; ma ogni racconto lascia emergere emozioni e sensazioni, il profumo della vita e il sapore delle amarezze. In queste storie quotidiane si riconosce tutta lʼavventura umana; si ritrovano il suo ritmo e la sua problematica sociale: dal pizzo sulla sepoltura alla passione distorta per gli animali domestici, dal rapporto con gli immigrati alla nevrosi condominiale, dallʼomosessualità alla maternità esibita, dalla passione per la danza alla relazione padre-figlia, dai dubbi religiosi alla spiritualità monastica. Davanti agli specchi di quella giostra, ciascuno si riconosce. La descrizione minuziosa delle situazioni e dei personaggi catapulta il lettore allʼinterno del racconto e trascina a galla le piccole ossessioni e le inquietudini più profonde, le paure esistenziali e lʼeterna insoddisfazione. Ciò che appare verosimile, a tutti in fondo risulta vero. | | L’autore Onofrio Pagone (Bari, 1960) ha avuto finora una sola passione: il giornalismo. Iscritto allʼOrdine professionale già a ventʼanni, ha cominciato dai tempi del liceo in radio e tv locali, collaborando poi con uffici stampa, periodici, quotidiani e agenzie di informazione. Per quasi quindici anni cronista per lʼAnsa, è stato anche inviato di guerra in Somalia e poi in Albania. Dopo una parentesi romana, dal 2000 vive a Bari e lavora per “La Gazzetta del Mezzogiorno”. Al Quirinale nel ʼ98 gli è stato conferito il “Premio Saint Vincent di Giornalismo” per i suoi servizi sullʼesodo biblico di profughi albanesi lungo le coste pugliesi; nel 2006 è stato segnalato come cronista dellʼanno al “Premio Michele Campione” per articoli sullʼalluvione nel Barese nellʼautunno precedente. La fotografia è il suo hobby; la musica la sua musa. |
| | Cristanziano Serricchio | | | | Seppina degli sciali | | Collana: Romanzi e racconti | | | | 2011, pp. 216, € 20.00 ISBN: 978-88-6194-098-7 | | Il libro La storia di una donna che sfida la malasorte e non abbandona mai la speranza, nelle delicate pagine di un grande scrittore. Un intervento chirurgico, una donna in fin di vita, il primario che cerca di salvarle la vita e la protagonista del romanzo: un’infermiera di nome Seppina che, in preda al panico, assiste il medico, gli passa gli strumenti di lavoro e, dinanzi al corpo addormentato della paziente, ritorna alla sua infanzia per ripercorrere tutta la sua vita. Non più angosce e anestetici, Seppina immagina gli “sciali” del suo passato, e rivive, respirando a pieni polmoni, tutto quello che è stato e anche quello che non è più. Quelle strisce dorate di sabbia e terra, imbevute di mare e di sole, tornano a scaldare, come un fuoco mai spento dalle turbolenze della vita, l’animo fragile di una donna cresciuta troppo in fretta. La storia di Seppina può essere letta come una favola o come la dura realtà di chi non ha mai ricevuto, ma ha sempre dato. La morte prematura del padre, la paura che ha divorato sua madre, quando ancora doveva crescere amorevolmente le sue figlie, la responsabilità nei confronti dei suoi familiari più intimi diventano, nel romanzo, non solo fonti di disperazione, ma, soprattutto, le motivazioni profonde per non accettare passivamente un doloroso destino. Il rischio è l’altra faccia della vita e Seppina, a sue spese, impara a conviverci e a sfidare la malasorte. Che tutta la fede riposta nella giustizia divina sia un’illusione? Le perdite, i pregiudizi, più volte disincantano le fantasie fanciullesche, deludono le aspettative, e, la morte, anche quella, in questa storia, sembra diventare una parte integrante. La forza della speranza però non abbandona mai Seppina, lo sguardo illuminante dell’occhio di un “supervisore”, la conduce, dopo innumerevoli esperienze affettive e lavorative, alla felicità e, finalmente, all’amore vero, l’amore che sa dare ancor prima di chiedere. Un romanzo commovente, ricco di episodi, spesso tragici, dai quali la “reattività” della protagonista vince la povertà e la solitudine. | | L’autore Cristanziano Serricchio vive a Manfredonia. È autore di opere di poesia, saggi storici, archeologici letterari, opere teatrali e romanzi, tra cui “Le radici dell’arcobaleno” (1984) Premio città di Bitritto, “Il castello sul Gargano” (1990), “La montagna bianca” (1994), “L’Islam e la Croce” (2002) Premio Palazzo al Bosco 2000, “Pizzengùnghele” (2005). Mario Luzi nel 2003 gli ha assegnato a Sabaudia il premio “Una vita per la poesia”. |
NARRATIVA PER RAGAZZI | | Manlio Triggiani | | | | Favole pugliesi Prefazione di Raffaele Nigro Illustrazioni di C. De Cristo, S. Pica, R. Salvemini | | Collana: Briciole | | | | 2010, III ed., pp. 192, € 18.00 ISBN: 978-88-6194-069-7 | | Il libro Sessanta favole per sessanta “parole” per sessanta illustrazioni. Dopo il rapido esaurimento della prima edizione, tornano le introvabili “Favole pugliesi” ripropone frammenti di sapienza popolare per lo più dimenticati o, al limite, sedimentati nel “DNA culturale” di più generazioni grazie agli insegnamenti che hanno riempito il tempo e lo spazio, dove divengono indistinti l’immaginare del bambino e il narrare dell’adulto. Il recupero di storie dimenticate, spesso nella versione in italiano dall’originario dialetto, non è, tuttavia, il solo fine del libro, né il principale. “Favole pugliesi” propone, piuttosto, una originale esperienza di ascolto e di lettura che mette al centro il legame tra la malia del racconto, l’efficacia didascalica della singola parola, la suggestione dell’illustrazione. L’alleanza tra queste tre dimensioni comunicative propone in nuova veste l’antichissimo piacere della scoperta, nella fiaba e nella favola, di tracce delle nostre tradizioni, di credenze, di ritualità antiche, di una saggezza che non c’è più. Un piacere che non ha tempo e non ha età, che prescinde da appartenenze sociali e ideologiche. Un piacere che diventa immenso quando il racconto si fa occasione di contatto tra generazioni. Completano l’opera le tavole di tre giovani talenti dell’illustrazione. Ecco l’indice del volume: Accortezza – Il grano del massaio Aiuto – Il leone e il topo Amicizia – Compar cane e compar uccello Ascolto – La vipera e il pastore Astuzia – L’astuzia della volpe Avvedutezza – La contadina intelligente Benevolenza – Figlia e madre di suo padre Caso – La fortuna è cieca Cautela – La malizia del cane Cooperazione – Il lupo e il maiale Coraggio – Un leone generoso Crudeltà – La brocca, la cassaforte e la sedia Cupidigia – La morte dell’uomo Curiosità – Gli animali che parlano Dabbenaggine – Gesù e Pietro Destino – Un colpo al cuore Devozione – Il cane fedele Dolore – Cuore di madre Educazione – Mazze e panelle fanno i figli belli Equità – Il calzolaio coraggioso Esperienza – Una volta s’impicca Nicola Fiducia – La Fortuna Furbizia – La forza e la furbizia Generosità – La focaccia Giustizia – La storia dell’uccello grifone Gratitudine – Il suocero e la nuora Guarigione – Il racconto del piccolo gallo Immodestia – La cornacchia e il pavone Impudenza – Marzo Incantamento – La fata gallina Ingordigia – Chi troppo vuole nulla stringe Ingratitudine – Il riccio e la lepre Inquietudine – Lo spaccalegna incontentabile Invadenza – La comare intrigante Invidia – L’invidia punita Lavoro – Il contadino Mollica Lungimiranza – Tra padre e figli Malintenzione – La lepre e la volpe Menzogna – La volpe a cavallo del lupo Morte – Il figlio uccide il padre Necessità – Uno strano contrasto fra la Fortuna e la Sorte Odio – Il gatto, il cane, il topo Onestà – La buona fata Ostinazione – L’uomo del cardellino Paura – La volpe e il gatto Pazienza – Le due contadine Perseveranza – L’acqua, più forte dello scoglio Promessa – Il racconto della principessa Provvidenza – L’orfanella fortunata Riconoscenza – L’uccello del paradiso Saggezza – I tre consigli Scaltrezza – Cecchino delle frustate Serenità – Il ciabattino allegro Sincerità – Giuseppe il giusto Stupidità – Il pesce e il pescatore Trasparenza – Le cento facce del re Unione – Il leone e i tori Vanità – La talpa dette gli occhi per la coda Vizi – Il bambino e l’albero Zizzania – Perché i cani odiano i gatti, e questi i topi La nuova collana “Briciole” Con questo testo avviamo una nuova collana, il cui titolo, “Briciole”, è evidente: la briciola è un protagonista della fiaba (Hansel e Gretel, Pollicino ecc.), strumento in mano all’intelligenza del bambino che ne fa, da oggetto inutile, sporco, una via di fuga, un segnale, una indicazione perché il perdersi nelle avventure, nei boschi sia accompagnato dalla possibilità del ritorno. La briciola è anche il racconto stesso come frammento di memoria per, appunto, ritrovare la strada di quelle radici culturali che affondano nella tradizione orale, non ufficiale. | | L’autore Manlio Triggiani (Bari 1955), laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista e lavora alla “Gazzetta del Mezzogiorno”. Ha curato libri e collaborato alla redazione di volumi collettanei. Collabora con varie riviste. Alterna l’interesse per la cronaca (nei settori della cultura, dell’ecologia e delle tematiche della formazione, in particolare dell’Università) agli studi tradizionali e delle tradizioni popolari. Per i nostri tipi ricordiamo il suo “Storia del Natale. Culti, miti e tradizioni di una festa millenaria”. Gli illustratori Clara De Cristo è nata a Bari,dove vive e lavora. Dopo gli studi artistici ha partecipato a concorsi di pittura in diverse località italiane. Ha realizzato mostre di pittura collettive e personali, ha collaborato con teatri disegnando complementi scenografici, ha contribuito alla didattica di scuole elementari e medie mediante corsi di pittura e cartapesta. Renata Salvemini è nata a Brindisi nel 1972, ha frequentato l’ “Accademia dell’illustrazione e della comunicazione visiva” a Roma, dove vive e lavora. Collabora come illustratrice free-lance con studi grafici e agenzie di pubblicità. Silvano Pica è nato a Taranto il 10 giugno 1986. Attualmente frequenta, presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce,il biennio specialistico in decorazione. Contemporaneamente, lavora come illustratore free-lance. |
| | Anna Bossi e Liliana Carone | | | | L’insalata era nell’orto Favole da mangiare | | Collana: Briciole | | | | 2011, pp. 144, con ill. a colori, € 18.00 ISBN: 978-88-6194-107-6 | | Il libro Favole in briciole. Briciole di storie per imparare a mangiare. Storie da mordere, leggere e ascoltare per insegnare ai bambini l’arte del mangiare e del mangiar sano. Le racconta ai suoi nipotini nonna Sofia durante una passeggiata al mercato. Protagonisti gli alimenti di tutti i giorni, il latte, il pane, la pasta, i dolci, gli ortaggi, la frutta… cibi crudi e cotti, da sminuzzare, cucinare, annusare, assaporare. Le gemme di saggezza culinaria di nonna Sofia decorano una normale mattina al mercato tanto da farne, per Nic e Giacomo, una meravigliosa gita attraverso sensazioni sonore, visive, olfattive, tattili e, naturalmente, gustative. Potremmo anche sfogliarle divisi tra il bisogno degli adulti di insegnare ai bambini cosa e come mangiare e il desiderio dei più piccoli di assaporare, gustare, “pasticciare” con cibi più o meno noti. La morale è chiara: è facile vivere altrimenti ciò che quotidianamente non sembra che un fastidioso compito, specie quando c’è una nonna, come Sofia, che sa usare la sua esperienza e il suo amore per i nipotini in modo tale da rendere ogni evento motivo di divertente apprendimento. La collana Briciole diretta da Livio Sossi Una collana il cui titolo, “Briciole”, è pregno di significati: la briciola è un protagonista della fiaba (Hansel e Gretel, Pollicino ecc.), strumento in mano all’intelligenza del bambino che ne fa, da oggetto inutile, sporco, una via di fuga, un segnale, una indicazione perché il perdersi nelle avventure, nei boschi sia accompagnato dalla possibilità del ritorno. La briciola è anche il racconto stesso come frammento di memoria per, appunto, ritrovare la strada di quelle radici culturali che affondano nella tradizione orale, non ufficiale. | | L’autore Anna Bossi, dopo un’infanzia vissuta a Milano, si trasferisce con la famiglia a Galliate dove è nata nel 1955. Consegue il diploma magistrale e dal 1976 insegna nelle varie classi che le sono state assegnate e con le quali colleziona parecchi premi che la portano in giro per l’Italia. Da sempre le piace scrivere e all’età di 17 anni vince un Premio Andersen nella categoria dilettanti. Dal 2007 pubblica libri per bambini. L’illustratrice – Liliana Carone, insegnante e illustratrice barese, ha al suo attivo pubblicazioni e partecipazioni internazionali. Tra le più recenti, ricordiamo la Mostra Internazionale di Illustrazione Fantasia a Bari e le personali “In un mondo piccolo” (Bari, 2007) e “Favole” (Locorotondo 2008). Ha pubblicato “La mucca piccolina” (La Vallisa, Bari); “La leggenda dell’olivo” (Lupo, Lecce); “Una notte all’oasi”(Tolbà, Matera); “Nonna, mi racconti di te?” (Edicolors, Genova); “Giulio e la fonte dell’amore” (Secop, Corato); “Il tesoro di Itria” (Schena, Fasano). |
TURISTICI | | Vittorio Stagnani | | | | Puglia fuori strada | | Collana: Lunari | | | | 2008, pp. 192, € 18.00 ISBN: 978-88-6194-031-4 | | Il libro acquerelli di Vittorio Stagnani con la collaborazione di Corrado Palumbo per le schede degli ItinerariQuesto libro raccoglie le avventure e le scoperte di Vittorio Stagnani in una Puglia che non è quella delle cartoline e degli itinerari ufficiali, ma la terra dei sentieri e dei tratturi, dei boschi e delle pietraie, delle dune e delle gravine; la Puglia selvaggia che possiamo percorrere a piedi o a cavallo. Il volume era molto atteso perché nasce sulla scia di un vecchio e classico “Puglia fuori strada”, che ha fatto conoscere l’autore ed è stato più volte ristampato. Dal Gargano, passando per le Murge, dalle gravine della “Civiltà Rupestre”, sino alle Serre Salentine, Stagnani, di volta in volta in compagnia dei soci del Cat (Club Amici del trekking) di Bari, di gruppi di cavalieri, di altri viaggiatori, in una semplice passeggiata o escursione, s’è intrufolato dove questa terra risuona ancora di leggende e misteri. Singolari appunti di viaggio sono inoltre i suoi acquerelli che corredano il volume. Dalle pagine scaturiscono emozioni, luci, sapori, personaggi, luoghi e momenti offerti a piene mani. Nel libro, vi è una selezione di notizie storiche, geologiche e architettoniche, paesaggistiche, e curiosità tali da renderlo adottabile, come testo di lettura, nelle scuole. In Appendice, a cura di Corrado Palumbo, una descrizione analitica dei principali Itinerari. | | L’autore Vittorio Stagnani (Roma 1942), giornalista e scrittore, collabora a “La Gazzetta del Mezzogiorno” e a diverse altre testate. Ha scritto, per i nostri tipi, Cucina vecchi buoni piatti di Puglia e Lucania (Bari 2004), Sotto schiaffo. Storie di usura (Bari 2005), Lunari di Puglia (Bari 2006, con Vito Maurogiovanni e Nino Lavermicocca). |
| | Vittorio Stagnani | | | | I racconti della pentola Storie per donzelle e cavalieri di gola | | Collana: Lunari | | | | 2010, pp. 256, € 23.00 ISBN: 978-88-6194-082-6 | | Il libro Una pentola di coccio, segnata dal fuoco e imbevuta di umori, i mestoli e le forchette, le tavole imbandite hanno storie da raccontare? Ascoltando i borbottii profumati di minestre, zuppe e salse, Vittorio Stagnani ha lasciato andare in libertà la sua fantasia per mescolare ricordi, storie, ricette, per ben cucinare e altrettanto ben mangiare. Attraverso racconti illustrati dagli acquerelli da lui stesso, l’autore prende per la mente e per la gola donzelle e cavalieri di gusto, legati dal piacere della vita. Ma non lascia indifferenti anche coloro che ai piaceri antichi vogliono tornare perché li hanno trascurati per troppo tempo o lasciati nel dimenticatoio. Fanno compagnia, in questo viaggio, le interviste – immaginarie? – a grandi cuochi o studiosi di gastronomia: Apicio, Vincenzo Corrado detto l'”Oritano”, Olindo Guerrini, Pellegrino Artusi, Luigi Veronelli, Luigi Sada, personaggi dal cui pensiero Stagnani spilla le verità cultural-gastronomiche. Il libro è corredato da rubriche contenenti curiosità e ricette, sicché il romanzo d’avventura diventa manuale di buona cucina, antologia di costumi, tradizioni, leggende, aneddoti. | | L’autore Vittorio Stagnani (Roma 1942), giornalista e scrittore, collabora a numerose testate. Ha scritto, per i nostri tipi, “Cucina vecchi buoni piatti di Puglia e Lucania” (Bari 2004), “Sotto schiaffo. Storie di usura” (Bari 2005), “Lunari di Puglia” (Bari 2006, con Vito Maurogiovanni e Nino Lavermicocca) e “Puglia Fuori Strada” (2008, con Corrado Palumbo). |
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