Lula e l’Italia fascista21 Novembre 2009 C’è un proverbio che dice: Chi sparge vento raccoglie tempesta. Chi non ricorda le campagne denigratorie promosse all’estero dall’opposizione sin dal 1994 quando Berlusconi vinse le elezioni politiche? Io stesso nel 1995 mi trovai in Francia a difendere l’Italia dal convincimento di alcuni miei interlocutori che vivessi in un Paese fascista. Questa campagna denigratoria (che offende noi italiani, facendoci passare per degli stupidi) è durata fino a pochi mesi fa, quando fu promossa la raccolta di firme per denunciare al mondo che vi era da noi la minaccia alla libertà di stampa, e fu perfino organizzato un corteo che sfilò per le strade di Roma. Mi pare che ora questa pistola, visti i colpi a vuoto,  si sia un po’ scaricata. Leggo sullo stesso quotidiano che in base al trattato firmato tra Italia e Brasile nel 1989, Lula possa “bloccare la riconsegna a Roma di Battisti: ma solo – si precisa – se il presidente sostiene allo stesso tempo che l’ex terrorista debba affrontare in Italia «atti persecutori e di discriminazione per ragioni di opinione politica »”. Dunque, Lula dovrà fare salti mortali per avvalersi di questa clausola, giacché Cesare Battisti è stato condannato all’ergastolo con sentenza definitiva per delitti commessi nel corso della sua militanza nei Pac (Proletari Armati per il Comunismo). Addirittura, egli era già rinchiuso in carcere, da cui riuscì perfino a fuggire. Figuriamoci se possa rischiare «atti persecutori e di discriminazione per ragioni di opinione politica » nelle prigioni italiane! Per rendersi conto della situazione giudiziaria di Cesare Battisti, si legga qui ciò che ne scrive l’Associazione Italiana Vittime del Terrorismo. Lo stesso dirigente del Pd Piero Fassino, intervistato l’altro giorno da un giornalista della Rai, non ebbe niente da ridire e reputò giusta l’estradizione del terrorista nel nostro Paese. Lula, quindi, negando l’estradizione, verrebbe meno agli accordi bilaterali e proteggerebbe un terrorista macchiato di orrendi delitti. Voglio sperare che se accadrà questo incidente diplomatico, l’Italia si faccia sentire e non sia molliccia. In gioco c’è la difesa dell’Italia da un’immagine distorta che si è voluta creare all’estero a fini interni, ossia, papale papale, contro i governi di Silvio Berlusconi. Non importa se nel frattempo ci sono state dal 1994 numerose altre elezioni con alternanza di vincitori; non importa se i giornali, invece di chiudere, si accrescono di nuove nascite, e, vedi un po’, schierate contro Berlusconi (“Il Fatto Quotidiano” di Travaglio e Padellaro); non importa se le televisioni sono ricche di trasmissioni politiche avverse al governo Berlusconi (ce ne sono tante mai che ho difficoltà in questo momento a elencarle tutte, ma i lettori le conoscono bene, ne sono certo); non importa che sfilino cortei di protesta contro lo stesso governo, e addirittura ce ne sia un prossimo il 5 dicembre programmato dal tribuno Antonio Di Pietro, quello che ha trasformato il parlamento, con le sue chiassate stradaiole, in un ring permanente; non importa se la magistratura un giorno sì e un giorno no apre dei fascicoli a carico di Berlusconi. Tutto questo non è democrazia, dicono gli oppositori, ma è regime, ossia è fascismo. Chi sa che Lula, un po’ confuso e un po’ preso dalla voglia di protagonismo, non si sia sbagliato tra le due persone, e non sia convinto di avere a che fare con l’eroe del Risorgimento. O che abbia addirittura. magari incidentalmente, azionato la leva della macchina del tempo e creda di vivere quegli anni? Lui, un Giuseppe Garibaldi a ritroso,  sbarcato in Italia! L’estradizione di Cesare Battisti, il terrorista autore di delitti provati e condannati con sentenza passata in giudicato, ci è dovuta e Lulu la firmi, senza tante storie e fantasie. Articoli correlatiSi legge qui: “Intanto oggi sia il vice presidente del Brasile, José Alencar, e il presidene del Senato brasiliano, José Sarney, si sono espressi a favore dell’estradizione e hanno esortato Lula ad uniformarsi alla decisione del Supremo tribunale federale. LA POLIZIA BRASILIANA – Cesare Battisti era coinvolto in ‘’attività terroristiche” durante la sua clandestinità in Brasile, lo ha rivelato la polizia federale brasiliana. Il maggior quotidiano brasiliano, la Folha de S.Paulo, riporta oggi dichiarazioni del commissario Cleberson Alminhana, secondo il quale “investigazioni realizzate dalla polizia federale sulle attività illecite di Battisti durante il suo soggiorno illegale (in Brasile), hanno portato alla luce il suo coinvolgimento in attività terroristiche”. Le prove sarebbero emerse dal disco rigido di un computer e alcuni cd sequestrati nell’appartamento di Copacabana a Rio de Janeiro dove abitava l’ex terrorista rosso prima di essere arrestato nell’aprile del 2007. Nell’appartamento vennero sequestrati anche due passaporti falsi francesi entrambi con la foto di Battisti. Alminhana ha avviato le pratiche per ripassare il materiale al servizio antiterrorismo della polizia federale brasiliana e all’Interpol. ” “Ora Lula prende tempo”. Qui. Letto 1592 volte.  Nessun commentoNo comments yet. RSS feed for comments on this post. Sorry, the comment form is closed at this time. | ![]() | ||||||||||